Bentornata, bentornato con un altro post della serie #scrivifelice. Dopo diverse puntate nel quale abbiamo affrontato insieme la parte dello “scrivi”, ora si cambia segno: passiamo al “felice”! Sì, perché da qui in avanti il fattore “felicità” si fa preponderante, perché la strada cambia e tutto diventa più delicato.
Ecco gli argomenti affrontati finora:
- Cos’è la scrittura felice e a che serve questa serie di post.
- PRIMO PASSO: leggere
- SECONDO PASSO: essere e restare motivati
- TERZO PASSO: pianificare
- INTERMEZZO: le pause dalla scrittura
- QUARTO PASSO: è il momento di buttarti: scrivi come se pedalassi!
- QUINTO PASSO: revisiona, non editare!
A questo punto, possiamo dire che quello che è scritto, è scritto!
Hai fatto cioè tutto il possibile per scrivere un buon testo, mettendoci il tuo meglio in questo momento.
Hai tra le mani la versione definitiva del tuo romanzo OVVERO quella che senti pronta per essere proposta a un editore.
(Se ti va bene, una redazione si prenderà cura del tuo testo e ci sarà da lavorarci ancora… ma questa è un’altra storia.)
Rispetto alla scrittura, la pubblicazione è un processo diverso, che mette in campo nuove azioni e competenze.
Questo è il momento in cui ti esponi.
Inizia qui il rischio concreto di una delusione: che succede se non ti risponde nessuno? Se ti dicono di no? Se le proposte non arrivano, se il tempo passa?
Come ti ho già detto in alcuni post precedenti della serie, a prescindere da ciò che succederà la delusione non è una tappa obbligata e si può evitare, o per lo meno gestire, perché la delusione è un sentimento che dipende da te. Sei tu che ti de-ludi, cioè che scendi dalle nuvole dopo che ti sei il-luso o il-lusa.
L’illusione invece è una proiezione immaginaria non basata sulla realtà. In parte è fisiologica, in parte è la strada maestra per una brusca caduta!
Per evitare le illusioni, e dunque le delusioni, è necessario che tu ti renda conto del mondo nel quale ti affacci, di come funziona, di quali sono le prassi e di cosa è lecito aspettarsi, di cosa succede spesso, di cosa non va bene, di cosa non funziona. Più imparerai, più potrai muoverti con cognizione di causa e senza cadere dal pero.
Magari ti sembrerà strano, ma esistono ancora persone che non appena finita la loro opera la stampano in decine di copie e la sparano random a tutte le case editrici che trovano sull’elenco telefonico. Non è inutile quindi ripetere questo: ogni editore è diverso dall’altro, ha un pubblico di riferimento diverso, e quindi accoglierà in modo diverso uno stesso romanzo.
Non importa quanto sia bello il tuo noir metropolitano: un editore specializzato in folclore sardo non può proporlo al suo pubblico. Se hai scritto un romance eccezionale, mandarlo a un editore di fantascienza è uno spreco di carta e soldi. Se hai un solo racconto per le mani, inutile mandarlo a chi pubblica romanzi!
C’è dell’altro. Molto meno scontato, ma vitale da sapere: l’editore non è una monade, né un missionario che lotta per la qualità letteraria tout court.
Un editore o editrice è un imprenditore che si rivolge a un pubblico specifico, ed è questo che devi fare anche tu: ancora prima di metterti a cercare l’etichetta o la redazione, devi capire a che tipo di pubblico può interessare il tuo testo, e solo poi inferire da lì i marchi editoriali che si rivolgono a quei lettori e lettrici e riescono già a intercettarli.
Sarebbe auspicabile che ogni anno venissero pubblicati solo alcuni libri, che potessero essere letti da ciascuna persona al mondo? (…) Esiste la convinzione che alcune cose almeno dovrebbero essere lette da tutti. Ma che cosa c’è che potrebbe essere detto a tutti? (…)
Gabriel Zaid, “I troppi libri – Leggere e pubblicare in un’epoca di abbondanza”, Jaca Books
La cultura è conversazione.
Dunque: concediti tempo per esplorare.
Come primo passo: vai in biblioteca, entra in libreria, esplora i cataloghi e gli store online e trova i titoli simili al tuo.
Il fatto che esistano è una bella notizia, perché significa che c’è un pubblico che li legge e li cerca, e ci sono editori che lavorano per pubblicarli.
Cerca libri come il tuo e sarai a metà dell’opera. Saprai a chi proporre il tuo manoscritto ragionando come un bravo editore: ovvero secondo una politica di catalogo.
Se poi hai bisogno di un occhio in più, o di accorciare i tempi, la ricerca editore è un servizio che svolgiamo solo noi di Studio83: una scheda con nomi, indirizzi e istruzioni dettagliate per presentarti al meglio a ciascuna redazione, magari con una bella proposta editoriale professionale che realizziamo in contemporanea!
La tua esplorazione può andare avanti anche in altri modi.
Se hai scritto un racconto, ad esempio, valuta l’idea di metterti alla prova in un concorso letterario. Anche qui, NON farlo alla cieca! Ecco un piccolo vademecum per muoverti cum grano salis: I concorsi letterari: quali? Quanti? E come?
Il post sui concorsi letterari fa parte di un’altra serie, che ho pubblicato qualche tempo fa, ed è dedicata proprio a consigli su come cercare una pubblicazione, su come gestire il fallimento e come far uscire la tua opera nel modo migliore possibile. La trovi qui: Vuoi pubblicare? Devi fallire!
Concludendo il post di oggi, vorrei dirti un’altra cosa che non si sente spesso in giro, ma che può fare la differenza e può aiutarti a mantenere saldo il timone dei tuoi obiettivi.
Più esplorerai, più ti accorgerai che mondo editoriale ha dei meccanismi che non sono né precisi, né intrinsecamente giusti. Perché è un mondo umano, sperimentale, azzardato, faticoso, contorto e pieno di passioni bizzarre e imperscrutabili. Quindi calma e gesso. La strada non è ancora finita!
All’esplorazione deve seguire un ragionamento, un piano, una scelta di dove mettersi e cosa essere. Ne parliamo nel prossimo post: scegli un posto nel mondo!
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