Sciamanesimo, spiritualità, solarpunk e fantascienza

Lo sciamanesimo è uno di quei temi che sta tornando all’attenzione del dibattito culturale per molti motivi.

Il rinnovato interesse per la psichedelia, ad esempio (e Walter Catalano sta facendo un bellissimo lavoro di divulgazione in merito su PULP Libri – Quotidiano dei libri!).

O anche grazie alle voci dei rappresentanti dei popoli nativi che attraverso Survival International stanno levando le loro sacrosante istanze.

Ma c’è anche una vena più nascosta, quella relativa a un progressivo avvicinamento ai temi del misticismo: il grande scrittore, umanista, fantascientista (facciamola breve: il tuttologo!) Aldous Huxley, appena ripubblicato da Mondadori, con le sue “visioni” tendeva a quello, e ha scritto cose eccezionali sui mistici europei del XVI secolo, ad esempio.

Questo riavvicinamento esprime un bisogno di spiritualità, una tensione verso qualcosa di più grande, che emerge in momenti di crisi profonda come quello che stiamo attraversando.

Auspico che anche la fantascienza, magari con la spintina di un #solarpunk attento anche a ciò, colga questo bisogno e torni ad accogliere la spiritualità nelle sue narrative.

I segnali ci sono. Bisogna ascoltarli, ascoltarsi e mettersi al lavoro.

Magari iniziando dalle letture consigliate da Elena Di Fazio per Solarpunk Italia! Eccoli qui: Letture a tema – Consigli di lettura sullo sciamanesimo

Per beneficio d’archivio, riporto di seguito la mia introduzione al suo pezzo.

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Con il post “Tecnologia indigena come strumento di resilienza climatica”, abbiamo auspicato l’inizio di un percorso di scoperta delle culture native, indigene e vernacolari, che con il solarpunk ci sembrano avere molto a che fare.

Oggi nel mondo 150 milioni di persone in 60 diverse nazioni vivono in società tribali, che per lo più sono autosufficienti e legano il loro benessere a quello della terra. Sono esempi viventi che un diverso rapporto con il mondo è possibile – è sinistro che oggi siano minacciate non solo da governi e lobbies capitaliste, ma anche da grandi progetti di “conservazione” di grandi ONG come il WWF, che istituiscono “riserve naturali” e sfrattano anche brutalmente chi ci vive da sempre in modo rispettoso dell’ambiente. (Fonte: Survival.it) Questo apre una questione importante, quella della decolonializzazione dell’ambientalismo, questione oggi poco conosciuta anche dalla sfera dell’attivismo.

Una parte molto importante della cultura nativa è legata allo sciamanesimo: un sistema culturale-sacrale che combina, in diverse forme e a diversissime latitudini, credenze mistiche, conoscenze sapienziali e pratiche estatiche, rituali e mediche; ed è frutto di una visione del mondo in cui tutto è collegato, e noi non siamo che una parte di un cosmo dove molto di importante è invisibile, benché percettibile e raggiungibile per via non razionale.

Negli ultimi anni, assistiamo a una rinascita dell’attenzione del mainstream nei confronti dello sciamanesimo, dopo il fecondo periodo degli Anni Settanta. Il fatto si lega a nuove scoperte scientifiche che rimettono in campo la psichedelia, e al lavoro di divulgazione delle culture native svolto da portavoce di popoli minacciati, che oggi grazie all’impegno delle nuove generazioni usano le tecnologie della comunicazione per prendere parola e difendersi dalle costanti minacce alla loro sopravvivenza.

Ma non è tutto qui: lo sciamanesimo fa parte di una dimensione mistica che la società occidentale ha rinnegato, ma che torniamo a sentire necessaria ogni volta che ci troviamo di fronte all’apocalissi.

La percezione di qualcosa che va oltre noi stess* e oltre ciò che vediamo; il bisogno di trovare risposte e appigli assenti quando non impossibili “fuori”; il desiderio di trascendere una situazione difficile e di superare la ricerca stessa di soluzioni, in favore di una Soluzione, intesa come discioglimento in qualcosa di più grande: anche queste sono istanze che ci portano a interrogare le culture sciamaniche (e a recuperare, in parallelo, le vie di grandi mistiche e mistici europei e occidentali: l’attenzione verso Hildegard Von Bingen, verso Meister Eckhart, verso Simone Weil, va di pari passo con la pubblicazione di interessanti studi sui riti estatici e di trance dell’Europa antica).

Mi pare che l’istanza “mistica” possa e debba far parte del discorso solarpunk, per tutti questi motivi.

Se il solarpunk è una risposta creativa alla “rivelazione” apocalittica, se intende seguire una via olistica e iperrelazionale nella dialettica con il non umano, se crede di poter costruire società alternative a quella capitalista occidentale e se si fa carico dell’incanto di un futuro bello, bisogna che si confronti anche con la dimensione spirituale dell’umano, e che sia in grado di esplorare anche le pratiche e le filosofie che non escludono l’imponderabile.

Documentarsi sullo sciamanesimo è un modo per iniziare anche questo percorso, spero. Per fare ciò, abbiamo oggi una accompagnatrice d’eccezione: Elena Di Fazio, fresca vincitrice del Premio Urania 2020, ha compilato per noi una lista di consigli di lettura sulla cultura sciamanica vista da molte prospettive diverse.

Buon viaggio.

Leggi: Letture a tema – Consigli di lettura sullo sciamanesimo a cura di Elena Di Fazio

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