È possibile immaginare un futuro migliore, basato su tecnologie sostenibili e stili di vita cooperativi (anziché competitivi)? È la sfida del solarpunk, alla quale rispondono undici tra i migliori autori italiani di fantascienza.
Il LIBRO:
Se esistesse una mappa cartesiana della fantascienza, il movimento solarpunk si troverebbe probabilmente all’estremo opposto del distopico. È un tentativo di rispondere alla domanda “che aspetto ha una civiltà sostenibile e come possiamo arrivarci?” Il solarpunk può essere utopico, ottimista o interessato alla lotta per un mondo migliore, mai distopico. Il nostro mondo arrostisce a fuoco lento, abbiamo bisogno di soluzioni, non solo di avvertimenti. Il solarpunk è allo stesso tempo una visione del futuro, una provocazione ponderata, un modo di vivere e una serie di proposte realizzabili per arrivarci; è una visione di futuro che incarna il meglio di ciò che l’umanità può raggiungere: un mondo post-scarsità, post-gerarchia, post-capitalismo in cui l’umanità vede se stessa come parte della natura e l’energia pulita sostituisce i combustibili fossili.
Assalto al sole ha chiamato undici tra i migliori autori italiani di fantascienza a rispondere a questa sfida.
Il RACCONTO: “Il Libro di Flora”
La storia di un viaggio iniziatico, forse sacrificale, alla ricerca delle radici dell’utopia – o forse di una utopia radicale.
Flora Conti è costretta a tornare allo spazioporto di Grottaglie, dopo che ne fu cacciata per ricerche botaniche considerate eversive. Ma ora la colonizzazione di Marte è in pieno svolgimento, e gli Stati e le élites di grandi capitalisti hanno lì una nuova frontiera da lottizzare, sfruttando scienziate formate e poi cooptate per questo. Dunque, le ricerche di Flora potrebbero servire.
Flora però non è una scienziata come le altre: è legata a una figura misteriosa, quella della Narratologa, autrice dell’eversivo “Il libro di Eva”, usato come simbolo dalle brigate terroriste che sabotano la colonizzazione marziana, in nome di un mondo più giusto, e di un pianeta libero dal capitalismo predatore.
“Il libro di Eva” è un viaggio dell’eroina e il simbolo di una rifondazione umana in nome di valori femminili e comunitari: è una storia nuova, per una realtà da costruire.
Ma sulla Terra non ci sono solo gli umani, e Flora lo sa bene: altre creature si raccontano storie, che possono parlarci, indicandoci una via per vivere insieme in pace.
Hanno detto:
“Il libro di Flora”, con cui Giulia Abbate ci porta in una realtà dove lo sfruttamento e la prevaricazione, specialmente sulle donne, vengono usati per fare di Marte il luogo dove coltivare le piante per garantire cibo a pochi eletti.
Roberto Sturm in “Solarpunk è utopia politica del possibile. Anche in Italia” su PULP libri
Certo, la cura suggerita non è sempre indolore. Quella avanzata da Giulia Abbate, per esempio, è davvero drastica, al limite del terrorismo, una sorta di guerra partigiana necessaria al cambiamento. Però, il viaggio verso il cambiamento “presuppone l’esistenza di aiutanti e donatori inaspettati”.
La cura, a volte, è la letteratura stessa.
Sergio Beccaria in “Fantaitalia: Solarpunk, Assalto al Sole” su B-Sides Magazine
La protagonista della storia è una scienziata ed è stata cooptata per una missione che riguarda la colonizzazione di Marte. Ma lei, come tutte le altre donne, sono in realtà il risultato di una strategia governativa ben precisa: fin da bambine le donne vengono strappate alla loro infanzia e “addestrate” alla scienza per servire il regime distopico che governa l’Italia. Ma qualcosa sta cambiando, un gruppo di ribelli sta prendendo sempre più vigore, grazie anche ad un libro clandestino, denominato Il libro di Eva, che incita per l’appunto alla rivolta e ad un cambiamento radicale della società
Carmine Treanni in “Assalto al sole, l’antologia made in Italy sul solarpunk” su Fantascienza.com
Solo alla fine, il racconto di Abbate ci offre una speranza Solarpunk, al lettore lasciamo scoprire come e perché.
Giulia Abbate ha scelto di situare la sua storia (Il libro di Flora) nel momento di passaggio da una società distopica a una società alternativa attraverso un atto rivoluzionario, cosa che non le ha impedito di arricchire il racconto con gustose suggestioni paesaggistiche e naturalistiche.
Giovanna Repetto nella “Recensione di Assato al sole” per Il paradiso degli Orchi
Certo la matrice internazionalista del solarpunk rende le istanze socio-politiche narrate collocabili ovunque, concentrate come sono sulla critica al capitalismo. Però almeno nel racconto di Giulia Abbate, Il libro di Flora, è degna di nota la descrizione di alcuni elementi paesaggistici legati a luoghi reali. Quelle rovine della Villa di Tiberio, in provincia di Latina, a Sperlonga, che confina con Fondi ed è visibile da Monte San Biagio, sepolte in “un mondo organico che riprendeva spazio”, simbolo di un impero ormai passato e riassorbito dalla Terra, e la sottostante Grotta Azzurra, trasformata in un budello dall’innalzamento del livello delle acque. Suggestioni geografiche che potrebbero aprire a future articolazioni di un solarpunk più legato ai territori e ad una loro riscoperta nell’ambito di un turismo culturalmente sostenibile. Le metafore della fantascienza al servizio di un respiro glocal.
Valerio Pellegrini in “Visioni italiane del futuro alla luce del solarpunk” in Quaderni d’altri tempi