Sulla chiusura del WD – Piccola lezione di storia recente dell’editoria

Oggi ho pubblicato sul blog di Studio83 un post più lungo del solito, che ha un tono a tratti un po’ amaro: cosa inusuale, per me e per noi, ma in questo caso quasi inevitabile.

L’articolo è questo: Il Writer’s Dream ha chiuso. Ovvero: piccola lezione di storia dell’editoria dai primi 2000 a oggi.

Il 1 febbraio 2021 il forum Writer’s Dream ha chiuso i battenti.
Quando uno spazio pubblico chiude non è mai una bella notizia, e quando succede a spazi molto importanti dobbiamo chiederci qualcosa in più.

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Di seguito aggiungo qualche mia nota a corredo, come introduzione al post, come ulteriore riflessione, e infine come appello, nelle ultime righe, a mie colleghe e colleghi editor e operatorə del settore editoriale.

Nei primi anni 2000 c’è stata una rivoluzione tecnica e culturale che ha portato alla “democratizzazione” dell’editoria.

Molte belle strade si sono aperte, ma è nata anche l’editoria a pagamento di massa, che ha basato la sua attività su promesse aleatorie, quando non truffaldine.

A questo si è contrapposto un intenso lavoro di informazione, guidato proprio dal forum Writer’s Dream, che sembrava potercela fare: ha diffuso informazioni e consapevolezza tra autori e autrici esordienti, facendo capire che l’#EAP è un vicolo cieco.

Ma le cose sono cambiate ancora e adesso tutto è di nuovo in gioco.
La strada è ancora in salita.

L’editoria a pagamento sta benissimo. I soldi ora li chiedono anche certi editori veri. Il “mercato del libro” soffoca nella ricerca ossessiva della novità. Autori e autrici spaventatə dal questo caos vanno a buttarsi su Amazon o Wattpad, piazzettine autoreferenziali e illusorie, bruciandosi ogni possibilità di crescita vera.

Noi non smettiamo di fare informazione, e speriamo che anche nuovə colleghə, editor indipendenti cui abbiamo anche un po’ aperto la strada, si facciano carico insieme a noi di questa necessità culturale.

Oltre a parlare di tecniche per scrivere il best-seller e posizionarsi su Amazon, bisogna aiutare autori e autrici a capire che per pubblicare bene è necessario lavoro, ricerca, contezza del contesto, informazione – cultura editoriale, insomma – e un po’ di pazienza, lavorazione silenziosa e attesa.

Mai come ora bisogna essere e diventare punti di riferimento culturale, e accendere tante luci segnaletiche nel buio. 🙂

Ti rimando al post: Il Writer’s Dream ha chiuso. Ovvero: piccola lezione di storia dell’editoria dai primi 2000 a oggi.

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