Sul numero 98 della rivista Robot, l’ultimo uscito, un mio articolo su “Le nuove sfide della fantascienza”.
Inizia così:
La fantascienza si trova oggi a fronteggiare delle sfide importanti, legate alle trasformazioni della nostra contemporaneità. Queste trasformazioni sono così profonde che chiedono anche all’arte e alla cultura un esercizio complesso e ambizioso di presenza di spirito, capacità di analisi e coinvolgimento. E la fantascienza, genere ‘di punta’ per creatività, arguzia, ricerca e audacia, può e deve misurarsi con tali sfide.
Nel pezzo (l’editore Silvio Sosio, che ringrazio, lo ha incluso nella rubrica “Polemiche”: forse lo è, anche se non l’avevo pensato in quanto tale) individuo tre grandi questioni con le quali la fantascienza deve misurarsi: quella “nel mondo”, quella verso la cultura e produzione culturale, quella nei confronti di sé stessa e dei propri mezzi espressivi.
Non sono confronti facili e ci troviamo in una situazione generale in cui tutto li scoraggia. Penso però che siano necessari per infondere di vita questo meraviglioso genere letterario, difendendolo dallo sfruttamento, dalla banalizzazione e dalla disattivazione. Nella cultura la fantascienza ha un posto, se non lo si vede più lo si deve ricreare, ribadire che le spetta.
Questo possiamo farlo solo tentando al contempo di sottrarci alle lusinghe dei re del mondo che “ci tengono prigioniero il cuore”, ma che poco o nulla possono negli altri mondi, quelli che proprio noi siamo in grado di creare.
