Come fare una bella presentazione letteraria? Consigli da “Storia nera di un naso rosso” di Alessandro Morbidelli, Todaro editore

Sabato 23 settembre ho partecipato alla presentazione letteraria del noir “Storia nera di un naso rosso” di Alessandro Morbidelli, edito da Todaro, storica casa editrice di libri gialli e noir.

Alessandro Morbidelli è uno scrittore di talento che sul blog di Studio83 ha dato dei validi consigli di scrittura sul giallo e noir.

La presentazione si è svolta all’enoteca “Un’ottima annata”: è stata molto piacevole e mi ha dato lo spunto per qualche consiglio generale che potrà essere utile anche ad altri autori e autrici, esordienti o esperti che siano, per la promozione dei propri titoli. Ti interessa? 🙂

La prima cosa che ha caratterizzato la promozione di Morbidelli è stata la varietà: quello di Alessandro è stato un vero tour milanese, composto di:

  • venerdì sera: cena letteraria con attori e “talk show con l’autore” nel corso della cena
  • sabato mattina: brunch in enoteca con ospiti illustri e impostazione standard
  • domenica mattina: brunch in locale informale e aperto, con riproposta del “talk show con l’autore” ma attori e dinamiche diversi

Insomma, un tour ben pianificato, grazie all’assistenza di Chiara Bertazzoni e della sua ONLUS teatrale YouMani. Che intorno a un singolo libro ha costruito la due offerte di eventi di venerdì e domenica, adatte a gusti diversi, in aggiunta a quella di sabato organizzata da Todaro.

Io ad esempio sono una che alle presentazioni si annoia un po’, detto sinceramente!
Sapere a cosa pensava l’autore quando ha scritto il suo capolavoro, quale personaggio ama di più e di meno, a chi si è ispirato per questo e quel capitolo… me ne frega un po’ poco, e un’ora e mezzo di chiacchiere di questo tipo mi manda a tappeto. Anche per questo quando organizzo degli eventi con Studio83 cerco di ravvivarli e animarli quanto più possibile… così non mi annoio 🙂

Scherzi a parte, la formula “conferenza stampa frontale” è ampiamente superata e comincia a stancare anche nel caso di big o star o vip della carta stampata.
Per autori indipendenti, esordienti e non famosi, quindi… urgono idee!

  Primo consiglio: fatti venire delle buone idee per coinvolgere il pubblico, incuriosirlo e offrirgli qualcosa di diverso da una barbosissima conferenza stampa.

Nonostante abbia appena detto che mi annoiano le presentazioni tradizionali, per quanto riguarda il “Naso rosso tour” ho scelto di partecipare proprio all’evento più tradizionale: il brunch letterario in enoteca.
Per due motivi:

  • il primo più prosaico, devo ammetterlo, era perché non potevo nelle altre date ^_^
  • il secondo però è un elemento che mi avrebbe portato comunque a partecipare alla presentazione “tradizionale”: la presenza di co-relatori che seguo e che mi interessa sentire.

Nel caso specifico, la conduzione di Nicoletta Vallorani è garanzia di intelligenza e ironia, con spunti che poi durano nel tempo.Con lei c’era l’editrice in persona, Veronica Todaro: da lettrice di gialli ho sempre tenuto in grande considerazione questa casa editrice, che ha avuto il contributo di Tecla Dozio e che ha da sempre un catalogo curatissimo. Quindi la possibilità di conoscere di persona l’artefice di tali bellezze ha reso l’appuntamento imperdibile!

Il senno di Vallorani e l’energia e la competenza di Todaro, arricchiti dall’intervento dell’editor e autore Luca Bonzano, hanno dato un gran valore all’incontro, al quale si è aggiunta la partecipazione di un pubblico attivo che contava diversi autori esperti.

  Ecco quindi il secondo consiglio: fatti aiutare dall’editore e chiedi la partecipazione di qualcuno che stimi e che ne sappia pure più di te!
Chi fa da sé fa per tre, chi fa insieme ad altri bravi… fa per nove.

