Secondo giorno di sciopero della fame.
Fisicamente è andata bene. Ho una fame lacerante, pazzesca… di verità, dopo essere passata a razzo tra giornali e telegiornali: è un verminaio, uno spettacolo che azzera qualsiasi languorino.
Ciò nonostante non penso me lo concederò ancora.
Preferisco i crampi.
Lacrime. Perdita. Avevo promesso questo: di amministrare il lutto, nel mio piccolo, per stare vicino a chi digiuna nel sole, con il contributo di un pezzo di ombra (che, come ricordava Ursula K. Le Guin, serve a segnare il passo).
Discendo, dunque, e mi perdonerete se lo faccio a titolo personale (del resto fare altrimenti sarebbe non meno che indecente).
E chiamo nelle tenebre, e dico:
Oggi è il tuo compleanno. Tra pochi giorni sei passata di là.
A te che cucinavi piatti stracarichi.
A te che mi hai passato l’orrore per il buttare il pasto avanzato.
A te che nei momenti brutti, di malattia come di afflizione, dicevi immancabilmente: “Ti faccio il brodo di carne!”. E lo facevi.
A te che ci chiamavi “a coorte” per mangiare i tuoi gnocchi, il risotto, il bollito (e noi, per dirla alla Tourdion, “facevamo la guerra a vino e prosciutto”, l’unica guerra ammissibile).
A te dedico il mio pasto di oggi.
Consistente come la cerimonia che non c’è stata.
Ho fame della tua presenza. Mi manchi.
Non doveva andare così, non dovevi andare così.
Abbiamo fame di chi abbiamo perso, anche per COME lo abbiamo perso.
Abbiamo fame di una correttezza e di una cura che NON ESISTONO, perché dopo due anni stiamo ancora con gli stessi protocolli terminator e con i medici radiati, sospesi, minacciati.
Via il green pass (QUALSIASI, pure quello base), via l’emergenza, via questo governo indegno.
Abbiamo fame di umana decenza!#nogreenpass#famedigiustizia
Qui le info sullo sciopero della fame a staffetta: Sciopero della fame a staffetta
Qui il giorno zero, l’apertura del mio digiuno.
Qui il primo giorno di digiuno
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