Bentornata, bentornato dalla pausa estiva!
Dopo le notizie riguardanti il mio lavoro e la doppia finale al Premio Italia per i miei lavori, torniamo a noi, con un post della serie #leggoscrivo, dedicata ai manuali di scrittura belli da leggere e utili per scrivere!
Come scrivevo nel precedente post su Wallace Stegner e sul suo “Come si diventa scrittori”, gli Stati Uniti hanno dato un contributo enorme alla “materia” della scrittura creativa. Continuiamo con una scrittrice della stessa cultura: Patricia Highsmith, autrice di alcuni romanzi thriller tra i più venduti e amati di sempre.
Come si scrive un giallo di Patricia Highismith
(mia edizione: Minimum Fax, 1999)
Patricia Highsmith è una maestra del racconto di suspense e thriller, e con i suoi libri ha tenuto sulle spine milioni di lettori.
Figlia di genitori divorziati e gresciuta da sua nonna, esordisce con il romanzo “Sconosciuti in treno” che viene scelto da Hitchcock per il film “L’altro uomo”. Da lì, Highsmith ha la spinta per una carriera che la porterà a scrivere decine di romanzi molto venduti e apprezzati, tra i quali quelli dedicati allo psicopatico Ripley, il suo personaggio più famoso.
Nei suoi romanzi Highsmith riesce a costruire ambienti claustrofobici, angoscianti, dove secondo Graham Greene abbiamo una “sensazione di personale pericolo”. I temi affrontati dalla scrittrice sono spesso scomodi, duri, disturbanti, ma trattati sempre al servizio di un intreccio solido e senza morbosità, bensì con un occhio attento alle motivazioni e alle azioni dei personaggi.
In “Come si scrive un giallo”, che è la traduzione un po’ impropria di “Plotting and writing suspense fiction”, Highsmith ci racconta della sua visione della scrittura e del genere che conosce bene. La seguiamo in brevi capitoli nei quali ci parla della prima articolazione dell’idea, della pianificazione dell’intreccio (il “plotting” o “tramare”), dei personaggi e delle descrizioni, esponendo le sue opinioni, più che vere e proprie lezioni. Senza normatività, quindi, senza “ricette magiche” da seguire assolutamente, ma con spiegazioni chiare su cosa funziona per lei, e anche su opinioni e metodi di colleghi, messe a confronto.
Se te lo consiglio è perché penso che questo piccolo saggio sia utilissimo per tutt*, anche per chi scrive altri generi che non siano suspense. In qualsiasi romanzo ci deve essere della tensione narrativa, dei contrasti tra personaggi, dei twist, dei meccanismi dell’intreccio. E basarsi sull’opinione di un’autrice che padroneggia così bene un genere basato quasi solo su queste caratteristiche è un ottimo modo per affinare la nostra sensibilità.
Il testo inoltre contiene tante considerazioni valide per tutti gli scrittori e tutte le scrittrici: i blocchi creativi, le difficoltà, le idee che non portano da nessuna parte, i momenti più creativi e quelli di crisi… Highsmith ce li racconta in modo diretto, semplice, amichevole, e con una mentalità molto aperta, attenta non tanto a cosa è “giusto o sbagliato” ma a cosa è “possibile ed efficace”. Un’attitudine, questa, che molti cosiddetti coach e insegnanti di scrittura creativa farebbero bene a imparare!
Come puoi vedere dalla foto, i segnalibri e le linguette abbondano, per un libro pieno di buon senso e di ottimi consigli! Buona lettura! Al prossimo post di #leggoscrivo!