In una società complessa, come sono tutte le nostre oggi, capita spesso che un provvedimento pensato come universalmente valido si dimostri poi problematico per alcune fasce di persone, o risulti iniquo o inapplicabile in specifici casi.
Anche se fossimo tutt* unanimemente convint* della giustezza di base e della validità del green pass, spero si possa concordare sul fatto che è un provvedimento preso un po’ di fretta.
Come successo con diversi Decreti Legge precedenti, la sua applicazione crea problemi dove prima non ce n’erano.
Tipo questo: “A tutti i ragazzini, in caso di dubbio sull’età, il personale deve chiedere i documenti, che spesso i bambini non hanno con sé per ovvi motivi. Il risultato sarà talmente respingente da allontanare forse per sempre i più giovani e bisognosi dalla biblioteca, e in alcuni casi anche dai libri e dalla lettura stessa.”
Questo fatto me lo ha raccontato una bibliotecaria, che, profondamente turbata, ha poi aggiunto: “Una intera generazione non tornerà più in biblioteca.”
Possibile che a nessuno importi?
Possibile che una legge vada presa così, draconianamente, senza poter chiedere aggiustamenti o riparare anche in corsa a palesi ingiustizie?
Io come sempre faccio il mio pezzettino, l’ho fatto anche a dicembre 2020, quando con le librerie e i centri commerciali aperti le biblioteche sono state equiparate a ufficio pubblico e chiuse d’arbitrio: ho scritto una petizione che ha avuto qualche migliaio di firme, e qualche settimana dopo le biblioteche sono state riaperte (magari le due cose non sono correlate. A me piace pensare di sì, della mia petizione in Italia hanno parlato in poch*, ma diversi giornali esteri l’hanno citata.)
Ora come allora faccio un’azione personale, senza avere alle spalle gruppi di pressione una comunità che mi sostenga (il mio appello ai/alle fantascientiste sta avendo qualche risposta, per ora nulla di strutturato).
Sono io, insomma, e sono piccola, piccola come la proverbiale zanzara che spero disturbi il sonno. E nello scrivere questa petizione all’improvviso sono andata indietro nel tempo, sono tornata la ragazzina continuamente presa in giro con l’appellativo di “avvocato delle cause perse”.
Ma non sono forse quelle le cause che hanno più bisogno di lotte?
E questa? Aprire le biblioteche a ragazzin*, a studentesse e studenti, a persone marginalizzate, aprirle e basta, senza far male a nessuno… è una causa persa?
Con il cuore vi chiedo: aiutatemi con una firma, comunque la pensiate. Non per vincere qualcosa o imporre qualcos’altro, ma perché ALMENO se ne possa parlare e portare il problema all’attenzione del dibattito pubblico.
La petizione è qui: BIBLIOTECHE APERTE A TUTTI E TUTTE!

Grazie.

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