Ciao, buon martedì!
Come promesso, eccoci al primo post della mia serie di consigli su come scrivere, pubblicare e vivere felici, affrontando le inevitabili difficoltà con spirito costruttivo e mettendo al bando delusioni e depressioni.
Partiamo, appunto, dal principio: ora potresti pensare che io stia per partire con qualche succulento trucchetto di scrittura.
Del tipo: show, don’t tell! Usa il cliffhanger! Dosa i twist! Struttura il viaggio dell’eore!…e amenità del genere.
Non è così. Non ti dirò nulla di tutto questo.
La verità, quella che forse non ti dicono in molti perché non è una verità che fa sembrare trendy, è che la scrittura non è un’attività, ma un processo, e inizia molto prima dell’atto dello scrivere in sé.
La preparazione a una buona scrittura è quasi importante come la scrittura stessa, per alcune persone (come me, ad esempio) a volte è anche più importante, direi quasi cruciale.
[Ne ho parlato qui: “Scrivere, la pianificazione preliminare” sul blog di Studio83]
Ma la preparazione non arriva dal nulla.
Anche la pre-scrittura è una parte del percorso, del processo, che inizia molto prima e che è affascinante proprio per questo: perché in parte deriva da scelte consapevoli, ma in parte riflette ciò che tu sei, i tuoi gusti, i tuoi interessi, il tuo mondo interiore.
Sì, perché il primo passo nella tua strada di scrittura deve essere la lettura.
Primo passo della scrittura felice: LEGGI!
Leggere è il primo passo se vuoi scrivere.
Oltre a essere dannatamente divertente (se non ti diverti a leggere… cambia letture, o cambia mestiere!) leggere dà aria alla tua mente, nutre la tua immaginazione e affila gli strumenti che imparerai a usare.
Ma non basta dire: leggi.
Leggere: cosa?
Nel “Manuale di scrittura di fantascienza” (Odoya), scritto con Franco Ricciardiello, abbiamo dedicato una intera sezione a definire un metodo operativo di scrittura, fatto non di regole a penna rossa né di ricette per il successo, ma di un insieme di buone pratiche e strategie. Tutte verificate direttamente su di noi e su autori e autrici che seguiamo.
In quella sezione, abbiamo dedicato un paragrafo allo studio, cioè alla lettura, distinguendo e dettagliando quattro aree specifiche. In breve:
La prima area di studio riguarda il canone o la tradizione: se scrivi fantascienza leggerai i classici della fantascienza, se scrivi storico i migliori romanzi storici, e così via.
La seconda area di studio riguarda i ferri del mestiere, ovvero la scrittura stessa: manuali di creative writing, saggi critici, trattazioni tematiche sul genere di riferimento o su specifici strumenti narrativi, e così via.
La terza area attiene alla tua storia: ovvero a quello che pensi possa riguardare più da vicino la storia che vorrai scrivere. Parliamo quindi della famosa documentazione preliminare, che più è accurata, più ti aiuterà a scrivere senza tentennamenti né blocchi.
La quarta area di studio è… libera! Più libera possibile, sganciata da ogni utilità: la lettura istintiva, impulsiva. Puoi trovare libri strani, o magari riposarti con l’ultimo bestseller di cassetta, o dedicarti a una rilettura o a un libro al buio.
Leggi, studia e approfondisci quello che ti pare e piace, senza legarlo a un interesse immediato. Sia perché è bellissimo di per sé, e l’amore per la scrittura non dovrebbe impoverire le curiosità e passioni in altri ambiti, altrimenti sarebbe un amore ben tirannico; sia perché, specialmente nel caso di chi scrive
fantascienza, è assolutamente indispensabile nutrirsi di stimoli diversi, lontani gli uni dagli altri, i più improbabili, collaterali, meno battuti.Dal Manuale di scrittura di fantascienza.
(Come avrai capito, questo manuale potrebbe esserti utile anche se non scrivi fantascienza. Ma attenzione: potrebbe farti venire la voglia di iniziare! 😀 )
Lettura libera: ecco perché
La lettura libera, insomma, è tante cose insieme:
- è il necessario momento di libertà. Quando ci immergiamo in un romanzo o in un’idea, quella diventa parte di noi e alle volte colonizza la nostra immaginazione. Ma bisogna anche staccare.
- è una possibile fonte di sorprese.
Potresti trovare delle corrispondenze incredibili con quello a cui ti stai dedicando: e in questo caso parliamo di sincronicità, quella misteriosa configurazione di coincidenze della quale parlava Jung.
Potresti trovare delle nuove idee, degli spunti, degli agganci che arricchiscono la tua idea di base: e allora siamo nel meraviglioso mondo della serendipità.
