Grande emozione, questo pomeriggio: sono “tornata” all’Università Statale di Milano, ateneo presso il quale mi sono laureata e che ricordo sempre positivamente, per i due bellissimi anni di corso magistrale di editoria che vi ho svolto. Oggi sono tornata lì non più da studentessa, ma da… ospite parlante!
Ho accettato con molto piacere l’invito di Nicoletta Vallorani, che con Anna Pasolini mi ha coinvolta in una lezione a studenti e studentesse del loro corso di laurea di Letteratura Inglese.
Il tema era la MIXTOPIA (parola inventata da Nicoletta Vallorani, dalla quale molte preziose riflessioni sono partite!) e l’abbiamo affrontato insieme a Giuliana Misserville, in collegamento.
Di fronte a un nutrito auditorio di studentesse e studenti, che ringrazio per essere venut* di persona nonostante la pioggiona, e a beneficio di diverse decine di persone collegate in absentia, abbiamo potuto dialogare, prima con due interventi “monografici”, di Giuliana e mio, poi con alcune battute con Nicoletta Vallorani, che non ha mancato di fornire un inquadramento prezioso e moltissimi elementi in più, profondi e sapienti, alla materia.
Per me è stato molto bello poter parlare di un argomento che mi appassiona, ovvero l’immaginazione del futuro: l’ho fatto attraverso una breve storia dell’utopia e delle distopia, poi con una correlazione tra i due sottogeneri e con un focus, in tutto questo, sulle scritture delle donne.
(Ed è stato un grande piacere incontrare poi di persona Elena R., ricercatrice “di stanza” a Parigi, esperta di utopia, anarchismo, e femminismo, che di passaggio a Milano è venuta alla lezione. Con lei il pomeriggio è continuato in modo meraviglioso.)
Inutile ripetere che fare tutto ciò nell’università che mi ha istruita, mi ha formata, mi ha instradata al mestiere che faccio, il tutto in soli due meravigliosi anni di magistrale… è stato un dono del quale ringrazio Nicoletta Vallorani e Anna Pasolini. Uno di quei “ritorni”, in una vita, che arrivano come segni e suggelli di una strada personale ancora tutta in divenire.
Grazie!

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