Del Premio Italia ho parlato diverse volte su queste pagine. In questi giorni è aperta la fase delle candidature alla finale, mi è venuta voglia di scrivere le mie segnalazioni, più che altro per parlare di cose che mi sono piaciute, e che consiglio di ritrovare e leggere.
Inoltre, visto che a dicembe 2021 non ho pubblicato nessun bilancio dell’anno passato, segnalare anche le mie opere candidabili è comunque un modo per rivedere il lavoro fatto, oltre che per concorrere onestamente e scopertamente.
Ecco quindi le mie segnalazioni per il Premio Italia di quest’anno!
(Ricordo che non possono votare tutti e tutte indistintamente, ma solo chi ha partecipato alle ultime convention e ha dunque ricevuto via mail l’invito al voto).
Non mi esprimo su tutte le categorie (in alcune non voto nemmeno, come quelle per la SerieTv internazionale, sono ignorantissima in merito e non mi pare abbia un grande senso) ma solo su quelle per le quali ho delle preferenze specifiche, o posso proporre qualche spunto di indagine, o ho un testo mio che mi piacerebbe vedere riconosciuto.
Traduzione
Segnalo Stefano Ternavasio, che ha tradotto, mi pare anche molto bene, alcune tra le opere più interessanti dello scorso anno.
Roberto Del Piano si è occupato di James Tiptree jr./ Alice Sheldon sul numero 11 della rinata Un’Ambigua Utopia. Il suo impegno scrupoloso per la riscoperta di tanta buona fantascienza, molta delle donne, non si ferma qui e lo trovo meritevole di riconoscimento.
Curatore o curatrice
Ringrazio chi mi ha candidata come miglior curatrice, in coppia con Elena Di Fazio. La collana Futuro Presente ci impegna moltissimo ed è anche un’avventura bellissima che ci sta dando tanto.
Il mio voto comunque va a Franco Ricciardiello, che con Atlantis sta facendo un lavoro preziosissimo. Essendo amici, ho il privilegio di seguire, a volte, anche il lavoro dietro le quinte, e ciò mi conferma il fatto che Franco meriti davvero un premio.
Propongo anche Sandro Battisti, che ha inaugurato la collana “non-aligned object”: sto cercando di leggerli tutti, man mano che escono, e devo dire che Battisti propone un percorso pazzesco, profondo, eversivo, sostanzioso. Merita!
Vedo poi anche una segnalazione per Gian Filippo Pizzo, che ci ha lasciat* a fine dicembre del 2021. Un premio postumo sarebbe un bel gesto da parte della nostra comunità; allo stesso tempo, ricordando quanto lui ci tenesse al Premio Italia e a sue recenti delusioni in merito, mi chiedo se non possa suonare anche come una beffa. Ma non è una polemica con nessuno, solo una riflessione che mi sento di condividere: lasciandola aperta, voterò anche io per un riconoscimento a Gian.
Collana
Voterò la Guida al Fantasy di Bernareggi & Riva, Delos Digital, in primis per un… interesse privo di conflitto: oltre alle autrici, sui loro testi lavoriamo anche noi, Elena Di Fazio e io. Le autrici si sono sobbarcate su nostra richiesta un lavoro enorme di ridefinizione e aggiornamento del genere che insieme alla fantascienza è molto letto e poco davvero capito, specialmente nel suo potenziale di ribaltamento degli stereotipi che ci affliggono in questa “cosiddetta realtà”.
La già citata Atlantis condotta da Franco Ricciardiello, Delos Digital, è una articolazione del gran lavoro che stiamo facendo per divulgare e favorire il solarpunk in Italia. Contiene racconti scritti benissimo, con visioni non distopiche di futuri possibili/auspicabili/migliorabili: a mio avviso è la cosa migliore che è successa alla fantascienza italiana nel 2021.
42Nodi di Zona 42 ospita invece racconti in volumetti stampati singolarmente. Sono storie molto particolari, spesso perturbanti, orrorifiche, disturbanti, weird: propongono una fantascienza diversa, che secondo me, al di là dei gusti personali, esprime le inquietudini più profonde dei nostri tempi, e quindi è necessario che sia espressa. Zona42 fa un ottimo lavoro anche di comunicazione e promozione di questi titoli, non è cosa scontata.
