Leggere libri in Covidistan. Consigli e strategie per non smettere di leggere! [Articolo in aggiornamento]

Dal 1 febbraio, in questo paese, sono entrate in vigore leggi che impediscono l’accesso ad esercizi pubblici e a negozi alle persone non vaccinate contro il Covid19 o non in possesso di lasciapassare “green pass”.

Ho già espresso in più sedi il mio sdegno nei confronti di questa situazione, che grazie al Governo dei Migliori ci regala giornate a metà tra una cupa distopia orwelliana (dominata dalla paura, dalla denuncia, da una neolingua per la quale il lasciapassare è “strumento di libertà”) e un nuovo capitolo di Comma22 di Keller (chiunque abbia figlie/i in età scolare sa di cosa parlo).

Riassunto delle puntate precedenti:

Ho scritto l’articolo “Leggere distopia in Covidistan”, in agosto 2021: vi levavo una voce preoccupata verso l’introduzione del green pass.
Il post si è sviluppato in un diario nel quale ho commentato la graduale discesa nell’assurdo quasi in tempo reale, servendomi di citazioni da importanti distopie.
Per il momento il diario è sospeso, sto leggendo altro e mi sono un po’ stancata di “levare voci”, tant’è che mi sto dedicando alla militanza politica attiva.

Ho anche portato avanti un tentativo di interlocuzione con le biblioteche pubbliche e con l’AIB – Associazione Italiana Biblioteche:

Non ho avuto NESSUNA RISPOSTA, né da Parise, né dall’AIB.

Anche questo fatto ha portato all’elaborazione collettiva di azioni da parte del comitato Resistenza Radicale, per il quale milito:

Trovo importante riepilogare tutto questo per introdurre il post di oggi, che aggiornerò gradualmente, e che si trasformerà così in un vademecum di sopravvivenza libraria per lettrici e lettori che rifiutano la discultura e l’esibizione del lasciapassare (indipendentemente da che siano vaccinat* o meno, quella resta e resterà sempre una legittima e libera scelta personale, slegata dalle considerazioni politiche che qui sono in ballo).

L’intento: non adeguarsi, ma avere cura di sé durante la lotta

Lo introduco così, questo vademecum, per specificare che i consigli che do NON sono un invito ad adeguarsi. Sono un modo per continuare a leggere e a stare bene anche mentre combattiamo.

Come non recedo dalle mie convinzioni sul lasciapassare, così non trovo opportuno votarmi a un’esistenza sacrificale: voglio continuare a fare tutto il possibile per godermi la vita, e nello specifico per procurarmi roba buona da leggere.

Nota a margine: Amazon e i megastore, anche no

Questo senza cedere alla soluzione più semplice: Amazon, una azienda sostanzialmente dannosa, anche per l’editoria. “Salvare” gli editori non è nelle mie immediate priorità, e mi è interdetto l’acquisto in libreria… ma continuo a non voler dare soldi a una multinazionale che evade le tasse, sfianca chi lavora e taglieggia chi vende.

Per non parlare della voglia che ho di dare soldi ai megastore… primo della lista: Feltrinelli, che ha già comunicato la propria totale adesione al green pass. (Che rivoltoni, Giangiacomo…)

Ma sono in generale le librerie, a deludermi, quelle librerie che tramite l’ALI – Associazione Italiana Librerie ci tengono a far sapere che obbediranno, con dichiarazioni loffie e cerchiobottiste come questa:

Ho dunque elaborato questa breve serie di soluzioni per leggere, trovare e acquistare libri senza dover usare il lasciapassare e senza dare soldi ai megavampiri o ai rettili.

Parto con i consigli!

1. Vai in libreria

Dal punto di vista politico, la disobbedienza civile è lecita e in casi come questo anche auspicabile. Ritirare il consenso a un governo che da due anni va avanti a decreti e illiceità a mio modo di vedere è doveroso: bisogna smettere di collaborare e disobbedire in ogni modo possibile, sempre, ovunque.

Qui parliamo pur sempre di libri e non pretendo che chiunque voglia avere un consiglio si voti a una attività gandhiana. Quindi in questa sede non esorto a violare una legge, nonostante sia una legge incostituzionale e odiosa. Invito piuttosto, se hai il green pass, a non esibirlo, in una difesa condivisa dei diritti di tutt*.

Se quindi hai un rapporto di cortesia con la tua libraia/il tuo libraio, invitalo con calma e gentilezza a vivere pericolosamente: facendoti entrare, chiacchierando con te e vendendoti tanti bei libri senza richiedere nessun lasciapassare. Tra l’altro, si parlava di controlli a campione, anche se sembra che la relativa faq in merito sia sparita.

