Oggi è la Giornata mondiale della bibliodiversità!
Ma cos’è esattamente? E perché dovremmo festeggiarla?
Il concetto di bibliodiversità è stato diffuso qualche anno fa, nel 2014, da un gruppo di editori indipendenti, eterogenei e agguerriti, che lo hanno espresso in un manifesto: la Dichiarazione internazionale degli editori indipendenti – insieme per promuovere e sostenere la bibliodiversità.
La bibliodiversità è la diversità culturale applicata al mondo del libro. Richiamando la biodiversità, questo concetto si riferisce alla necessaria diversità delle pubblicazioni editoriali messe a disposizione dei lettori.
Dalla Dichiarazione internazionale degli editori indipendenti
Sebbene i grandi gruppi contribuiscano, dato il volume quantitativo della loro produzione, ad una certa diversità editoriale, essa non è sufficiente per garantire la bibliodiversità, che non si misura in base al numero di titoli disponibili.
Gli editori indipendenti, sebbene preoccupati per l’equilibrio economico della loro casa editrice, si preoccupano principalmente dei contenuti che pubblicano. Le loro opere possono portare una prospettiva diversa e una voce diversa, che si affianca all’offerta editoriale più standardizzata dei grandi gruppi. La produzione editoriale degli editori indipendenti e il loro mezzo di diffusione preferito per raggiungere i lettori (in particolare le librerie indipendenti), sono quindi essenziali per preservare e arricchire la pluralità e la diffusione delle idee.
Il termine bibliodiversità è stato coniato da un gruppo di editori cileni, in occasione della creazione dell’associazione “Editores independientes de Chile” alla fine degli anni ‘90 del secolo scorso.
L’Alleanza Internazionale degli Editori Indipendenti ha notevolmente contribuito alla diffusione e alla promozione di questo termine in diverse lingue, in particolare attraverso le Dichiarazioni di Dakar (2003), di Guadalajara (2005), di Parigi (2007) e di Città del Capo (2014 ). Dal 2010, la Giornata internazionale della bibliodiversità si celebra ogni 21 settembre (inizio della primavera nell’emisfero australe).
Molto, molto importante dato il contesto storico che attraversiamo e le lotte che stanno avendo luogo in tutto il mondo è secondo me il concetto di fair speech, ovvero di equità di espressione, espresso nello stesso manifesto.
Il concetto di equità di espressione (Fair speech) completa quello di libertà di espressione (Free speech).
Dalla Dichiarazione internazionale degli editori indipendenti
In un contesto di concentrazione dei media, i poteri dominanti (siano essi politici, economici, religiosi, ideologici, ecc.) sono i più rappresentati e ascoltati. Il Fair speech promuove un accesso equo all’espressione (ad esempio per le donne, per i gruppi storicamente emarginati, ecc), consentendo una vera e propria pluralità di voci.
Questo concetto è stato ideato da Betty McLellan in Unspeakable (Spinifex Press, 2010, Australia), e promosso da Susan Hawthorne in Bibliodiversity: A Manifesto for Independent Publishing (Spinifex Press, 2014, Australia).
Ho trovato il manifesto attraverso il post di Dora Vedova sul blog di Les Mots edizioni: Editori di tutto il mondo, unitevi!
Si tratta di un articolo breve e chiaro che ti consiglio di leggere.
Proprio ieri, la mia figlia maggiore di dieci anni mi ha chiesto: “Mamma, qual è un libro che è stato importante per te? Che ricordi bene perché ti ha emozionata?”
Lì per lì, la prima risposta che mi è venuta in mente (e dunque la più vera, immagino!) è stata “Uno psicologo nel lager” di Viktor Frankl: una memoria che mi ha letteralmente cambiato la vita e della quale abbiamo poi parlato insieme. In seguito, ho ripensato a un sacco di altri titoli, e mi sono accorta che davvero pochissimi sono stati pubblicati da grandi gruppi editoriali.
Questo non significa che i grandi gruppi editoriali pubblichino necessariamente solo robaccia né che siano kattyvi.
Di fatto, però, la bibliodiversità è protetta e garantita dalle case editrici indipendenti che svolgono un lavoro di ricerca, di cura di autori e autrici e di catalogo con redazioni piccole, motivate e militanti.
Sono loro che danno voce a temi e storie che magari non interessano tutt*… ma qualcun* sì!
Sono loro che molto spesso scoprono e “crescono” i talenti che vengono poi presi dalle grandi major e portati al pubblico generalista.
Sono loro che animano fiere, presentazioni, manifesti, conversazioni che sono la base e il sale della cultura.
Cosa possiamo fare per sostenere la bibliodiversità?
La prima cosa che mi viene da dire è: leggiamo e compriamo i libri delle case editrici indipendenti 🙂
Da parte mia, non sono un’acquirente modello, perché la maggioranza dei libri che leggo li prendo in biblioteca. Ma anche per il prestito l’editore ottiene una piccola percentuale, e inoltre possiamo chiedere alla biblioteca di acquistare libri che non sono presenti nei cataloghi: anche questo è un modo valido per far girare un titolo, per farlo arrivare a persone che magari non l’avrebbero mai trovato altrimenti, e che magari hanno bisogno di leggerlo!
Inoltre, il discorso cambia per i regali. Quando possiamo, regaliamo libri, e in quel caso scegliamoli con un po’ di cura anche nei confronti dell’editore.
Seconda cosa: non compriamo libri su Amazon o dalle grandi catene, ma cerchiamo di farlo attraverso librerie indipendenti e di quartiere, che spesso hanno relazioni diverse, più umane con gli editori.