Rivista professionale
FANTASY VOICE è una rivista nuova, lanciata in cartaceo e legata alla newsletter anche nuova, il tutto diretto da Simone Bonaccorso, che anima anche Stranimondi. È bella, intanto, è ben presentata e contiene rubriche e contenuti molto contemporanei. Ho contribuito al primo numero, con un pezzo che mette in relazione gli scenari catatrofici della distopia climatica con le suggestioni dantesche.
Saggio
Anche qui sarebbe possibile un riconoscimento postumo: a Elvezio Sciallis, per i suoi scritti raccolti da Zona42. E anche qui, e forse anche di più, mi resta il dubbio che un simile premio a posteriori possa essere visto dal cosmo come qualcosa di tardivo e un po’ beffardo.
Ricordando il poco che ho inteso del carattere di Elvezio, dopo una breve conoscenza personale e dopo averlo seguito online per vent’anni, non so davvero che fare.
Rivista / sito non professionale
Quest’anno non candido Lezioni Sul Domani, vi ho pubblicato alcune recensioni proprio nel 2021, ma è uno spazio che al momento langue. (Giusto se aveste curiosità, comunque, ecco gli articoli del 2021. Ma non lo segnalate, please!)
Moedisia è sempre un bello spazio, con articoli e temi interessanti e inusuali. Premierei quindi Riva & Bernareggi anche per questo impegno di divulgazione e discussione. Quest’anno si sono impegnate nell’intersec fantasy, un nuovo modo di intendere il genere, che esegue tutti i comandi imperiosi della terribile dittatura del politicamente corretto, come ad esempio il rispetto della diversità, il femminismo, la riflessione sull’altro e la ricerca di antagonismi nonviolenti. Vergogna!
Darei un voto anche ad Axis Mundi: non la conoscevo affatto, già il nome è una favola, e uno sguardo agli articoli e alle proposte culturali mi ha fatto venire voglia di leggere tutto e conoscerli meglio. Ecco come si definisce: Rivista di cultura, studi tradizionali, antropologia del sacro, storia delle religioni, folklore, esoterismo, letteratura del fantastico. A cura di Marco Maculotti.
Ringrazio chi la ha segnalata, ho un nuovo bel canale da seguire.
Per tornare alla “mia parrocchia”, la SF, un voto fantascientifico lo do a Un’ambigua utopia, rivista storica che è stata rimessa in piedi con l’impegno di molt*, come Nico Gallo, Laura Coci et al. Persone molto esperte, che possono dare al nostro genere preferito una prospettiva storica e profonda.
Romanzo di fantascienza di autore o autrice italiana
Non posso non votare “Resurrezione” di Elena Di Fazio, Premio Urania 2020 con una storia pazzesca dalle atmosfere incredibili, che osa chiamare in causa la filosofia e gli scrittori di fantascienza dentro l’intreccio, che conta anche una seconda parte ad altissima azione e tensione.
Mi è piaciuto tantissimo “Blu Espero” di Luigi Rinaldi, Delos Digital, altra storia dalle atmosfere eccezionali, che su una Venere “vintage” inscena un mistero inquietante e teso, che tiene incollati dalla prima all’ultima pagina.
Non vedo tra le segnalazioni, quindi lo segnalo qui ora, “Come volano le api” di Chiara Castello, pubblicato dalla casa editrice femminista Le Plurali. È un esordio letterario: contiene quindi alcune tipiche ingenuità del caso, se viste dalla “nostra” lente di fantascientistə più espertə. Tuttavia, si misura con temi importanti, lavorando sullo stile e sulla voce narrante in modo azzeccato e coraggioso. Per “Come volano le api” ho scritto la postfazione, concentrandomi sul problema della violenza e della disumanizzazione del carnefice, tema affrontato nel romanzo, che fu trattato anche da grandissime romanziere come Toni Morrison e Ursula K. Le Guin.
Antologia italiana
Tra le antologie c’è “Quando il sole bruciava”, a cura di Delos Veronesi e Franco Ricciardiello, Delos Digital, che contiene un mio racconto: “Nove Anni”.
Questo racconto è stato importante per il mio percorso e chiama in causa le relazioni tra Italia e Albania, con la voce di un personaggio a cavallo dei due mondi quando tutto sta crollando.
Per questo racconto usai una parola che nel 2013 conoscevano in pochi: RESILIENZA. Dopo di che, è diventato un termine gradito ai padroni, quindi di uso comune e propagandistico. Spero che con ciò non perdiamo anche quello che di prezioso la resilienza ci deve dare.
