Di poche ora fa è la notizia che è venuto a mancare Roberto Calasso, fondatore di Adelphi e studioso protagonista della scena culturale italiana da decenni.
Ricordo con piacere un paio di lezioni all’Università Statale di Milano, per il corso magistrale di Comunicazione editoriale che frequentavo, in cui il nostro prof. Alberto Cadioli (che sarebbe poi stato mio relatore) invitò a parlare Roberto Calasso.
Furono momenti formativi, nei quali Calasso si mise a nostra disposizione, e oltre a fare la sua lezione rispose in modo semplice e chiaro alle domande di studenti e studentesse e conversò con Cadioli: ci raccontò non solo la sua visione di editoria, ma anche ciò che secondo lui stava sbagliando l’editoria di quel momento.
Eravamo intorno al 2005.
Oggi l’editoria sbaglia per lo più le stesse cose, e i principi esposti da Calasso – uno tra tutti quello di identità dell’editore e del suo catalogo – continua a valere. E può essere prezioso per i nuovi editori indipendenti che si affacciano oggi sul mercato culturale.
I mezzi sono più potenti, l’agone affollato, i confini confusi: è per questo che la mappa deve essere quanto più possibile frutto di scelte precise e chiare.
Sono immensamente grata di averlo imparato dai migliori.
Grazie, Roberto Calasso, e buon viaggio
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