Come trovare un mentore, subito e per sempre

Avere un mentore, nella scrittura come nella vita, è un grande tesoro che ci permette di procedere in modo più veloce e “centrato” verso i nostri obiettivi. L’assistenza di una persona più esperta che sia positiva e si curi di noi è quello che tutti noi vorremmo!

Scrivere è un’occupazione solitaria. Avere qualcuno che crede in te fa una grande differenza.

Stephen King, da On writing

Avere un mentore è un vero e proprio acceleratore, solo che non è molto comune, ahimé.

Fermi tutti. Scherzo. Avere un mentore è facile, possibile, altamente raccomandato. C’è solo una cosa migliore dell’avere un mentore: averne tanti!

Nel post sopra citato, leggerai di tanti tipi di mentori, di come riconoscerli e di come tenere vivo il rapporto con loro. Qui e ora voglio concentrarmi su una categoria di mentori di cui è pieno il mondo, e dai quali possiamo trarre insegnamenti pratici, ma anche e soprattutto una forza enorme che ci servirà per la vita: i mentori eroici.

Molti personaggi famosi che hanno realizzato obiettivi importanti affermano nelle loro memorie di aver avuto dei mentori molto speciali. Non parlo di persone fisiche, ma di grandi figure dalle quali si sono lasciati ispirare o guidare nel difficile cammino delle loro conquiste.

Molto tempo fa, era comune trarre la propria forza dalla fede. Oltre alle preghiere tradizionali, si sceglieva la figura di un Santo al quale votarsi. Questa pratica è oggi in disuso, a volte bollata come semi pagana o come un retaggio medievale. Il concetto del mentore eroico però funziona in modo molto simile. La nostra mente sceglie, si vota all’immagine di un personaggio mitico con delle caratteristiche ben definite, e in questo modo si focalizza su quelle caratteristiche e le esalta dentro di sé. Il voto di cui parlo non è un’idolatria: non collezioniamo fotografie e cimeli di quel personaggio, non modifichiamo la nostra vita in virtù di un culto, non ci leghiamo sentimentalmente a un’immagine costruita da noi stessi.

Noi sappiamo bene che stiamo costruendo un’immagine, sappiamo che è solo dentro di noi e che personifica semplicemente virtù che già abbiamo, e che in questo modo sono più tangibili e pronte all’uso.

Votandoci in modo operativo a dei personaggi storici, eroici, mitici o famosi che sentiamo in qualche modo affini a noi, possiamo attingere a risorse concrete e benefiche:

  • Ammirazione sincera e spirito di emulazione
  • Consapevolezza che ciò che hanno fatto loro possiamo farlo anche noi
  • Desiderio, spinta verso l’alto, entusiasmo
  • Fiducia, coraggio, pensiero in grande
  • Un legame spirituale che ci dà la sensazione di non essere mai soli.

Sìsìsìsì tutto bellissimo! Ma in pratica?

In pratica, l’adozione di mentori eroici è stata teorizzata e consigliata da qualcuno molto più bravo di me.

Il grande Napoleon Hill, padre ideale degli studi sull’auto miglioramento, ne parla nella sua opera più famosa, un libro uscito nel 1937 e ancora in cima alle classifiche dei più venduti di sempre: “Pensa e arricchisci te stesso”. Ecco il passo in cui ne parla più diffusamente:

Ammetto di non essermi mai disabituato a venerare i miei eroi. L’esperienza mi ha fatto capire che, se non è possibile essere come loro, il meglio che si può fare è imitarli, nei sentimenti e nelle azioni.

Molto prima di scrivere per farmi pubblicare dagli editori o di preparare discorsi da leggere davanti al pubblico, per la formazione del mio carattere cercavo di ispirarmi ai nove uomini le cui opere mi sembravano degne di maggior rispetto. Per me erano veri idoli: Emerson, Paine, Edison, Darwin, Lincoln, Burbank, Napoleone, Ford e Carnegie. Per lunghi anni intrattenni tutte le notti un’immaginaria riunione con questo gruppo di personaggi che avevo definito i miei “Consiglieri Invisibili”.