Detto ciò, l’antologia vuole recuperare la distopia italiana prima che essa evolvesse diventando “il distopico” (anche questo, forse, utile ai padroni per spianare il nostro immaginario). Contiene racconti pazzeschi che oggi possono essere visti come “il futuro del nostro ieri”. Un recupero prezioso.
Darei un voto anche a HUMAN a cura di Diletta Crudeli, Moscabianca, anche se non l’ho letto tutto. Alcuni racconti comunque sono notevoli, il volume stesso è molto bello, e soprattutto il tema è di quelli che il fantastico non dovrebbe mai, mai trascurare né dimenticare.
Terzo voto: “Temponauti”, l’Urania Millemondi italiano dell’anno scorso, per dare riconoscimento a una new wave di Urania, guidata da Franco Forte, che sta valorizzando penne nostrane sia esperte che esordienti.
Racconto italiano su pubblicazione professionale
“Addendum alla proposta di legge sul diritto all’autodeterminazione degli oggetti” di Sephira Riva, uscito per la nostra collana Futuro Presente, Delos Digital. Una storia simpatica, divertente, avvincente, arguta. E la prima opera di narrativa italiana a usare il linguaggio inclusivo, ovvero asterischi e scevà. Assolutamente a ragion veduta, dato che tra i personaggi ci sono persone non binarie ma anche inclassificabili alieni gassosi. L’esordio narrativo di Riva dimostra che la fantascienza ha un potenziale enorme e prezioso per la nostra contemporaneità.
“Lasciate fare a Elvis” di Laura Silvestri, collana Atlantis di Delos Digital. Una storia “condominiale” che pian piano rivela una ambientazione futura tristemente plausibile: eppure, una storia che si segue con il sorriso e si chiude con tanta speranza. Laura Silvestri racconta i grandi temi di domani, visti da un palazzo della Magliana. Mi perdonerete se penso che è in luoghi simili che tante cose si capiscono meglio e prima.
“Specie inferiore” di Lukha B. Kremo, Futuro Presente, Delos Digital. Il primo racconto con cui Kremo apre una nuova saga, ambientato in una Livorno postumana popolata da specie diverse, con varie mutazioni, che convivono su equilibri fragilissimi. I protagonisti di questa storia sono piccoli di insetti: delle loro rispettive specie hanno aspetto e caratteristiche, della loro età hanno il cuore, la lucidità, la voce che va dritta al punto. “Specie inferiore” commuove e fa pensare.
Racconto italiano su pubblicazione non professionale
Ringrazio chi ha segnalato, in questa categoria, il mio “Il perfetto qualsiasi cosa”, uscito a fine anno per la rivista Fondazione SF. Purtroppo non credo sia candidabile, perché era già uscito per la raccolta di Della Vigna “Anelli intorno al sole”, qualche anno fa. L’ho revisionato e ho modificato qualche cosa, ma è probabilmente troppo poco, il racconto è quello. Date il vostro voto ad altre storie candidate!
Riviste professionali
FANTASY VOICE è una rivista nuova, lanciata in cartaceo e diretta da Simone Bonaccorso, che anima anche Stranimondi. È bella, intanto, è ben presentata; e contiene rubriche e contenuti molto attuali. Ho contribuito al primo numero, con un pezzo che mette in relazione gli scenari catatrofici della distopia climatica con le suggestioni dantesche.
Articolo su pubblicazione professionale
Tra gli articoli ne vedo di interessantissimi, che non ho letto ma vorrei tanto, come quello sul folk horror di “The wicker man” o quello su Blair Witch Project, o su “L’arcano incantatore”. Sono tutte su Axis Mundi, che come dicevo ho deciso di votare a fiducia tra le riviste, proprio in virtù di questi contenuti che mi paiono davvero interessanti.
Ce n’è anche uno mio, comunque: “L’Inferno in Terra: la Distopia Climatica”, uscito sul numero 1 di Fantasy Voice, nel quale ho ragionato sugli scenari apocalittici della distopia climatica moderna, mettendo in risalto il debito specifico verso l’Inferno di Dante.
Un articolo simile l’ho pubblicato su ROBOT 93: “L’Inferno in Terra: la Distopia Climatica” è più lungo e contiene discorsi un po’ diversi, più tecnici e meno divulgativi, con riferimenti cinematografici e bibliografici variati.