Certo, è molto comodo cliccare e aspettare la consegna: ma esistono librerie indipendenti che hanno anche il sito con la vendita, e magari anziché far girare merce per il mondo puoi impostare il ritiro in libreria.
C’è da dire che a volte realtà come Amazon hanno più disponibilità di titoli, forti sconti e tempi ridotti… ma a volte la tua comodità e convenienza la paga qualcun altro. Per quanto mi riguarda, dunque, evito quando posso di foraggiare un colosso che ha comportamenti che non mi piacciono, sia nei confronti dei suoi fornitori, che delle fiscalità, che dei lavoratori, ma capisco che è una scelta personale e che vivere in una grande città di fatto mi avvantaggia in questa scelta.
Terzo spunto: ebook. Quando vuoi comprare un ebook, verifica se c’è la possibilità di farlo direttamente dal sito dell’editore: in questo modo lo aiuterai, perché per quel libro acquistato non dovrà pagare commissioni a un sito esterno.
Nel caso in cui non ci fosse questa possibilità, torniamo alle scelte personali… io ho deciso di evitare Amazon anche in questo caso, e rivolgermi a piattaforme italiane che lavorano bene: IBS, che in fondo è il più “anziano” sito italiano per la vendita di libri, oppure Bookrepublic che è specializzato in ebook e, stesso discorso, è stato il primo.
Quarto aspetto da non sottovalutare: le recensioni! Se leggi un libro e ti piace, valuta la possibilità di impiegare cinque minuti del tuo tempo per farlo sapere. Magari sulla stessa piattaforma dalla quale hai acquistato l’ebook (io lo faccio su IBS, su Amazon ovviamente non posso 🙂 ) ma anche sui social, o sul tuo profilo, o in gruppi di lettura online che frequenti, informando in qualche modo l’editore del tuo parere positivo.
Ti assicuro che conta moltissimo, e in spazi dove non sempre le recensioni sono vere e genuine un parere espresso in modo schietto e personale si nota, e aiuta il titolo, l’editore e l’autore o autrice a vendere qualche copia in più… e a lavorare con il sorriso 🙂
Quinto, importantissimo: passa parola! Non importa quanto siamo connessi, oltre ai social esiste anche la società e il contatto diretto: parla dei libri che hai letto, chiedi a tua volta qualche consiglio di lettura, paragona interessi e stranezze, ricordati quella storia così particolare e tieni sempre presente, nelle tue conversazioni, la complessità e la varietà dell’offerta libraria… anche questa, soprattutto questa è bibliodiversità!
Sesto, ma non ultimo: quando puoi, partecipa a fiere del libro, presentazioni in libreria, incontri e festival a tema.
Ce ne sono tantissimi, in qualsiasi centro, e danno la preziosa opportunità di guardare in viso i produttori e le produttrici di culture.
La relazione umana, in fondo, è una parte imprescindibile della cultura, e se leggere un’attività solitaria oggi abbiamo l’opportunità per condividere le nostre letture con tante comunità. Quelle virtuali sono importanti, ma vuoi mettere una chiacchierata vis a vis? 🙂
“Quant’è bello alzarsi, uscire di casa e fare qualcosa. Siamo qui sulla Terra per andare in giro a cazzeggiare. Non date retta a chi dice altrimenti.”
Kurt Vonnegut, da “Un pezzo da galera”
Per concludere questa carrellata alla ricerca della bibliodiversità, non posso esimermi da qualche segnalazione, che puoi prendere anche come consiglio pratico. Ti parlo di persone che conosco, che stimo, e che quindi segnalo perché sono consapevole della fatica e della passione che sta dietro l’etichetta.
Se conosci altre realtà del genere, ti invito a segnalarle qui nei commenti del blog o nella pagina facebook.
La libreria Il Covo della Ladra ha tantissimi titoli, conosce molti degli editori che ospita e vanta una libraia gentile e competente, Mariana Marenghi. Ha anche un sito dal quale puoi acquistare i libri scontati, e tantissimi contenuti come video di presentazioni, consigli di lettura, rubriche, e così via. Di bibliodiversità qui ce n’è a iosa 🙂
La casa editrice Future Fiction pubblica racconti tradotti da diversi paesi, per offrire narratori e narratrici da tutti i paesi meno considerati dalla major, che però stanno producendo storie davvero interessanti. L’editore Francesco Verso parla espressamente di bibliodiversità, affermando di volerla portare nella fantascienza, un genere finora letteralmente colonizzato dalle produzioni anglosassoni. Con Future Fiction potrai leggere storie dalla Cina, dall’India, dal Sudamerica ma anche dalla Romania, dalla Spagna, dall’Italia.
Le Edizioni Minoritarie sono in una fase precedente: non esistono ancora 😀 ma sono lì lì per nascere, con un programma chiaro già dal titolo, e stanno raccogliendo sostegno e adesioni per partire. Perché non dai un’occhiata?
Quant’è bello alzarsi e trovare storie da tutto il mondo. Oggi possiamo farlo… approfittiamone, e poi diamo il nostro contributo affinché sia così e meglio anche in futuro, per i nostri figli e figlie.
Viva la bibliodiversità 🙂
I miei prossimi appuntamenti:
Il mio romanzo al Festival del Medioevo!
Poi: Convention Stranimondi, Festival Book City…. tutti i dettagli su: Ci vediamo in giro? Ecco dove sarò questo autunno . Ti aspetto!