Mi pare un buon momento per consigliare una lettura su cui sto da tanto: si tratta di “Proserpina” di Mary Shelley, in ebook per IperWriters Editore con la prima traduzione italiana a cura di Claudia Salvatori.
Come ho già detto diverse volte, la poesia è un territorio per me quasi indecifrabile, che dunque affronto con piedi di piombissimo.
Per questa ragione ho trovato utile la postfazione al testo, stringata, ma con qualche bella interpretazione e informazioni mirate a far meglio comprendere il testo poetico. Che, in effetti, in un paio di passaggi lascia scorgere in controluce delle chiare connessioni autobiografiche ai terribili drammi che hanno funestata la vita di Mary Shelley.
(Per saperne di più, ecco un mio articolo: Duecento anni di Frankenstein e sei racconti romantici & gotici su Mary Shelley e il suo Prometeo moderno)
In appendice a “Proserpina” troviamo anche il testo originale, attenzione filologica preziosa… in un tempo in cui editori blasonati si dimenticano pure degli indici!
Piccola nota a margine: Claudia Salvatori si è occupata anche della nuova traduzione di uno dei romanzi del Ciclo della Terra Piatta di Tanith Lee, che stanno uscendo per Oscar Mondadori Vault.
Un problema, quello della traduzione, che negli ultimi mesi è stato dibattuto molto e male, a proposito della nuova traduzione di Chiara Reali di “La mano sinistra delle tenebre” di Ursula K. Le Guin, rititolata “La mano sinistra del buio”: ed è stato subito flame, polemicona, insulto gratuito. Chiara Reali ha saggiamente evitato i social e ha scritto un lungo pezzo sul suo lavoro per la newsletter di La Ghinea, che sta girando e che vi consiglio pure di recuperare e leggere.
Dico tutto questo perché sarei curiosa e interessata di leggere qualcosa anche di Claudia, sulla sua esperienza di lavoro e sulla rititolazione che riguarda pure la riproposta di Tanith Lee.
Per ora, mi godo l’esordio italiano di “Proserpina”. (Link da Amazon perché purtroppo per ora è solo lì.)
Buon Ognissanti!
Intreccerò una ghirlanda, Madre, per i tuoi capelli.
Ma senza di te, sento che questo luogo è deserto,
I suoi boccioli appassiscono, le sue alte e fresche erbe
Piegano la testa come chi cade addormentato.
Non andartene, cara Madre, via dalla tua Proserpina.
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