“Su Pianosa arrivò la seconda ondata di rovesci, nella norma delle prime schermaglie tempestive. Marco ne ebbe conferma dai valori del barotermografo, ancora sotto i livelli di guardia.
Dai palloni sonda ancorati intorno all’isola, appena revisionati, le radiosonde inviavano numeri a intervalli scanditi, fedeli come respiri di cani.
Marco sprofondò nel divano, si coprì con il patchwork e viaggiò indietro nel tempo. Solo di pochissimo: cosa sono quindici anni per un climatologo? Meglio dimenticare il fatto che era anche un essere umano. Valutò le implicazioni del viaggio come se lui fosse una roccia, e partì.
La coperta profumava di chiodi di garofano. Nelle orecchie della mente, Marco sentì la voce cristallina di Siria diciottenne, che gli parlava mentre con un crack apriva lo sportello del rifugio.
– Vieni su – gli disse. – Vedrai.
Altroché, se aveva visto. “
(da “La vita segreta dei cicloni”, secondo classificato al Premio Robot 2019 e pubblicato su ROBOT 90, 2020)
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“Covidistan. Un diario di viaggio“