Vuoi pubblicare? Devi Fallire! (III)

diario-thManca solo UN GIORNO all’uscita del mio romanzo (che è già visibile nello Store Delos! Sorpresa!).
E allora?

Allora in questi pochi giorni sto ripercorrendo la lunga storia che mi ha portato a pubblicarlo.

La sua prima versione risale alla mia adolescenza! Per questo motivo, l’uscita è un evento che mi coinvolge molto. Oggi, ho un po’ di esperienza e qualche pubblicazione già all’attivo: ma questa è decisamente diversa!

Un successo merita sempre una festa. Un successo che arriva dopo una lunga serie di fallimenti merita una ricorrenza!

Immagine: “Il grande Gatsby”

 

pubblica-thI problemi affrontati sono preziosi a loro volta, quando insegnano qualcosa. Cioè: quando hai voglia di imparare qualcosa!

In questi lunghi anni nei quali ho mandato in giro il romanzo ho imparato:

Un’altra lezione che mi è servita e che ho imparato passando per qualche imbarazzo è questa: parlane in giro… per chiedere in giro!

Pubblicare: l’importanza del confronto diretto

Confrontarsi in modo diretto non è mai un male, specialmente se il confronto è accompagnato da:

  • una riflessione preliminare
    (cosa devo chiedere? Quali informazioni voglio comunicare, e perché? Che reazione vorrei suscitare nel mio interlocutore? Dove mi trovo, in che contesto, con quale tipo di persona?)
  • un ascolto attento e partecipe
    (che di solito è più elegante manifestare con il silenzio e con uno sguardo attento puntato sul viso dell’interlocutore)
  • una vera presenza di spirito a sé e all’altro
    (cosa sta dicendo? Posso intervenire per chiedere specificazioni? Posso fare una domanda, come e quando? Come rispondo? Cosa ho di interessante da aggiungere?)

Per capirci:

“Ho scritto un romanzo! Parla di bla bla, poi accade bla bla, il mio stile è bla bla, ho poi aggiunto questo bla bla”…

NO.

“Ti piace la fantascienza? Cosa hai letto? Pensi che ti piacerebbe una cosa di questo genere? Cosa cerchi in un libro di avventura? Quel tale romanzo ti ha convinto? Conosci quel concorso letterario, come funziona? Come ti sei trovato con il tale editore? Cosa cerchi negli autori che pubblichi?”

… Sì!

Fare domande è un metodo infallibile per scoprire, imparare, capire qualcosa degli altri… siano potenziali lettori, esperti del settore, scrittori disposti a condividere qualche consiglio (sì, ne esistono: ma non vengono allo scoperto finché non ci provi. Relazionati in modo positivo e godrai dei benefici del circolo virtuoso della pubblicazione).

Immagine: targetdonna.it

 

Attenzione, perché anche qui la delusione è in agguato: le risposte che otteniamo non sono quasi mai quelle che ci aspettiamo o che ci auguriamo. Possiamo incavolarci e ignorarle: o possiamo prendere quello che ci sembra utile e lasciare da parte il nostro delicato ego.

Le delusioni di quest’ultimo tipo comunque sono già un premio, un bel passo avanti. Nel corso di anni di lavoro, mi sono imbattuta in centinaia di persone che per “spingere” i propri testi sbagliavano clamorosamente approccio, modo di fare, parole, contesto… ed è un vero peccato, perché equivale a non staccarsi nemmeno dai blocchi di partenza.

Quindi ricorda che è molto importante che ragioni prima: prima di andare a una fiera, prima di andare a un incontro specifico, prima di uscire di casa con il tuo romanzo in testa.
Non appena finisci di scriverlo, e quando inizi a cercare una pubblicazione, poniti il problema di come presentarlo, di cosa dire, di quali informazioni e risorse ti mancano e vorresti avere per andare avanti nella tua strada.

think
Immagine: niceandsunny.com

 

Ti racconto cosa è successo a me.