Anche chi non ha il green pass potrebbe seguire questa strada. La differenza starebbe nel fatto che, in caso di controllo, farei il gesto di civiltà di dire che il libraio ha chiesto lasciapassare, ma io mi sono rifiutata di darglielo, e non essendo un carabiniere il libraio non ha potuto costringermi.
La cosa poi dovrebbe avere seguito: intanto chi richiede il gp deve essere in possesso di specifici documenti e autorizzazioni che è tenuto a esibire; poi, si può fare ricorso, arrivando di fronte a un giudice per difendere legalmente e legittimamente i propri diritti.
Questa e altre strategie sono consigliate dall’avvocato Alessandro Fusillo dell’associazione Difendersi Ora: in particolare con la “Strategia sorci verdi” e quella delle “Osservazioni al Prefetto”.
Si applica ai casi generali, dunque anche alle librerie.

Nel caso in cui il tuo libraio di fiducia non ti venga incontro, vivrai probabilmente qualche minuto di dispiacere e di smarrimento. Poi passa. E passa anche tu alla libreria successiva, chiedendo come si regolano.

A questo proposito, due raccomandazioni.

Uno. Scegli un momento tranquillo, senza persone nei paraggi. La paura è diffusa, e tra i clienti c’è anche chi alza un mare di storie se non vede un atteggiamento da tenente.

Due. Scegli librerie indipendenti, dove chi ti serve è chi manda avanti la baracca.
Non aspettarti solidarietà o proattività da commesse e commessi dei megastore. Probabilmente non avranno la forza di aiutarti. Non pretenderlo proprio da loro.

Le librerie indipendenti, però, non sono dappertutto. In molti luoghi, paesi, cittadine, il megastore è l’unica soluzione per comprare libri senza ricorrere all’online. Anche in questi casi, comunque, ci sono altri modi possibili per procurarti libri senza esibire lasciapassare e senza cedere ad Amazon.

2. Biblioteca – Deleghe e punti di ritiro

Anche per quanto riguarda le biblioteche pubbliche, che sono interdette a una parte di popolazione dai primi di agosto 2021, il discorso è complesso: non trovo giusto smettere di avvalermi del loro servizio, considerando che ho il diritto di prendere a prestito libri e materiale, come tutte le altre cittadine e gli altri cittadini, anche se non obbedisco alle discutibilissime imposizioni governative.

C’è anche il fatto che in molti luoghi le biblioteche pubbliche non solo non ci fanno entrare, ma si rifiutano di portare fuori i libri prenotati online, con una logica che non esito a definire punitiva.

Le alternative quindi sono tre:

  • mandi in biblioteca qualcun* munito di green pass, che attraverso videochiamata ti mostri gli scaffali, i testi in evidenza, gli allestimenti con le novità, etc., e fai prendere i libri da lui/lei, o con la sua tessera, o con la tua;
  • prenoti online tramite gli OPAC e i portali delle biblioteche quello che ti interessa, e mandi il volenteroso / la volenterosa con il green pass e la sua o la tua tessera;
  • prenoti online e, se c’è questa possibilità, attivi il ritiro in un punto fuori dalla biblioteca, che di solito è una libreria o una edicola. Come ho detto, dal 1 febbraio si può entrare nelle librerie e nelle edicole al chiuso SOLO con “super green pass”, quindi ti resta solo la possibilità di ritiro in edicola all’aperto.

Che dire? Con questo, la vocazione costituzionale di luogo di cultura e di giustizia sociale delle biblioteche di fatto viene meno.

Pagheranno tutto in tribunale, spero, quando e se riusciremo a ristabilire la legalità e la giustizia e a far rispettare i nostri inalienabili diritti. E a quel punto, mi accomoderò in aula senza alcun lasciapassare e mi godrò lo spettacolo.

La biblioteca, comunque, non è solo carta. C’è un’altra risorsa, molto usata da chi vive in piccoli centri o in città troppo grandi per avere la biblioteca dietro l’angolo.

AGGIORNAMENTO
Dal 1 aprile le condizioni della nostra vita sociale sono di nuovo state cambiate da un DPCM “cotto e mangiato”. Nonostante il governo e le sue trombe abbiano proclamato “la fine dell’emergenza”, molte restrizioni restano ed è espressamente dichiarata l’intenzione di tenerci il “green pass” come sistema di “gestione” di nuove emergenze.
Che dire?

Dal 1 aprile possiamo di nuovo entrare in una libreria e in una biblioteca senza esibire lasciapassari e qrcode. Questo non significa che sia finita e che possiamo lasciarci tutto alle spalle. Non è finita, non possiamo dimenticare e soprattutto dobbiamo continuare a lottare per eliminare completamente e definitivamente l’impianto del “green pass”.

E dobbiamo attrezzarci per non restare senza libri, questo pure è ancora valido!
Il mio approfondimento quindi continua, con altri consigli per procurarsi letture in barba a stato (“green pass”) e capitale (Amazon, megatore e altre realtà rapaci o prone al padrone).

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