Riflessioni. L’origine del racconto “Stelle meravigliose”, le epifanie, le storie.

Diversi anni fa, mi imbattei in un video realizzato durante un chiassoso salotto televisivo di varietà.

L’ospite era un politico allora rampante, di uno schieramento minore che in quel momento teneva per le pxxxe le sorti del governo in carica, governo presieduto dal proprietario della televisione che trasmetteva quel varietà.

Il politico si prestava a una scenetta orchestrata dal ciambellano di telecorte: la preparazione “a sorpresa” di una pasta al tonno, ricetta indicata come popolare e di sane radici, “proprio come me”.

Così, ebbi la ventura di vedere quel politico, allora cruciale, girare il sugo con un cappello da cuoco in testa, una cucchiara in mano e la faccia da attore consumato da cui emergeva a tratti la tensione della becera ribalta.

Quella visione surreale e in un certo senso apocalittica mi ispirò il racconto “Stelle meravigliose”, pubblicato sulla rivista ROBOT 85, e incluso nell’antologia di racconti “Stelle umane”.
Una storia in cui un improvviso e rovinoso crollo psicologico era la cosa migliore da augurare a un politico vestito da cuoco, e non dico “migliore” per fare ironia, dico proprio la salvezza.

Ora mi chiedo: cosa potrei scrivere, oggi, alla vista di un ministro uscente portato come un areoplanino da un gruppuscolo di camerieri?

Mi chiedo: avrà mangiato la pasta al tonno, prima? Quella pasta al tonno? Quella ricetta spacciata come sana e giusta, che evidentemente contiene ingredienti psichedelici?

O magari l’ho mangiata io?, e nulla di tutto questo, il salotto di varietà, la ola dei camerieri, niente di tutto questo è mai davvero successo?

Tale è il modo di vivere la sorpresa di una come me, scrittrice di fantascienza e visionaria congenita.

Non ho idea se la stupefazione odierna mi porterà a costruire una nuova storia. Nel frattempo ne ho terminata un’altra, figlia di uno stupore intermedio.
Nessuna pasta al tonno, niente coccola sana e giusta, in questo caso. Tutt’altro.
Non vorrà mica che mi metta a fare l’ortolana, o la lavandaia, vero? Anche questo siparietto mi ha provocato scollamenti di universi, che presto, se vorrete, passeranno sui vostri schermi.

Nel frattempo, sursum corda e tentiamo di restare in equilibrio.

Illustrazione di Michael Hutter

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