Molti anni fa, lavoravo per un piccolo editore milanese con il quale partecipai a una fiera del libro cittadina. Essendo una persona espansiva e disinvolta, chiacchieravo volentieri con i passanti, i lettori e i potenziali acquirenti. E in questo modo scoprii che una di loro era una lettrice e valutatrice Adelphi.

“EHR! Ah. Adelphi. Beh, sa, io ho scritto un romanzo. Parla di mare. Cioè, di fantascienza. Cioè, sa, è una cosa particolare, mai letta prima, un mix di generi, sperimentale, se ha un momento le spiego…”

Lei mi guardò con evidente pena. Poi mi porse un biglietto da visita e mi disse qualcosa del genere:

“Riceviamo tonnellate di roba, centinaia di manoscritti. Se vuoi, prova. Pensi che il tuo possa risaltare? Se ci credi davvero, se pensi veramente che il testo valga, che valga la pena, che valga qualcosa… mandalo pure.”

Io presi il biglietto, con un vago senso di vergogna e la bocca secca, ringraziai e battei in ritirata nello stand dell’editore. Non riguardai mai quel biglietto e non mandai mai nulla a quell’indirizzo.

Immagine: nicolettacinotti.net

A distanza di undici anni posso anche dire che fossi stata in quell’editor avrei risposto in modo diverso a una ventenne. Anche in un momento di relax, anche davanti all’ennesimo romanzo sperimentale non richiesto.

Qualche anno dopo, non molti a dire il vero, ero alla Fiera di Torino a presentare la neonata Studio83 insieme a Elena Di Fazio. Non presentavamo in una sala o in un evento, ma sul campo: realizzammo dei video e delle interviste per una web tv libresca che chiamammo “Editori in Fiera”.
(E se ti venisse da dire che anche questa è una “conoscenza”… lavora gratis e “conoscenze” simili fioccheranno. Più del dovuto e non sempre raccomandabili. Ma tutto serve e ha un senso).

Arrivate allo stand di Delos Books, incontrammo lì il compianto Gianfranco Viviani, che Elena aveva già visto.
Come? Dove? Conoscenzaaaa!
No: Elena si era distinta ad alcuni concorsi letterari Delos (quindi, ti ripeto: scegli bene i concorsi letterari e presidiali!)
Così, tra una chiacchiera, una rievocazione e l’intervista, avemmo una conversazione piacevole e istruttiva: soprattutto perché Viviani era una miniera d’oro di aneddoti e una persona molto gentile e alla mano.
Alla fine, prima di salutarci, mi venne da dirgli:

“Ma lo sa che anche io scrivo? Pensi che quest’anno sono pure arrivata in finale al vostro Premio Odissea”!
“E con cosa?”

Quando gli dissi il titolo del romanzo, annuì.

“Sì, sì, lo ricordo. L’hai scritto tu? BRAVA! Vai avanti così.”

Immagine da greenme.it

Magari me lo avrebbe detto lo stesso, anche se mi fossi presentata solo e subito con il titolo del romanzo. Magari potevo scegliere un esempio più calzante, tra le tante conversazioni che mi sono state dimostrate utili.

Ma in questa serie dedicata alle delusioni, condivido anche un momento bello e importante: il momento in cui sei in giro, pensi ad altro… e all’improvviso, wow! Un lettore “top” si ricorda di te, ti riconosce qualcosa, e ti invita a continuare.

Proprio a lui ho dedicato il romanzo: alla memoria di Gianfranco Viviani, un editore importante e un gran signore, uno che ha fatto cose grandi come la Nord, e cose piccole come trattare bene una scrittrice in erba.

Viviani nel 2007, nel corso della nostra intervista

3 commenti

  1. ..e l’eleganza dello stile é un’attitudine..mai stilosa a vuoto, mai debole,solo brava.
    restiamo in attesa della versione libro Gold(rilegata)
    Ma come si fanno le prime in e.book?

    1. 🙂 Grazie Silvia! Perdonami del ritardo nel risponderti ma ho avuto un attacco di spammer che mi ha rincretinito ^_^ Per il cartaceo mai dire mai… ho qualche idea… lavori in corso! 🙂

I commenti sono chiusi.