Siamo alla fine del nostro viaggio: la serie di post #scrivifelice, per come l’avevo progettata, terminerebbe oggi.
Devo dire che per me è stato un viaggio interessante: i concetti che ti ho esposto in questi post sono il mio pane da anni, eppure mi hanno aperto il desiderio di approfondire ancora.
Mi fanno capire che l’argomento è vastissimo e che la mia passione in merito è ancora forte, nonostante le difficoltà!

Scrivere felici infatti non significa vivere in un confetto rosa dove non esistono problemi e dove si rigetta ogni elemento che ci faccia preoccupare. Tutt’altro!
Quando ci fortifichiamo interiormente (capendo cosa vogliamo pubblicare e a chi vogliamo arrivare e imparando a elaborare una strategia), l’asticella si alza e ci troviamo ad accettare sfide sempre più impegnative, che di nuovo ci mettono alla prova e che ci fanno mettere in questione tutto da capo.

Ma prima riepiloghiamo, forse per l’ultima volta, il sommario delle puntate precedenti:
- Cos’è la scrittura felice e a che serve questa serie di post.
- PRIMO PASSO: leggere
- SECONDO PASSO: essere e restare motivati
- TERZO PASSO: pianificare
- INTERMEZZO: le pause dalla scrittura
- QUARTO PASSO: è il momento di buttarti: scrivi come se pedalassi!
- QUINTO PASSO: revisiona, non editare!
- SESTO PASSO: esplora il mercato del libro per capire come muoverti
- SETTIMO PASSO: ridefinisci i tuoi obiettivi, decidendo a chi parlerai
L’ultimo passo l’ho intitolato: INSISTI!
Eh, sì! Perché, sia che tu pubblichi subito, sia che tu debba aspettare, sia che tu riceva un rifiuto, o un bel contratto con anticipo… la costanza è una virtù cruciale.

Pensiamo al punto in cui siamo, in questa serie.
Abbiamo affrontato e terminato l’ideazione, la scrittura, la revisione, il confronto con l’editor, magari.
Poi siamo uscit* nel mondo e abbiamo dovuto “farci una cultura”, ovvero cercare di capire qualcosa del mercato e dei cataloghi, e riformulare i nostri obiettivi in modo da trovare una strada di pubblicazione e soprattutto degli interocutori e interlocutrici adatt*.
Ora che succede? Quanto dobbiamo aspettare? Abbiamo percorso una bella strada, ma adesso che le cose non sono più sotto il nostro controllo cosa possiamo sperare?
A volte, ad esempio, passa più tempo di quello che crediamo, prima di riuscire a pubblicare: si incappa in una bonaccia o in una secca non segnalata dalle carte. Oppure, altre volte, le opere non sono accolte come il loro creatore o creatrice vorrebbe.
È una lezione dura da imparare, ma indovina? Può diventare una benedizione per la tua storia artistica.

Rileggi i tuoi primissimi tentativi di scrittura: se qualcuno te li avesse pubblicati (non dire che non avresti voluto…) ne saresti ancora così entusiasta? Nessun imbarazzo per quel raccontino in cui prendi in giro senza pietà gli amici tuoi, in un modo che nessun altro può capire? Sei ancora convint* di quella silloge sull’impermanenza delle calorie?
Nel mio lavoro mi imbatto in autori e autrici con le storie più varie, ma c’è un dettaglio che ritorna più spesso di quanto mi augurerei: un esordio frettoloso e malcurato che si vorrebbe non aver fatto.
E non parlo del famoso “primo libro che sarebbe meglio non aver mai scritto” di cui parla Calvino, parlo proprio di ciofeche imbarazzanti che si sarebbero potute evitare con un po’ di calma e lucidità in più.
Quello che voglio dirti e che ogni arresto nella tua strategia di uscita libraria può diventare una lezione preziosa e addirittura un vantaggio, quando lo rendi parte della navigata, anziché cozzarci contro a velocità Titanic.
La realtà non è quello che dovrebbe essere, la realtà e quella che è. È il modo in cui l’affronti che fa la differenza.
Virginia Satir
Conosco il dolore-dopo-il-rifiuto, quel sentimento che solo noi scrittori&scrittrici conosciamo: un misto di delusione, frustrazione, il mondo non mi merita e farò ancora in tempo per iscrivermi a découpage?
Ma so per certo che, un attimo dopo il dolore, le stesse risorse che abbiamo pazientemente messo in campo per arrivare dove siamo possono sollevarci e rimetterci in carreggiata con nuova forza.
Ne avremo bisogno.

