La recensione è un testo con il quale si valuta, si analizza, si interpreta un altro testo.
La recensione di romanzi e racconti, di testi letterari, ne prende in esame sia gli aspetti di contenuto, che di forma e di estetica; di stile, per capirci.
Alcune recensioni (come le recensioni di Studio83) entrano ancora di più nello specifico parlando di dettagli editoriali.
Gli interventi sul testo (le bozze sono corrette bene o ci sono refusi? L’editing c’é o ci sono errori? Se c’è, è ben svolto, o si vede troppo?).
E poi c’è il paratesto, la copertina, l’edizione, la “confezione”.
La recensione, insomma, è un testo di servizio.
Serve a moltə e a molte cose:
- serve a chi recensisce, perché dà modo di esprimere un’opinione in modo circostanziato ed efficace;
- serve all’editore/a, perché mette in luce un suo titolo;
- serve all’autrice/autore, perché fornisce un feedback professionale;
- serve, soprattutto, a chi legge, perché lə informa e propone interpretazioni e chiavi di lettura, magari corredate di approfondimenti a tema.
Se ami leggere libri, amerai anche la lettura di recensioni.
Se ami tantissimo leggere libri, magari sei già al passaggio successivo: condividere le tue impressioni proprio attraverso una recensione, pubblicata sul tuo blog o su un forum.
Se poi ti dedichi alla scrittura, il rapporto con la recensione è ancora più profondo.
Scrivere recensioni è una buona palestra per il tuo stile e per il tuo “occhio” clinico, che si allena anche così: leggendo ed esprimendo pareri tecnici ragionati.
Io amo leggere recensioni. Lo faccio sotto tante “vesti”.
Da lettrice. Appena finito un libro che mi ha colpita, non vedo l’ora di scoprire qualche notizia in proposito, e i pareri di altrə lettorə in gamba.
Da scrittrice. Le recensioni ai miei racconti mi servono, specialmente se critiche. Mi sorprendono anche, quando scopro letture diverse da quello che immaginavo.
(Ad esempio per il mio racconto “Nove anni” il mio protagonista è stato descritto a volte come un uomo in gamba che cerca di salvare la famiglia, altre come uno psicopatico.
E il mondo agreste post-decrescita di “Il nostro seme inquieto”, mondo che tutto sommato non mi dispiacerebbe, è stato definito “triste”.)
Da recensora. Leggere belle recensioni mi aiuta a mantenere alti i miei standard, e leggerne di cattive mi fa capire meglio cosa voglio e devo evitare.
Sì, perché ci sono anche le cattive recensioni.
Recensioni che non servono a nessuno, o peggio danneggiano qualcuno. I modi per scrivere cattive recensioni sono molti: tanti quanti i modi per condurre cattivi matrimoni… per parafrasare Tolstoj!
Ne ho individuati alcuni e li ho messi in un ordine preciso: secondo quanto mi irritano!
1 – Ci sono le recensioni scritte male.
Semplicemente, a livello linguistico e stilistico. Questo difetto si perdona tranquillamente nel caso di recensioni scritte per piacere, su un blog personale, dove ciò che conta è la propria opinione, il proprio vissuto.
In contesti professionali, la cosa si fa meno rilassante. Anche lì esistono testi poco curati, con errori redazionali o ripetizioni. Cosa più ricorrente, frasi molto lunghe, concetti esposti in modo poco chiaro perché si vuole scrivere difficile.
3 – Ci sono le recensioni non scritte.
Riscrivere la quarta di copertina o riportare il comunicato stampa non è scrivere una recensione, ma fare una segnalazione.
Non lo chiamo dare una notizia, perché già si richiede una rielaborazione minima. Non lo chiamo fare pubblicità perché a volte non c’è la voglia di prendersi manco quel disturbo.
Apro la mail dell’editore/amico, copio, incollo, pubblico.
Annoio chi legge, fingo di aiutare il committente, abbatto il rank della pagina su Google. Sì, perché i motori di ricerca penalizzano i copia incolla multipli!
4 – Ci sono le recensioni scritte troppo.
Quelle piene di spoiler. Quelle che mi fanno proprio arrabbiare.
Una volta, ho protestato con una rivista online per una rivelazione chiave (era su di un film che non avevo ancora visto) e la risposta è stata davvero pessima. Lo racconto nel post di Studio83 NO agli spoiler.
Le recensioni con anticipazioni a tradimento sono il peggior servizio che si possa rendere a tutti e ti consiglio di evitarle. Non leggere più nulla del sito/blogger in questione (puoi anche protestare, chissà che capiscano) e in veste di articolista… non scriverle!
Se le cattive recensioni danneggiano uno o tutti gli attori in gioco, quelle buone hanno un effetto positivo generale e indifferenziato, anche quando si esprimono pareri negativi.
Sì, perché la recensione non è una promozione.
Non siamo obbligatə a recensire solo libri che ci piacciono, non farti convincere da chi spaccia questo inutile, floscio buonismo!
Del resto, non dobbiamo nemmeno convincere qualcunə che il libro vada letto.
Una buona recensione, con il suo equilibrato informare-analizzare-interpetare, aggiunge un tassello al mosaico, suggerisce modi di vedere, aumenta il dibattito, aggiunge la sua voce e, si spera, la sua armonia alla conversazione infinita della cultura.
Non è bello che tutti si debba pensare allo stesso modo, è la differenza di opinioni quella che rende possibili le corse dei cavalli.
Mark Twain
Scherzi a parte: è importante scrivere buone recensioni, tenendo sempre a mente che la recensione è un testo di servizio: non serve a dare sfoggio delle tue competenze né a mostrare quanto sei simpaticə / perfidə / temibile / o che hai fatto l’università.
La recensione è un momento di condivisione, nel quale metti un tassello sperabilmente utile ad altrə per un discorso generale o particolare su un certo titolo. Tutto qui.
Tutto qui? Non è affatto semplice, invece! Ma se vuoi scrivere una recensione, tieni almeno a mente una regola aurea: l’oggettività non esiste, la lealtà sì, ed è fortemente raccomandata.
Buone scritture 🙂
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