Come pubblicare superando i fallimenti

L’uscita del mio romanzo, pubblicato dopo anni di ricerca e quindi di rifiuti, è stata l’occasione utile per rivedere il suo percorso e trarne alcune conclusioni utili.

Nelle scorse settimane ho quindi dedicato una serie di post all’argomento: fallimenti e rifiuti editoriali, con il titolo: “Vuoi pubblicare? Devi fallire!”

Quello che ho cercato di spiegare è che i fallimenti servono, e tutti noi autori dobbiamo necessariamente passare per la fase del rifiuto. Solo così possiamo crescere e realizzare un successo vero e soddisfacente.

Una volta c’era questa cosa che mandavi un romanzo, te lo rifiutavano, cercavi di migliorare, te lo rifiutavano ancora, miglioravi ancora e alla fine arrivavi alla pubblicazione perché avevi imparato davvero a scrivere.
Oggi lo mandi, te lo rifiutano e tu te lo autopubblichi su Amazon.
Silvio Sosio, editore Delos

Nel corso del mio lavoro di editor ho letto tanti manoscritti e ho vissuto insieme agli autori moltissimi rifiuti e respingimenti da parte degli editori. E non dico che non sia brutto da vivere, lì per lì.

Una cosa ancora peggiore, però, è quando il romanzo viene accettato. E pubblicato. Quando non è ancora pronto!

E così il tuo libro viene letteralmente bruciato: grazie alla tua fretta. E al contributo operativo di editori a pagamento che si accattano tutto; o di piccoli stampatori poco selettivi; o di professionisti che ti pubblicano in nome della vecchia amicizia o della parentela o della simpatia o della raccomandazione…

E così pubblichi un romanzo immaturo. In futuro arrossirai a rileggerlo e vedrai belli evidenti gli errori che anche i lettori notano, a tutto svantaggio del tuo nome.

Secondo te, quando pubblicherai il secondo romanzo, quei lettori lo ricompreranno?
Secondo te Amazon si dimentica delle recensioni negative?
Secondo te, qualcuno accetterà di ripubblicare il tuo romanzo riveduto e corretto e migliorato?

La risposta è sempre no. E questo, credimi, è il fallimento più duro di tutti.

Impariamo dagli ostacoli che incontriamo: così il successo sarà un vero successo, quando ci arriveremo!

Durante il tuo percorso, riceverai pareri negativi, bocciature e vere e proprie bastonate: leggendo il primo post della serie, impara a prendere il meglio da ogni stroncatura con alcuni metodi utili per ripartire subito, e trasforma ogni no in un pieno di carburante!

I concorsi letterari sono importanti. Anche qui, non andare a caso! Scegli i premi letterari più seri e soprattutto i più adatti al tuo manoscritto, in modo da prendere il meglio dall’esperienza anche nel caso in cui non vinci. Questo nel mio secondo post della serie, dedicato appunto ai premi e concorsi letterari più utili!

Leggere e scrivere sono attività solitarie, ma non sono le uniche necessarie se vuoi pubblicare! Muoviti, frequenta le fiere, mettiti in gioco personalmente e cerca il confronto diretto nel modo più giusto. Segui i consigli del mio terzo post della serie, dedicato appunto a come comunicare e imparare dalla conversazione diretta, e dove cercare occasioni di incontro proficuo.

L’ultimo post, il quarto, conclude la serie e contiene degli ultimi consigli per affrontare bene le delusioni, per non crearsene di nuove e per ragionare sul percorso e sugli obiettivi. Conosci il contesto nel quale ti muovo? Sei in grado di prefigurarti la tua meta? Hai mai pensato a stilare un bilancio delle tue tappe intermedie? Quanto ci credi?

La lucidità è un elemento imprescindibile di ogni lungo percorso.
Per questo ho scritto i post: per darti l’opportunità di ragionare in modo distaccato e presente, senza che le emozioni legate all’insuccesso (che pure sono lecite e importanti da vivere appieno) condizionino negativamente i tuoi obiettivi e la tua vita.

I fallimenti sono segnali che devi cambiare i tuoi atti, quello che fai, come ti comporti. Ma non devono intaccare il tuo senso di identità, sminuire quello che sei e come ti senti.
Il tuo valore rimane tale, non sei una persona “peggiore” perché becchi tanti no!

Auguri, quindi, di buona strada. E in bocca al lupo per il tuo manoscritto! 🙂

3 commenti

  1. […] raccontato nella serie di post: “Vuoi pubbilcare” Devi fallire!” Anche in questo caso, il concetto “positività” è affrontato dal punto di vista pratico e […]

  2. Buongiorno Giulia, espongo a caldo qualche breve pensiero sorto in me dopo la lettura dei tuoi post.
    E’ innanzitutto vero che il passo dell’autopubblicazione, da molti (troppi?) intrapreso dopo il rifiuto degli editori, è spesso un errore: io stavo per commetterlo ma mi sono fermato, credo in tempo. Non la “gloria” del mio nome su una copertina è, infatti, ciò che ambisco, bensì raccontare (in versi e in prosa).
    Il guaio dei rifiuti è non tanto il riceverli, se argomentati dall’editore, quanto la mancanza di una spiegazione, di un pur minimo confronto dialettico. Il silenzio assoluto di un editore di fronte a un manoscritto inviatogli equivale al vuoto spinto: si galleggia a gravità zero senza confini e riferimenti.
    Giudicare, infine, remota la possibilità che un editore (o un concorso letterario) possa “attingere” ad un opera inedita è piuttosto una speranza che una certezza. I casi di furto delle idee sono, purtroppo, molto maggiori di quanto si pensi. Editori (e scrittori di successo) vivono dell’altrui fiducia nella serietà. E i furbi confidano proprio nell’abito di serietà indossato per gabbare il prossimo.
    Saluti

    1. Buongiorno Marco! Intanto perdonami del ritardo nel rispondere a questo tuo commento, ho avuto un massiccio attacco di spammer (volevano tutti Nelson? Chissà^^) e ci ho messo un po’ a capirci qualcosa!

      Detto questo, ciò che scrivi è tutto giusto. Per un autore può essere frustrante non avere riferimenti o risposte dialettiche.
      Forse cercarle dagli editori non è la strategia giusta, però, dato che gli editori non sono tenuti a dare pareri e a valutare manoscritti, altrimenti non lavorerebero più. Ovviamente buona norma è che almeno rispondano “no”, ma il perché e il giudizio, ti assicuro, è impossibile darlo a tutti se si vuole anche portare a casa un catalogo 🙂

      Ecco perché un modo giusto di procedere per evitare frustrazioni di questo tipo è rivolgersi a editor come noi, per avere un parere professionale. Altrimenti, ci sono forum, siti di lettura incrociata, parenti pazienti… 🙂

      Relativamente al furto di idee, io lavoro da quasi quindici anni in questo settore e di storie di furti di idee ne ho sentiti pochissimi… li conto sulle dita di una sola mano. Per quanto mi riguarda preferisco far girare i manoscritti, magari tutelndomi con qualche trucchetto, ma cercando un confronto e degli sbocchi dialettici.

      Ciao e grazie davvero per questo tuo contributo!
      Giulia

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