Come scritto poco sopra, queste cose non sono solo teoria. Capitano, capitano a tutt* coloro che scrivono, continuamente. Quindi affidati al caso e lasciati uno spazio per variare, per leggere qualcosa di assurdo e inaspettato.
Devi, insomma, leggere tutto. Prendi tutto quello che ti capita e che ti incuriosisce.
Lasciati guidare da parole chiave, segui i cataloghi, naviga negli elenchi e nei database.
E magari evita la megalibreria smart, dove troppo spesso la logica non è quella del catalogo ma quella del supermercato. Vai in una piccola libreria, consultati con un libraio o con una libraia indipendente e compra lì, se puoi, i libri che vuoi conservare.
Cosa altrettanto importante, vai in biblioteca. Lì puoi davvero navigare, ciondolare e lasciarti guidare dal caso, dato che un prestito non costa nulla e se il libro non si rivela adatto puoi restituirlo (nel minor tempo possibile, grazie).
Se poi hai voglia di seguire un filo conduttore, puoi prendere più libri in una volta senza svenarti, e lasciando quella parte del tuo bilancio a libri scelti… quelli più belli o più importanti o che magari puoi regalare a qualche collega 🙂
Leggere tutto, ok… ma come?
Devi leggere bene.
n un saggio del quale abbiamo parlato recentemente, “L’immaginazione divertente”, il professor Vittorio Spinazzola, accademico e studioso di cultura editoriale, rivaluta generi letterari da sempre vituperati, perché molta differenza la fa chi legge: se chi legge ha uno spirito critico ed è capace di interagire con l’opera, di interpretarla, di conversare con lei, la lettura non è mai una perdita di tempo.
Ecco dunque che chi scrive deve sviluppare un occhio nuovo, un modo di leggere “successivo” a quello istintivo, che chiamerei una iper lettura.
Prima fatti trasportare dalla storia, se vuoi. Goditela come faresti con un bel film. Tracanna pure, alla bisogna, se hai sete di emozioni.
Poi ricomincia da capo: rileggi, e osserva quello che funziona, come e perché.
Presta attenzione all’effetto che ti fa un certo passo e cerca di guardare tra le righe.
Stacca l’interruttore lettura appassionata e vai in modalità scrittura assetata.
Devi fermarti e rileggere.
Fatti domande e concentrati sul come funziona.
Tanto sai già come va a finire, giusto?
Un concetto molto utile in questo caso (in TUTTI i casi, dato che mi ritrovo a ripeterlo quasi a ogni scheda di valutazione che redigo) è quello di efficacia.
Quello di “efficacia” è un concetto chiave: nella scrittura, efficacia significa niente meno che riuscire a produrre nel lettore esattamente l’effetto che si vuole produrre.
Dal “Manuale di scrittura di fantascienza”
In questa fase, prestare orecchio alle tue emozioni, alle tue reazioni, ai punti in cui non riesci a staccarti dalla riga è un esercizio utile per testare il concetto di efficacia e per scoprire come essa è raggiunta dalle penne capaci.
Scrivi quello che leggi
Puoi anche tenere nota delle tue scoperte: la nostra mente non è “stupida” come un PC, e, immersa in mondi di suggestioni e implicazioni, non è sempre in grado di richiamare in un click tutto ciò che ci serve quando ci serve.
Quindi a meno che tu non conosca tecniche mnemoniche particolari, ti consiglio di annotarti quello che leggi, insieme a quando lo hai letto, l’effetto che ti ha fatto, e così via.
Tieni un piccolo diario di lettura che magari funga anche da zibaldone: un quaderno nel quale appunti le frasi, le citazioni e i passi più belli che incontri nella lettura.
Un ultimo consiglio, anche questo derivante da numerosi casi seguiti direttamente: evita le fotocopie o le fotografie e se puoi riscrivi di tuo pugno, a mano o alla tastiera.
Si impara anche così. Non immagini quanto.
Se invece sei un tipo molto tecnologico e organizzato, una buona organizzazione è necessaria e può aiutarti.
Puoi procedere:
- con cartelle e files ben ordinati,
- oppure con un programma come Evernote che raccoglie anche immagini e link,
- oppure con semplici sflize di pagine, purché tu sia in grado di usarle in modo efficiente e non siano solo magazzini di detriti.
L’importante è che impari quanto prima a conversare con le opere che leggi, con tutte le opere che leggi, dal fondo di edicola al grande classico. Come lettore o lettrice hai il diritto di farlo, come scrittore e scrittrice questo è un vero e proprio dovere: chiedi alle opere i loro segreti e se avrai abbastanza attenzione e un po’ di pazienza iniziale presto loro te ne doneranno un po’!
Per quanto riguarda me, spero per il momento di averti donato un buon primo passo nel nostro percorso di scrittura felice.
Il post del prossimo martedì sarà dedicato al secondo passo del nostro affascinante processo: SCEGLI!
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