Ma di cosa parla “Storia nera di un naso rosso”?
La mia telegrafica recensione, pubblicata sulla Rivista Inchiostro n.79:

Morbidelli ci ha abituati bene già dai suoi precedenti romanzi, anche più neri di questo naso rosso. Una scrittura di classe, l’attenzione alle sfumature e una costruzione ragionata di personaggi solidi ne fanno una penna affidabile e da leggere.
Le caratteristiche elencate tornano anche in questo suo ultimo romanzo, appena uscito per la piccola ma autorevole Todaro.
Seguiamo una serie di storie collegate che si svelano a vicenda, procedendo in avanti sulla linea temporale: attraverso la narrazione in soggettiva di diversi personaggi, ricaviamo elementi per capire quello che accade e che è accaduto.  Tutti raccontano, dal loro punto di vista parziale quando non mendace, momenti critici delle loro vite, in cui qualcosa sarebbe potuto cambiare, e invece ha prevalso il nero dell’assenza morale, il rosso dell’alienazione. I delitti, che non sono pochi, sono solo conseguenze naturali, implicazioni di un delitto ben più grande: quello ai danni dell’umanità e della capacità di provare empatia per i propri simili.
È per questo che “Storia nera di un naso rosso” è un noir, un noir vero, assolutamente contemporaneo. Che ci turba mostrandoci tanti piccoli affari sporchi, e punta una striscia obliqua di luce sui crimini dei borghesi insospettabili, quotidiani e di successo, che di fronte a una scelta qualsiasi scelgono sempre e comunque loro stessi.

Questa proposta complessa ha dato l’opportunità di intavolare qualche discussione dove è stato coinvolto anche il pubblico: che prima ha fatto domande, poi ha pregato di non rivelare troppe risposte per non sconfinare nello spoiler. Segno che i contenuti proposti sono stati interessanti, ma il libro protagonista lo era altrettanto.

Quindi ecco, direi, un terzo consiglio à la carte: quando parli del tuo libro, pensalo sempre dal punto di vista di chi hai davanti. Ai lettori non interessa di te e dei fatti tuoi, ma di cosa può trovare nel tuo libro di bello e utile per sé. Parla di quello!

“Storia nera di un naso rosso” è un noir. Che significa noir? Che differenze ci sono con il giallo? E oggi come oggi, ha ancora senso riferirsi al giallo classico, alle regole classiche, ai generi, in questa epoca di mecha e crossover?
Vallorani ha sostenuto che le etichette sono strumenti pensati per aiutare la categorizzazione e che quando invece la confondono, o comunque non sono più utili a decifrare la situazione, bisogna superarli. Todaro ha commentato che invece dal punto di vista editoriale le etichette di genere sono ancora uno strumento importante che a volte determina addirittura il successo o l’insuccesso di un testo. Tra queste due posizioni, vari presenti hanno contribuito con commenti davvero interessanti e arricchenti.

Io la questione dei generi la trovo molto spesso: scrivo fantascienza e ho a che fare con un ambiente-fandom che si accapiglia sulla questione da sempre. Per cui quando il dibattito si è orientato in tal senso ho pensato: “oh, dio, no, anche qui i generi no…”
Eppure la qualità degli interventi ha catturato il mio interesse e ho pure imparato qualcosa di nuovo. Grazie ai partecipanti, ovvio. E grazie anche alla disponibilità da parte di tutti nello spaziare un po’, nel lanciarsi in discorsi più ampi.

L’ultimo consiglio per delle presentazioni interessanti ed efficaci potrebbe quindi essere questo: non aver paura di “mollare” il tuo titolo, fai un salto oltre lo steccato del tuo giardino e parla di questioni più ampie, che toccano anche il tuo libro ma non solo.
Questo ti permetterà  di coinvolgere il pubblico interessato a imparare cose nuove. E non basta: in qusto modo, collochi implicitamente il tuo titolo in un filone di senso più generale, che viene affrontato anche in altre sedi e che magari anche in quelle sedi nuove “richiamerà alla mente” di qualcuno il tuo libro.

E ora tiriamo le somme:

L’unione fa la forza: se scrivere è un’attività inizialmente solitaria, la promozione del tuo libro ha bisogno di compagnia, convivialità, aiuto reciproco e condivisione, già a partire dalla sua ideazione. Non navigare da solo, chiedi aiuto e partecipazione all’editore, all’editor, alle persone di cui ti fidi o che stimi.

Il tuo libro non è una monade: non isolarlo, mettilo al centro di un discorso più ampio, dai al pubblico delle valide ragioni per diventare un pubblico di lettori e non solo di astanti.

La presentazione di “Storia nera di un naso rosso” è stata piacevole e interessante, il libro è bello, l’autore bravo l’editore fortissimo. Devo aggiungere altro? 🙂

Certo che sì: che tu sia autore o pubblico, gli amici sono indispensabili per un bel tempo. Eccomi con Chiara Bertazzoni e Michele Celentano, e alle nostre spalle l’ultimo ingrediente consigliato: litri di buon vino!

🙂

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