Eccomi a illustrare la mia esperienza di questo fine settimana, che ho passato da autrice ed espositrice alla fiera “Una ghirlanda di libri” di Cinisello Balsamo.
Sono stata felice di conoscere, finalmente di persona, la scrittrice Elide Ceragioli, che ha condiviso il suo banco con gli scrittori Enrico Cetta e Marco Cibecchini, oltre che con me.
Insieme a loro, c’erano i rispettivi mariti e mogli, persone molto simpatiche che hanno animato questa due giorni dai momenti diversi, a volte altalenanti.
Se infatti il sabato pomeriggio e, soprattutto, la domenica pomeriggio ci hanno permesso di conoscere lettori e lettrici, parlare con le persone e vendere qualche copia dei rispettivi lavori, il bilancio totale di questa fiera è quello di una partecipazione bassa e piuttosto tiepida.
Alla stanchezza di passare due mattinate vuote di pubblico (e con un micidiale sole addosso, dall’apertura alle sei di sera!) si è unita la perplessità, e non solo mia, dell’incontrare persone che spesso non avevano voglia di parlare, né di guardare nessun libro, né di essere avvicinate. Gente presa da sé, che “non aveva lo sbatti”, come si dice a Milano.
E quando sei in una fiera, occasione di incontro per definizione, capita che ti chiedi: ma questa persona, che manifesta fastidio anche solo a essere salutata, qui che cosa ci è venuta a fare?
La manifestazione prevedeva laboratori per bambine e bambini, che sono stati partecipati, ma che erano dalla parte opposta a quella dei banchi, con la villa storica nel mezzo.
Ci sono state anche delle interessanti presentazioni, in tutti e due i giorni, come quelle della brava autrice Eufemia Griffo, che ho avuto il piacere di incontrare di persona, dopo averla conosciuta sui social.
Ma spesso le persone ascoltavano la presentazione e poi andavano via, senza trattenersi o soffermarsi.
Le presentazioni più nutrite e popolate sono state quelle del nutrizionista Piero Mozzi, celebre inventore della dieta dei gruppi sanguigni, e dello showman televisivo Umberto Smaila. Eventi che, a pensarci, con i libri e la lettura non hanno poi così grande attinenza.
Insomma, questa volta il piacere di stare in compagnia, di incontrare colleghe e di vendere copie dei propri libri direttamente a lettori e lettrici è stato attenuato dal un ambiente “ostile”, da un pubblico che non era lì per i libri e che in generale era abbastanza diffidente.
A questo ha certamente contribuito il periodo molto pesante dei due anni passati: siamo ancora in Covidistan, e tutto il disagio e la sofferenza che abbiamo vissuto non sono stati elaborati, riconsiderati, visti. La gente è semplicemente più chiusa e più aggressiva… e chissà se questo aspetto potrà essere trasformato di nuovo, o se rimarremo così, in questa Nuova Normalità dove non è andato tutto bene e nessuno ha più voglia di parlare con nessun altro.
Anche per me, non lo nego, è stato difficile relazionarmi con persone sconosciute, e forse, anzi, certamente sono stata più sensibile del solito ai vari e diversi atteggiamenti. Ed è stato anche complesso partecipare a una fiera dove magari fino a pochi mesi fa mi sarebbe stato impedito l’ingresso: è una sensazione che non si dimentica, certamente può e deve essere trasformata, ma va prima di tutto riconosciuta e considerata.
Lo sto facendo adesso, anche ora, anche con questo scritto, non è semplice mettere nero su bianco queste riflessioni e lasciarle online allo sguardo di chi verrà, ma trovo inutile e sciocco nasconderle. Mi rifiuto di suonare sviolinate, mi verrebbero pure male, visto che faccio un altro mestiere.
Aspetto ora di scoprire come sarà partecipare ad altri incontri pubblici, ho preso impegni e appuntamenti, e mi metterò alla prova. Con l’intenzione di evitare la normalità, preferendole come sempre l’autenticità.
Seguimi sul blog via feed, o su Facebook .
Sono anche (poco) su Instagram e su Linkedin.
Oppure su Telegram con il canale di commento sull’attualità
“Covidistan. Un diario di viaggio“