Pubblico oggi anche sul mio spazio, uno scritto che ho realizzato dopo una conversazione con Giuliana Misserville, al convegno “Neomaterialismo e fantascienza delle donne: intramazioni”. Il convegno si è tenuto poco più di un anno fa, il 31/10/2021, ed è stato organizzato da Clotilde Barbarulli e Liana Borghi dell’associazione femminista “Il Giardino dei Ciliegi – Centro ideazione donna”.
Liana si è spenta qualche giorno dopo il convegno. Dedico a lei il mio affettuoso pensiero, e la gratitudine a lei e a Clotilde per avermi coinvolta nei lavori di questo prezioso convegno, al quale hanno contribuito molte persone di valore: qui l’indice degli interventi sul sito de “Il Giardino dei Ciliegi”.
Il mio intervento è anche incluso, pubblicato originariamente sulle loro pagine: Scrivere fantascienza bene oggi: dal portato del femminismo a una nuova scrittura politica. Eccolo anche qui di seguito.
Scrivere fantascienza bene oggi: dal portato del femminismo a una nuova scrittura politica
(Nota aggiornata al gennaio 2024: nel testo avevo usato il segno “ə”, lo scevà, per sostituire il maschile sovraesteso. Attualmente però non lo uso più: lungi dal costituire un modo per includere, si è trasformato in simbolo di una parte politica, quella legata all’ideologia butlerista, che considero dannosa e basata su assunti falsi. Mantengo qui il segno per fedeltà all’originale, con questa importante precisazione preliminare. )
Il 28 febbraio 2019 è uscito in libreria il “Manuale di scrittura di fantascienza” scritto da Franco Ricciardiello e da me, Giulia Abbate, per Odoya editore.
Si tratta di un saggio sia teorico che pratico, per dare ad aspiranti autori e autrici di fantascienza delle coordinate valide sul genere, e per metterlə in condizione di capire e scrivere fantascienza con cognizione di causa, e in modo più semplice e piacevole, senza derogare, allo stesso tempo, al compito culturale che la fantascienza porta con sé quasi intrinsecamente.
Abbiamo scritto questo manuale perché ci siamo trovatə d’accordo sull’idea di unire la scrittura creativa e professionale con il genere fantascienza, cosa che, a dire il vero, già facevamo da molto con incontri, post e conferenze.
All’impostazione tecnica legata alle competenze della scrittura creativa, abbiamo unito una necessità ideologica – dove per “ideologico” non intendiamo visione rigida precostituita, ma appartenente alla sfera delle idee: quella di dare una nuova definizione di fantascienza, che non cancelli, né neghi, né escluda qualsiasi altra; ma che sia utile, affascinante e contemporanea abbastanza da essere proposta a giovani scrittori e scrittrici che non conoscono il genere e vogliono saperne di più.
C’è una bella notizia e c’è una cattiva notizia, e sono la stessa: la fantascienza è il genere più difficile
di tutti. Bisogna impararla e studiarla, ma una volta “trovata la quadra”, tutto cambia: misuriamoci con
la fantascienza, e qualsiasi cosa che scriveremo dopo sarà più facile e risulterà sensibilmente arricchita
dallo sguardo fantascientifico.
Abbiamo cercato di comunicarlo, nel manuale, senza imporre regole, cosa che nella fantascienza come nell’arte è un atteggiamento controproducente; bensì proponendo metodi, teorie, strategie e pratiche utili a costruire la propria strada espressiva nel modo più felice, divertente, impegnato e accurato possibile.
Nel manuale abbiamo inoltre lavorato intensamente intorno al concetto di costruzione dei personaggi e delle personagge, dando un contributo a nostro avviso originale, e utile ora: assumendo come assunto di base che l’identità è dinamica, e che la caratterizzazione è un processo.
Quest’ultima inizia con un atto di volizione e continua poi sulla pagina: non bastano schede biografiche e studi descrittivi, bisogna anche lavorare sulle relazioni tra personaggə, sull’intreccio e su una complessità alla quale va sempre lasciato un margine di ombra, per far sì che i/le personaggə siano davvero vivə.
Questo discorso ci ha quindi portatə ad affrontare un’altra delle sfide che solo la fantascienza pone
in modo così netto: la rappresentazione della “diversità” e dell’alienus. Alienus che è stato, per molto
tempo, in primis la donna.
La fantascienza femminista “storica” questo tema lo ha affrontato in modo aperto e profondo. E voglio altresì sottolineare come femminismo e fantascienza hanno molto in comune, compresa la sorte nel “senso comune”: ovvero, chi non lə conosce, lə evita.
Esiste purtroppo un atteggiamento di chiusura, causato da una serie di pregiudizi molto forti. I lettori e le lettrici di romanzi e di narrativa la più varia si ritirano istintivamente quando sentono nominare la fantascienza; e le “persone normali” che amano avere di sé un’immagine di “equilibrio” nicchiano alla parola femminismo. Donne esagitate castratrici, alieni verdi, razzi spaziali, prevaricazioni femminili e invasioni di insetti mutanti… aiuto!
Il luogo comune, la distorsione che sconfina con la diffamazione, oggi hanno ancora la meglio. E così, sia il femminismo che la fantascienza, con il loro portato di messaggi e contributi oggettivi, belli e importanti per tutti e tutte, sono evitatə e relegatə nella “stranezza” dalla quale è meglio girare al largo.
