Buon martedi! E buona nuova puntata della nostra serie di post sulla scrittura felice.
Scrivere felice significa integrare la scrittura nella tua vita, in un modo che ti consenta di migliorare e di crescere stilisticamente, e che allo stesso tempo ti migliori le giornate.
Per quale motivo le persone che hanno una qualsiasi passione, dalla danza al trekking al collezionismo, ne parlano con entusiasmo e felicità, mentre chi scrive finisce spesso in uno stato semidepressivo fatto di lagne su quanto è brutto l’ambiente, quanto è ignorante la gente e quanto è senza cuore il mondo del libro?
C’è un modo per evitare tutto questo, senza cadere per forza nella trappola opposta, ovvero: “il mondo non capisce la mia immane perfezione ma non importa, io sono l’ottava meraviglia e la storia mi darà ragione”?
Secondo me sì: una terza via esiste.
Siamo qui per scoprire insieme qual è.
E abbiamo già fatto alcuni passi.
- INTRO: la scrittura felice e questa serie di post. Perché, a che servono, chi sono io che mi permetto di dire tutte queste cose con tanta sicurezza?
- PRIMO PASSO: leggere è la base di tutto. Ma cosa? Come? Te lo sei mai chiesto? Hai mai pensato che anche il modo in cui leggi e la scelta dei titoli possa influenzare la tua scrittura?
- SECONDO PASSO: la radice della tua storia è la tua motivazione, quello che ti ha spinto a pensare e ideare proprio quella. Trovalo, tienilo ben presente, e sarà tutto diverso.
Ora, il TERZO PASSO: la pianificazione preliminare, ovvero il progetto ragionato e dettagliato del tuo edificio.
La pianificazione preliminare è una fase cruciale: un tempo investito prima che è un tempo risparmiato dopo, e che ti farà scrivere molto più facilmente e velocemente.
Scalette, schemi, profili dei personaggi, racconti spinoff, descrizioni, appunti liberi. Non sottovalutare l’utilità delle scritture preparatorie e in generale della tua presenza in sala radar.
Può essere difficile, lo so: perché la pianificazione è una prassi a cui in generale non siamo molto abituati.
Quanti lasciano sulla propria scrivania una lista di cose da fare per il giorno dopo? Quanti si preparano un piano alimentare? E chi di noi stila abitualmente liste della spesa, o delle faccende domestiche, o dei film/libri da vedere/leggere in sequenza?
Quanti di noi programmano in anticipo la propria settimana, mettendo in testa la “missione” generale e stendendo una lista di obiettivi a medio e corto termine?
Quest’ultima può sembrare un’esagerazione da invasati, eppure è una pratica raccomandata da Stephen Covey in “Le sette regole per avere successo”, un testo che ti consiglio assolutamente, una pietra miliare della formazione personale (e, inutile dirlo, bestseller planetario).
Tutte le cose vengono create due volte. C’è una prima creazione mentale, e una seconda creazione fisica in tutte le cose. Devi essere certo che il progetto, la prima creazione, sia davvero ciò che desideri, e di aver pensato a ogni cosa. Poi metti il tutto in mattoni e malta. Ogni giorno vai al cantiere e tiri fuori il progetto per stilare il piano di lavoro della giornata. Inizi con in mente la fine.
Stephen Covey, Le sette regole per avere successo (1989)
Pianificare è difficile perché è un’attività che prende tempo, attenzione ed energia. Ha una cosa in comune con la scrittura: meno si fa, più è faticosa.
È però utilissima e prima che tu la liquidi con un “non fa parte del mio metodo di lavoro!” ti consiglio di fare qualche tentativo serio e strutturato.
Per cominciare puoi provare con un racconto.
Quella del racconto è un’arte difficilissima. A livello di “palestra di scrittura” però è più semplice del romanzo, perché è più breve e può rispondere tranquillamente a unità di tempo e di luogo. Una scaletta delle scene può renderla ancora più facile.
Se poi ci aggiungi:
- una lista dei personaggi, e per ognuno tre aggettivi caratterizzanti;
- una lista delle ambientazioni e una parola accanto a ciascuna che connoti l’atmosfera;
- una singola frase che riassuma ciò che vogliamo dire: il perché scriviamo il racconto, le motivazioni, ricordi?
… ecco che la scrittura vera e propria, ovvero la fase di pura creazione, della quale parlerò molto presto, si farà ancora più facile e praticabile.
Investire tempo nel lavoro preliminare di selezione e organizzazione delle idee creative ci dà alcuni vantaggi che possono essere cruciali per la serenità della nostra scrittura.
- Ci abitua a strutturare le idee e a tradurle presto e bene in narrazione, cosa indispensabile a una scrittura professionale.
- Corollario della precedente, ci allena all’efficienza e all’azione.
- Ci consente di capire quali idee sviluppare e quali lasciare nel cassetto, perché al momento ci porterebbero fuori strada o perché magari non è ancora il momento di usarle. Questo è vitale se scriviamo per un concorso letterario.
Inoltre, la pianificazione preliminare ci consente di mettere meglio a punto un’altra attività importantissima per molte scritture: la documentazione. Chiedendoci cosa vogliamo scrivere, possiamo renderci conto di cosa ci serve sapere, e studiare di conseguenza per costruire ambientazioni, ideare intrecci, approfondire personaggi… e non prendere cantonate.
Insomma, la pianificazione è una fase che considero imprescindibile in qualsiasi scrittura (io la faccio anche per articoli tecnici e per recensioni) e che raccomando di praticare.
Ne ho scritto parecchio nel “Manuale di scrittura di fantascienza”, che trovi in tutte le librerie e che contiene un metodo pratico di scrittura valido per qualsiasi genere.
E ne abbiamo parlato molto anche sul blog di Studio83.
Un post molto importante è questo: Blocco dello scrittore: cinque trucchi per superarlo
Eh, sì: perché l’ispirazione è bellissima, è fantastico prendere un foglio e una penna e iniziare su due piedi, via, senza farsi domande, scriviamo dove ci porta il cuore… poi qualcosa non torna, la frenesia ha un calo fisiologico, abbiamo riempito una montagna di fogli senza ben capire cosa… ed eccoci in un vicolo cieco, che per comodità e per autoassolverci chiamiamo furbamente il blocco dello scrittore.
Io scrivo professionalmente da quindici anni, e ho scoperto questo: il blocco dello scrittore non esiste, esistono pratiche poco funzionali che ci fanno sprecare tempo ed energie fino a chiederci chi cavolo ce lo fa fare.
Io non posso bloccarmi, semplicemente, perché sennò non mi pagano e perché sennò dovrei saltare la consegna, cosa che non esiste e non ho mai fatto: ma se togliamo la mia faccia e la mia situazione, restano i metodi che ho trovato per arrivare al mio obiettivo, alla fine della dannata storia, e quelli funzionano anche in condizioni diverse dalla mia.
La pianificazione preliminare è forse il momento più importante di tutti. Non trascurarlo e vedrai che il tuo impegno iniziale si tradurrà in una strada più semplice e meno angosciosa!
Per approfondire modi e strategie per pianificare, ecco qui:
- L’importanza della scaletta prima di scrivere: cos’è e come farla
- Perché la pianificazione preliminare migliora lo stile
- Errori strutturali di un romanzo: come evitarli
Lo so, lo so: tanti link, articoli, temi che meritano approfondimento.
Per questa ragione mollo un po’ il colpo, e il prossimo post della serie sarà una piccola digressione, un consiglio molto importante, ma che ti darà tempo per fermarti su ciò che vorrai, per leggere e per riflettere con calma.
Al prossimo martedì 🙂