Ogni tanto mi faccio una domanda: se mi vanto per libri scritti non da me, vale lo stesso come peccato mortale?
Se sono felice di aver visto un manoscritto diventare romanzo, un romanzo diventare libro pubblicato, se sono fiera di aver messo in questo ottimo lavoro autoriale anche un pezzettino che si chiama “editing”, e magari un po’ di motivazione e indirizzamento… me la lasciate passare?
Me lo sono chiesto per “Torino Nouvelle Vague” di Franco Ricciardiello, uscito per Todaro Edizioni: in quel caso la mia “complicità” si è limitata a mettere un manoscritto già perfetto (almeno per me) nelle mani dell’editora che ritenevo in grado di dargli una casa.
Rinnovo la mia peccaminosa vanteria, e la mia genuina felicità, per “Il gioco e la candela” di Michele Giordani: un romanzo ingegnoso, avvincente, sagace e in alcuni passi davvero esilarante. Una storia che non è mai quello che sembra, tranne quando qualcuno sembra un po’ ridicolo! Raccontata con uno stile semplice in apparenza, in realtà ipercitazionista e postmoderno… o forse anche per il postmoderno si nasconde qualche strale tra le righe?
Ecco la quarta di copertina (scritta da… indovinate un po’ ):
Quando Tommaso accetta una borsa di studio da un ateneo londinese, non ha idea di cosa lo aspetta. Pensa a un istituto internazionale, ma vivrà in un labirinto di corridoi progettato da un misterioso amico di Gaudì. Pensa a farsi nuovi amici, conoscerà invece cerebrali esperti di scacchi antichi, e ragazze enigmatiche e citazioniste. Pensa a studiare, ma si troverà coinvolto in un gioco oscuro, architettato da una loggia che tra ermetismo, complottismo e bizzarri rituali dimostrerà presto di essere più disorientata di lui.
Faccio ancora i complimenti a Michele Giordani per la sua bravura e per aver creduto nella propria storia, tanto da lavorarci seriamente e da cercare con metodo: non il primo, ma il GIUSTO editore che la pubblicasse, ovvero l’interessante e coraggiosa Eretica Edizioni.
Non perdete “Il gioco e la candela”, una storia divertente e stimolante!
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