Bisogna invece ribadire a gran voce – dobbiamo farlo noi, che conosciamo e viviamo da persone femministe e da fantascientiste – che sia la fantascienza che il femminismo nel tempo hanno affrontato temi scottanti in anticipo e con coraggio; che hanno provocato rivoluzioni nonviolente, costruttive e andate a buon fine; e hanno spesso e volentieri preso in sé movimenti e richieste di “altre sfere” di pensiero e di umanità, con le quali costruire un nuovo senso, una nuova visione del presente e del futuro.
I popoli del Sud del mondo, le persone migranti e profughe, le persone attiviste ecologiste, le persone trafficate sessualmente, le persone discriminate dal razzismo, dall’ingiustizia sociale, dalla sessuofobia, dagli interessi corporativisti e statali rapaci… la loro esistenza e le loro istanze sono accolte e incluse dall’attuale femminismo intersezionale che non si pone “contro gli uomini” ma contro un potere cieco e rapace che tratta male tutti coloro che non sono maschi bianchi agiati.
Oggi essere femministe significa lottare contro le tante forme di oppressione che non devono dividere le persone oppresse in una guerra tra poveri, ma unirle nella lotta contro la medesima sopraffazione, sotto la bandiera unificatrice, accogliente e aperta del movimento che ha aperto la strada: il femminismo, appunto.
La direzione della fantascienza è simile, è sempre stata simile, anticipando ogni altro movimento.
Altro che omini verdi, colonizzazione spaziale e tecnoblabla! La fantascienza recupera le istanze dei
popoli schiacciati dai colonialismi, le culture native, la dialettica radici-crescita e comunità-individualità, e si interroga sulla natura del potere.
La fantascienza canta l’ibridazione dei corpi e degli spiriti, il lavorio addosso e sotto e dentro le barriere, la messa in questione delle norme, la demistificazione della narrazione dominante, lo smascheramento della propaganda egemonica. La fantascienza è oggi la letteratura che rielabora i linguaggi, e scardina i confini tra i generi letterari per lavorare anche nel fantastico, nel giallo, nel romance, nel romanzo storico, nella letteratura per ragazzi, prendendosi gioco dei propri stessi paletti e confini.
È questo il tipo di fantascienza che amiamo, leggiamo e pratichiamo anche noi, ed è ciò che abbiamo
cercato di restituire nel manuale.
Vorremmo portare questa complessità nella fantascienza tutta – che, anche questo tengo a dirlo, è spesso stata anticipatrice di tendenze permeate poi nella letteratura tout court! – e produrre narrazioni dove non ci siano luminosi soggetti di serie A e opachi oggetti di serie B, ma dove personagge e personaggi esprimano istanze vive e vere in modo più spontaneo e vengano descrittə in modo rispettoso e completo.
Abbiamo lavorato, dunque, per creare un manuale tanto utile quanto attuale, e assolutamente schierato dal punto di vista politico. Politico non perché di un certo colore o partito, ma perché mirato alla presenza attiva dello scrittore e della scrittrice nelle proprie poleis, nelle comunità, nei dibattiti pubblici, nei problemi dell’hic et nunc.
Oggi la fantascienza è usata dal mainstream con enorme successo: è nei film, nelle serie TV, nei grandi
romanzi internazionali e pluripremiati. E di nuovo siamo chiamatə a demistificare, a scostare veli, a
guardare oltre: non possiamo accontentarci del successo di cassetta, degli effetti speciali, né di vedere
replicate e sviluppate – e a volte, in sostanza, sfruttate – le mere forme di un genere che è anche
sostanza numinosa, tormentata, tesa a cambiare chi la tocca.
In questo mondo lacerato dai conflitti identitari e da sfide tecnologiche spesso paurose, una narrazione che abbia l’intenzione e la capacità di vedere, di interpretare, di criticare, di avvisare, di questionare, di ribaltare, di sognare… è assolutamente necessaria.
Non c’è momento migliore, crediamo, per scrivere fantascienza, purché si lavori per scriverla bene, e
ci si prenda l’impegno e la responsabilità di farci ascoltare per dare un contributo alla nostra epoca.
E questo contributo può e deve essere – ora, sempre, come non mai – profondamente, abilmente,
gioiosamente eversivo.
A questo link gli interventi del convegno, che sono:
- Introduzione di Clotilde Barbarulli
- Giulia Abbate Scrivere-fantascienza-bene-oggi
- Angelica De Palo – Clelia Farris: come sparire dalle scene insieme ai propri romanzi di fantascienza
- Elisa Franco – Scrivere di fantascienza: racconti d’Italia
- Fabrice Dubosc – Esplorare le faglie/creare comunità trans-nazionali
- Federica Fabbiani, Petite maman e la musique du futur
- Ilenia Caleo – Performatività delle scritture e teoria dell’agire. Come l’immaginazione si fa materia
- Misserville Giuliana – A proposito di Breq Gender, fantascienza e narrativa mainstream
- Vallorani Nicoletta – Il (mio?) ABC della fantascienza
- Link alla tavola rotonda del 31 ottobre “Quando il futuro fallisce”
- Letterate Magazine recensione convegno di Pamela Marelli
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