Procedevo così: poco prima di coricarmi chiudevo gli occhi e immaginavo questi uomini seduti con me attorno a un tavolo. Non solo avevo l’occasione di confrontarmi con loro, ma assumevo la posizione dominante nel gruppo, ne ero il presidente.

Il mio scopo era preciso: indulgere in questa fantasia delle riunioni notturne. Così avrei rimodellato il mio carattere, coltivando col tempo una personalità composita, la risultante della mediazione dell’indole dei miei consiglieri. Da piccolo, ero infatti consapevole che, essendo nato in un ambiente oppresso da ignoranza e superstizione, avrei dovuto pormi l’obiettivo di rinascere, di rimodellare il mio carattere col metodo citato.

I metodi con cui mi rivolgevo ai miei eroi potevano variare a seconda del tratto caratteriale a cui ero maggiormente interessato in un certo periodo. Così, approfondivo sempre più lo studio della loro biografia, anche a costo di immani fatiche. Dopo mesi di ricerche notturne, fui stupito dalla scoperta di aver reso quasi reali tali figure e personaggi del passato.

Con mio grande stupore, ognuno di loro assumeva peculiari caratteristiche individuali: Lincoln, per esempio, prendeva l’abitudine di arrivare in ritardo per pavoneggiarsi di fronte agli altri. Adottava sempre un contegno serioso e non lo vedevo mai sorridere.

È la prima volta che ho il coraggio di rivelare queste riunioni: in precedenza, tacevo perché la mia determinazione in queste attività mi faceva temere di essere frainteso e ridicolizzato. Oggi sono sicuro di poterle pubblicare poiché, rispetto a qualche tempo addietro, mi preoccupo molto meno di quello che “diranno gli altri”.

Per non essere interpretato male, comunque, ribadisco che considero puramente fantasiose le riunioni coi miei eroi; tuttavia, anche se restano fittizi per molti aspetti, sono stati loro a guidarmi lungo i sentieri del coraggio, a riaccendere il mio entusiasmo per le grandi imprese, a spronarmi negli sforzi creativi, a rendermi audace nell’espressione della mia volontà.

Ti sembra troppo campato in aria? Cambiamo anno, secolo, millennio: “Come ottenere il meglio da sé e dagli altri” è il testo cult di Anthony Robbins, moderno guru del self help e consulente di alcuni dei personaggi più potenti (e incasinati!) del mondo. In questo suo fantastico manuale, Robbins ci dà consigli pratici e chiari su come trovare mentori e usare da subito la forza che possono darci.

Qual è la maniera migliore di raggiungere l’eccellenza? Consiste nell’assumere a proprio modello qualcuno che abbia già fatto quel che voi volete fare.

E dunque, sceglietevi qualche modello. Può trattarsi di persone del vostro stesso ambiente oppure di individui celebri che abbiano avuto e abbiano enorme successo. Scrivete i nomi di tre-cinque persone che hanno realizzato le vostre stesse aspirazioni, e indicate brevemente le qualità e i comportamenti che hanno assicurato loro la riuscita. Fatto questo, chiudete gli occhi e immaginatevi per un istante che ciascuno di costoro vi dia qualche consiglio sulla maniera migliore di procedere nel raggiungimento dei vostri obiettivi. Scrivete l’idea principale che ognuno di loro vi esporrà, come se stesse parlando con voi personalmente; può darsi che essa riguardi il modo con cui il personaggio in questione ha superato una difficoltà o una limitazione o quali sono le cose cui fare attenzione o da cercare.

Immaginatevi che vi parlino e accanto a ciascuno dei loro nomi, annotate la prima idea che vi viene in merito a ciò che ritenete che ognuno di loro vi direbbe. Anche se non li conoscete personalmente, mediante questo procedimento essi possono diventare ottimi consiglieri per quanto attiene al vostro futuro.

