“La roboassistente camminava verso di loro, con l’andatura regolare e tranquilla e il bel personale, a perfetta imitazione umana, che più di una volta Matteo R. aveva ammirato da dietro.
Accanto a lei c’era Ella Portiera, e poi l’Elvex ecooperatore, quello tecnoidraulico, altre due o tre Ella domestiche, i robooperatori comunali ancora in divisa, e molti altri. Camminavano con calma, fasciati da grembiuli e tute di lavoro, perfettamente bilanciati sulle perfette gambe, e nella mente di Matteo R. quella vista fece baluginare reminiscenze di quadri ottocenteschi, dove esseri umani vestiti in beige e marrone procedevano in corteo calpestando terra beige e marrone. Intanto, fuori dalle mura condominiali, i colpi d’arma da fuoco si erano interrotti, e un odore di bruciato si allungava nell’aria in fili di fumo – beige e marroni?”
(da “Il sogno di Čapek”, Delos Digitalhttps://www.delosstore.it/ebook/54550/il-sogno-di-eapek/ )