Rilevante è anche il contributo di Giuliana Misserville su Fantasy Voice: “Il dono dei mostri”.
Articolo su pubblicazione non professionale
Tra gli articoli non pro pure ce ne sono di bellissimi, che ho anche letto e apprezzato molto, qui limitarmi a tre sarà un problema, quindi non esprimo un parere adesso.
Voglio però gettare un sasso nello stagno e proporre un mio pezzo: “Leggere distopia in covidistan”, che ho scritto a fine luglio 2021, poco prima dell’introduzione dell’infame lasciapassare amministrativo al quale i nostri diritti civili e umani sono stati subordinati, il cosiddetto “green pass”.
Se la fantascienza e la distopia servono a qualcosa, servono adesso, scrivevo. Mi sono molto esposta con questo appello, che non è stato pienamente raccolto da chi si occupa professionalmente di distopia, ma ha comunque generato dei dibattiti.
Vi chiedo di votarlo perché rispetto a un anno fa nulla è ancora finito, e se la fantascienza serve a qualcosa, facciamo in modo che serva adesso.
Altri miei articoli proponibili erano la recensione di “Corpi magici”, il saggio di Nicoletta Vallorani e Anna Pasolini, pubblicato per La Bottega del Barbieri.
E sempre per il blog di Daniele Barbieri, la recensione di “Le donne del millennio” antologia di fantascienza delle donne pubblicata nel 1978 a cura di Virginia Kidd e ora fuori catalogo.
Ma resti giusto per la cronaca, non per autocandidatura. Ci sono pezzi più meritevoli, come quelli di Laura Coci e “Le madri nel fantasy. Un vuoto da riempire” di Gloria Bernareggi.
Sulle altre categorie non ne so abbastanza per segnalare, oppure non mi paiono troppo rilevanti, come nel caso dei film internazionali. Il Premio Italia è per il momento un riconoscimento “interno”, quindi trovo abbastanza irrilevante andare sui massimi sistemi.
Questa è in fondo anche una critica rivolta al Premio Italia.
Non parlo delle polemiche diffuse da rosichelli che buttano palate di fango sul Premio salvo poi dibattersi per vincerlo invano. Mi riferisco all’opinione, che ho avuto modo di ascoltare, di persone amanti della fantascienza, e poco interessate a quelle che percepiscono come “beghe interne”.
In parte condivido questa constatazione. Il fatto che alla fine i votanti siano poche centinaia può essere inteso in modi diversi… Da parte mia non trovo così terribile il fatto che una piccola comunità si assegni dei riconoscimenti interni (senza le palate di fango staremmo tutt* meglio, a dire il vero, ma questo non è un problema del premio, è un problema di chi spala). Allo stesso tempo, penso che si potrebbe benissimo ripensare il Premio con una prospettiva diversa, come una sorta di “aggregatore” che consenta un dialogo più ampio e una circolazione maggiore dei titoli, dei nomi, degli scambi.
Già nel 2019 facevo questa proposta:
C’è nell’aria una riflessione, aperta già nell’assemblea Italcon del 2018, sull’ampliamento della base votanti del Premio Italia, o meglio, di quella che dovrebbe essere la vera base votanti: quella dei lettori e delle lettrici. (…) La nostra dodoproposta è radicale e ne approfitto per rimetterla nero su bianco: un disclaimer in coda a qualsiasi libro SF pubblicato, credenziali personali e voto a chiunque compri un libro SF e voglia loggarsi. (…) O forse il discorso è proprio questo, sempre questo, sempre lo stesso: vogliamo davvero aprirci al mondo vero?
Dal post: Italcon 2019 – Qualche riflessione / DODO’S DEATH NOTES
La mia idea resta la stessa: se si vuole allargare questo Premio Italia, lo si faccia in modo deciso e ampio. Questo porterà certamente a qualche anno di confusione o smarrimento, ma se restiamo ben concentrati/e sullo scopo (aumentare i/le votanti per aumentare il pubblico di chi legge) penso che il Premio Italia potrebbe diventare una bella e nuova occasione per far circolare tanto fantastico e tanta fantascienza dove ce n’è bisogno.
Auguri comunque a tutte e tutti i candidati al Premio, e come sempre viva la fantascienza e il fantastico italiani!

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