Adnan Khashoggi ha assunto a proprio modello Rockefeller. Voleva diventare un uomo d’affari ricco, coronato dal successo, per cui ha ricalcato qualcuno che aveva compiuto ciò che lui stesso desiderava compiere. Steven Spielberg ha imitato gente della Universa! Studios prima ancora di esserne assunto. In pratica, tutti coloro che hanno avuto grande successo hanno avuto un modello, un mentore o insegnanti che li hanno avviati nella giusta direzione.

(…) Potrete così risparmiare tempo e energia, evitare di battere strade sbagliate, perché seguirete l’esempio di persone che gli hanno ottenuto il successo. Chi sono le persone del vostro ambiente che possono servirvi da modello? Possono essere amici, familiari, leader politici, celebrità, e se non conoscete buoni modelli, mettetevi subito alla loro ricerca.

Se tutto questo ti sembra ancora una sciocca americanata… beh, ti capisco. Anche a me suonava così, la prima volta che l’ho letto.

Come si può “far parlare” qualcuno nella propria mente?

Poi, qualche tempo dopo, la rivelazione: inconsapevolmente, già lo faccio!

Quando sono molto giù, magari con una delusione cocente appena presa in pieno e con tanta voglia di seppellirmi a letto e piangere… mi figuro mio padre, che con il suo tono energico e affettuoso mi dice: eddai! Coraggio! Sei qui, sei giovane, sei [altre cose belle e positive], che ti manca? Forza, che ce la fai!

Mio padre mi ha detto davvero queste cose, in un momento o nell’altro: la sua positività e il suo ottimismo inguaribile mi sono rimasti dentro. Di più: il suo tono, il suo sguardo, sono elementi tangibili che richiamo quando mi dico: non mi hanno pubblicato? Eddai! Va bene lo stesso! Sono giovane, sono sana, sono [altre cose belle e positive] sono viva! Forza, che la prossima andrà meglio!

Ti faccio un altro esempio, legato al contesto professionale e a un mentore tangibile e a me vicino: un collega scrittore, con pubbilcazioni importanti al suo attivo, che ha grandi doti politiche e un attegiamento affabile e positivo che gli porta chiaramente e meritatamente bene.
Io invece ho un temperamento piuttosto impulsivo e permaloso, ma ho imparato a dominarlo, perché mi sono resa conto della positività che il mio collega si creava intorno. Ho deciso di imitarlo e devo dire che da quando mi comporto così sto molto meglio. Quando mi trovo in dubbio, oppure ho la tentazione di incenerire qualcuno, mi domando: cosa farebbe lui?

L’identità del mio collega e quella di mio papà sono strettamente confidenziali!

Altre volte, sono semplicemente giù. Non ho idee nuove, non riesco a piazzare un testo, non guadagno quello che vorrei, ho pochi lettori, nessuno mi ama, perché sono nata?
A quel punto, sento qualcuno che mi dà una leggera pacca su una spalla.

Mi volto, e mi sorride, con un’espressione ironica e affettuosa insieme.

Sei tu… Kurt!

Ehilà. Mi dice. Non affannarti! Su, siamo fatti per danzare. Quant’è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non dare retta a chi dice altrimenti.

Così seguo il consiglio del mio mentore, mi guardo intorno e faccio qualcosa. Cammino, cazzeggio. E quando mi sento meglio, Kurt annuisce, sempre accanto a me.

Mi raccomando. Quando sei felice, facci caso.

Ti pare una cosa da matti? Anche a me. Però funziona alla meraviglia!

Trova un mentore, trovane tanti, scegli chi ti piace e ha realizzato cose che vorresti aver fatto tu. Falli entrare nella tua mente e rendili la voce dei tuoi pensieri. I pensieri sono cose dentro di noi. Sono parole, e le parole sono finestre, oppure muri. Dipende da noi!

Un commento

  1. […] una forza molto potente anche a un livello superiore. Per saperne di più potete leggere il post su L’Arte di Scrivere Felici: Come trovare mentori una volta e per sempre, dove mi concentro proprio sui mentori eroici e su come attivare la loro forza dentro di noi, […]

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