Ho letto grazie a una condivisione di Maria Teresa de Carolis che l’orsa detenuta in Trentino ha un nome: Gaia.
O meglio: Gaia è il nome in umanese, il suo vero nome sarà ovviamente quello in orsese, che non possiamo conoscere (ringrazio mia figlia Sara per la consulenza linguistica).
Comunque sia, chiamare una prigioniera con la sua matricola è degradante in senso assoluto.
Chiamiamola con il suo (secondo) nome, invece, è anche questo un gesto politico e di dignità: una dignità che non si perde certo da prigionieri, ma da carcerieri alle volte sì.
Anche perché, diciamolo, negli ultimi tempi abbondano le evidenze (anche grazie alla lotta di Alfredo Cospito e di tanti altri e altre) che questo paese ha un problema enorme con le incarcerazioni in generale.
Bè, buona giornata di Gaia… pardon, della Terra, orsette e orsetti!