Vogliamo ancora il pane
E vogliamo che le rose vivano sui loro steli
Verrà il giorno in cui vi toglieremo tutto
Per averne cura davvero.
È sempre stato difficile per me celebrare la Giornata del Lavoro.
Almeno, lo è da quando ho la consapevolezza che il lavoro delle donne, sulle cui spalle poggia l’intera riproduzione sociale, non è riconosciuto né retribuito, ma svilito e retrocesso a destino biologico, per mantenere proprio quel sistema che sfrutta tutti gli altri (oltre a depredare il pianeta).
Quest’anno però e ancora più difficile: dopo la “parentesi” in cui il lavoro è stato usato come un ricatto per costringere a cedere il corpo, la festa è proprio fuori discussione.
Anche perché la parentesi non è ancora chiusa.
Si profila lo scenario per cui ci sarà permesso di guadagnarci il pane (magari con lavori anche di m***a) solo se saremo bravə e obbedienti.
Be ready & be strong, che al be hungry ci penseranno i padroni
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