Il 2 gennaio 1920 nasceva Isaac Asimov, uno dei monumenti della fantascienza classica del Novecento.
Non si può negare il suo indiscusso contributo, tanto alla fantascienza, che alla letteratura tutta e allo spettacolo: le sue speculazioni hanno segnato l’immaginazione di tutt*, e i suoi contributi sono ormai talmente mainstream e diffusi da suonare quasi “banali”: questo è un ottimo segno, e significa che le sue “profezie” hanno inciso davvero sulla sua epoca e oltre!
Ogni tanto torno a leggerlo con piacere: per alcun* è un autore freddo, io lo trovo per lo più ironico, apprezzo il suo slancio positivo (non sempre positivista) verso la scienza e il progresso tecnologico e a tratti ci lehho anche una certa sensibilità.
Dimostra, è vero, alcune sfumature maschiliste proprie della sua epoca, ad esempio nel ritratto poco lusinghiero della povera psicologa Calvin. In “Neanche gli dei” immagina una civiltà retta dall’interazione di tre sessi che agiscono insieme con funzioni diverse ma interdipendenti, e questo potrebbe interessare studios* del queer, magari.
(“Neanche gli dèi” non lo conoscevo, e mi è stato citato da Loretta B. nel corso della mia lezione al NABA, dedicata alla fantascienza femminista, nella quale sono stata ospite del collettivo Ippolita).
Allo stesso tempo, molta carta è passata sotto i ponti… qualche giorno fa ho letto una discussione interessante nel gruppo facebook Fantascienza oggi – libri film e serietv degli anni duemila in cui ci si confrontava proprio su questo. Da parte mia, trovo un po’ improprio mettere Asimov in cima alla lista in un discorso contemporaneo, come invece vedo spesso fare: quando si parla di fantascienza odierna, ecco la foto di Asimov al centro del paginone e almeno un terzo dello spazio dedicato alle sue leggi della robotica: anche basta!
Asimov ha comunque un posto speciale nel mio cuore e nella mia libreria anche perché non mi sono fermata alla fantascienza.
Amo l’umorismo malefico che si dispiega al meglio nell’antologia “Magic” e poi nella più conosciuta “Azazel”. In questi racconti, un nobile (mi pare) inglese trova il modo di evocare un diavolo che è costretto a eseguire i suoi comandi: comandi che però intende sempre alla lettera, e che segue scrupolosamente.
Il divertimento di Asimov e nostro sta tutto nello scoprire ogni volta in che modo tutto può andare male.
Meravigliosi sono poi i suoi pezzi di divulgazione scientifica, dove spiega concetti fisici, leggi chimiche e realtà organiche con una verve e un’entusismo trascinanti – e con un’efficacia che mi ha permesso di sfangarla in diverse pagelle.
Asimov non ha mai nascosto che la divulgazione è stata per lui fonte di grande soddisfazione perchè si tratta di un compito infinito: infatti ogni pochi anni è necessario riscrivere sulle medesime branche della conoscenza, visto che nel frattempo nuove scoperte si aggiungono e cambiano il modo di concepire il mondo che ci circonda.
“Asimov spiega la scienza”, da isaacasimov.it
Asimov è stato anche giallista, con la spassosa serie di racconti dei Vedovi Neri… Isaac Asimov è stato insomma un autore e divulgatore fra i più importanti del Novecento.
In moltissimi giornali e testate online troverai materiale su di lui. Ti segnalo il pezzo su Fantascienza.com: “Cent’anni di Isaac Asimov”, che oltre al contributo letterario racconta anche il lavoro e la fatica di quest’uomo che non è mai perso d’animo.
La fantascienza di Asimov è forse la rappresentazione più pura del genere. Coerente, fortemente basata sulla scienza ma senza risultare mai pesante o incomprensibile: uno stimolo continuo a pensare, ad apprezzare la conoscenza e l’intelligenza. Intere generazioni hanno imparato ad amare la fantascienza sulle sue pagine, ma anche la scienza stessa.
“Cent’anni di Isaac Asimov” da Fantascienza.com
Quello che forse non troverai in giro, sono felice di riportarlo qui, ed è la testimonianza di una persona che l’ha conosciuto e apprezzato, e che è stato a sua volta un autore decisivo per il secolo scorso: Kurt Vonnegut.
Noi umanisti facciamo del nostro meglio per servire l’unico ente astratto che ci risulta davvero familiare, ossia la nostra comunità.
Io, fra parentesi, sono presidente onorario dell’Associazione Umanista Americana, essendo subentrato in questa carica completamente priva di funzione al defunto Isaac Asimov, il grande scrittore di fantascienza.
Qualche anno fa abbiamo organizzato una cerimonia per Isaac, io ho tenuto un breve discorso e a un certo punto ho detto: «Adesso Isaac è lassù in cielo». Era la battuta più esilarante che potessi fare di fronte a una platea di umanisti. Li ho fatti rotolare fra le poltrone per le risate. Ci sono voluti parecchi minuti per riportarli all’ordine. E se mai dovessi morire anch’io – Dio non voglia – spero che voi direte: «Adesso Kurt è lassù in cielo». È la mia battuta preferita.
Kurt Vonnegut, “Un uomo senza patria”, Minimum Fax
Buon compleanno, Isaac Asimov, fantastico scrittore fantastico, e grazie per tutta la scienza, e per tutta la fantascienza!