Questo è il momento che tu sappia quanto sarà dura.
Per una scrittrice o scrittore, infatti, è tutto brutto: tutto è deludente, niente è mai abbastanza.
Gli editori non ti risponderanno.
Gli editori ti risponderanno con i prestampati.
Gli editori ti scriveranno di loro pugno autografo, spiegando dove e come il testo non va bene.
Gli editori apprezzeranno la tua opera, ma vorranno soldi.
Uscirai gratis, ma non ti pagheranno i diritti.
Avrai il 50% di royalties ma ti stamperanno poche copie, non ci sarà promozione.
Sarai ospite d’onore in due festival e farai otto tour di presentazioni, ma non vedrai il tuo libro in vetrina nelle librerie del centro.
Il libro sarà in vetrina e nella classifica dei best seller della settimana, coprirà d’oro te e il tuo editore. Ma il critico lo stroncherà.
E Hollywood lo ignorerà, e se alla fine lo opzionerà lo sceneggiatore sarà un cane e l’attore protagonista un cesso.
Devo proseguire? 🙂

Dato che la scrittura felice ha un’ottica di percorso, bisogna vederla esattamente così. Il tempo è un elemento essenziale, e dobbiamo imparare a “elevarci” dal presente e dalla frustrazione del momento, per guardare dall’alto la linea del nostro percorso, costellata di sfide già vinte e di storie ancora da scrivere.
Tutto insieme sarà il nostro vero libro: la progressione in divenire della nostra storia personale di scrittura, nella quale ogni esperienza è un capitolo.
Concentrati dunque su quello che vuoi e su ciò che ti serve.
Se qualcosa ti fa male, non è detto che sia anche inutile: forse è una lezione che puoi voltare a tuo favore. Forse la forza dei tuoi sentimenti, di delusione o di trionfo che siano, ti indica che è importante.

E se impari a tracciare e seguire la tua rotta puoi anche correggere la scia, accomodare il tiro, fronteggiare gli elementi e fare le dovute correzioni per continuare a puntare la tua meta.
La cosa veramente importante è questa: nessuno ha il diritto di dirti chi sei e nessuno può farti smettere.
Nessuno ti dà la patente di scrittore, perciò – un vero affare! – nessuno te la può togliere.
Se un giorno scegli di arrenderti… ammaini le vele, getti in mare le spezie acquistate a peso d’oro e ti ritiri per vivere di cocco in un remoto atollo… indovina chi ci perde?

Scrivere ti piace? Hai deciso di farlo?
Fallo.
Abbi fiducia nel fatto che potrai e dovrai migliorarti sempre, armati di santa pazienza e sii tenace.
Continua a cercare. Continua a scrivere.
Nel frattempo, goditi la traversata.
… E questo è il segreto del vivere felici!

Ti è piaciuta questa serie? Hai notato che poco sopra ho scritto che questo potrebbe essere l’ultimo post, al condizionale?
Hai domande? Questioni che vorresti approfondire e vorresti che io trattassi in un post specifico?
Da parte mia, ho materiale per un paio di argomenti che mi piacciono, ma lascio anche a te la possibilità di esprimerti.
Se clicchi su ADD YOUR ANSWER, si apre una riga vuota: lì puoi scrivere eventuali proposte o argomenti di tuo interesse!
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I miei prossimi appuntamenti:
20 settembre 2019 – h 18:30
Presentazione del libro “Il femminismo e la parola scritta” con Anna Travagliati
Libreria Cultora, via Lamarmora 25, Milano

Poi: Festival del Medioevo, Convention Stranimondi, Festival Bookcity: tutti i dettagli su: Ci vediamo in giro? Ecco dove sarò questo autunno
Ti aspetto!