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Giulia Abbate

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e maria – poesia di Kurt Marti

8 Dicembre 202215 Marzo 2023 Giulia A.

1
e maria cantava
al suo figlio nascituro:
l’anima mia magnifica il signore
io giubilo a dio mio liberatore

io: una donna insignificante –
ma felice mi dirà
la gente d’ora in poi
poiché grandi cose mi ha fatto il signore –
santo è il suo nome
e sconfinata la sua misericordia
per tutti quelli che lo prendono sul serio –
egli impiega la sua potenza
per spazzar via i piani dei potenti
egli rovescia i capi dal seggio
e risolleva gli oppressi
rende ricchi gli affamati
e caccia via affamati i ricchi

2
e maria sapeva appena leggere
e maria sapeva appena scrivere
e maria non poteva cantare
né parlare nella sinagoga degli ebrei
dove i maschi servono il dio-maschio
in compenso cantava
al suo figlio maggiore
in compenso cantava
alle figlie agli altri figli
l’immensa grazia e la sua
santa rivoluzione

3
tuttavia
fu terrorizzata
il giorno
in cui gesù lasciò
l’officina e la sua famiglia
per vivere
il suo canto
nel nome di dio
e con il fuoco del battista

4
e poi
ah poi
si confermarono
tutte le paure
al peggio:
stette impietrita
e muta
quando gesù
sul patibolo
invano
gridò a dio

5
più tardi molto più tardi
maria guardava
stranita dagli altari
sui quali
l’avevano posta
e pensava
a uno scambio di persona
quando lei
più volte madre –
veniva celebrata
come vergine
e temeva
per la propria ragione
quando sempre più gente
cadeva in ginocchio
davanti a lei
e paura
le attanagliava il cuore
quanto più intensamente lei
una donna impotente –
veniva invocata
per aiuto per miracoli
più di tutto però
la sconvolgeva
la genuflessione blasfema
di potentati e sgherri
contro i quali un tempo
aveva cantato colma di speranza

6
e maria uscì
dalle sue immagini
e scese
dai suoi altari
e divenne
la ragazza coraggio
la santa ardita giovanna d’arco
e fu
serafina del libero spirito
ribelle contro potere maschile e gerarchia
e offrì
in käthe la guaritrice
un rifugio ai contadini in rivolta
e venne
milioni di volte come strega
bruciata in onore del dio idolatrico
e fu
la piccola teresa
ma anche rosa luxenburg
e fu
simone weil «la vierge rouge»
e testimone dell’assoluto
e divenne
madonna leone che nuda
cavalca i leoni per i suoi indios –
e fu ed è
in molte vite in molte voci
la sovversiva speranza
del suo canto.

(via Fulvio Ferrario)

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