Mi capita a volte di postare qualche rapido parere relativo ai libri che leggo, sul mio profilo Instagram (@giulia.editor). Ad esempio, qualche tempo fa ho fatto una lettura parallela di due romanzi tra loro correlati: “Jane Eyre” di Charlotte Brontë (1847) e “Il grande mare dei Sargassi” di Jean Rhys (1966).
Sono correlati, perché Rhys incentra il suo romanzo sulla storia di Bertha Mason, personaggia che irrompe nella storia di Jane Eyre con un portato complesso, che è stato analizzato da più punti di vista.
Poco dal suo, forse, dal punto di vista di Bertha stessa: e Rhys, autrice britannica come Bronte, ma di origini caraibiche, intende dare voce a questa donna sfortunata e al mondo “colonizzato” che si porta appresso.
Devo dire che tra i due romanzi ho preferito la lettura di “Jane Eyre”, anch’ella personaggia con un vissuto pesante, che non si rifa alla colonizzazione ma piuttosto alla maledizione di una classe sociale subalterna, sin dall’infanzia destinata agli stenti e al bastone della morale dei dominanti.
Ma l’ho preferito per questioni di mero gusto personale, e nelle righe che seguono, pubblicate su Instagram, ho provato a spiegare perché.
Jane e Antoinette detta Bertha.
Due donne che attraversano tempeste: la prima è salda seppur dolente, la seconda un guscio di noce fatto a pezzi.
La sofferenza è sublimata da Jane, che trova in sé stessa uno spazio sicuro.
Antoinette nel suo sé si perde, annega.
Jane bimba è sola e odiata, riesce a reagire.
Ad Antoinette va peggio, deve arrangiarsi con quello che si chiama un attaccamento insicuro evitante: un lungo e triste calvario.
Entrambe incontrano un uomo: negativo, prepotente, odioso e vittimista.
Io Rochester lo odio in entrambe le versioni, certamente Jane lo sovrasta, Antoinette ne è invece dilaniata.
Due storie, queste, che hanno tanto da dire.
Charlotte Brontë insegna, da Jean Rhys non si esce indenni.
Complementari? Penso di no.
Concorrenti? Neanche.
Sono due mondi complessi, uno fatto di coraggio, l’altro di smarrimento furioso.
Jane la vorrei stare ad ascoltare, passeggiando con lei in un bosco.
Antoinette l’abbraccerei, forte, e basta.
Il mio consiglio è comunque quello di leggere entrambi i romanzi, magari in ordine di uscita. Bellissimo quando, attraverso la letteratura, due donne intelligenti e profonde dialogano tra le righe e con le loro protagoniste.
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