Kurt Vonnegut scrisse “Mattatoio n.5”, romanzo di fantascienza, a partire dal bombardamento di Dresda.
Una delle immagini più belle di quel libro (le bombe alla rovescia) colpì a tal punto Martin Amis da indurlo a scrivere “La freccia del tempo”, un romanzo tutto così, col nazista che si rialza dal letto di morte, ringiovanisce, riavvolge il nastro dall’anonimato alla fuga agli anni ruggenti del lager etc etc.
Martin Amis è autore anche di “La zona d’interesse”, romanzo su cui Glazer ha basato il suo film per il cui premio Oscar ha pronunciato un discorso dirompente (ovvero semplicemente sincero) relativo alla nostra forzata e malata indifferenza relativa a Gaza.
Così. Mi pareva interessante portare alla luce questi altri fili che ci portano a Dresda. O riportano lei, oggi, fino a noi.
In una concezione del tempo tralfamadoriana (ovvero propria degli alieni di “Mattatoion.5”, ma che non si è inventata Vonnegut) tutto è ancora qui, perché tutto accade ancora, sta accadendo e sempre accadrà.
(Con la stessa impostazione Ted Chiang ha scritto “Storia della tua vita”. Ma questa è un’altra storia. In cui la fantascienza, ça va sans dire, non solo aiuta lo sguardo, ma permette l’azione di vedere).
Articolo “Devastare e punire. Da Dresda a Gaza” di Massimo Palma su Doppiozero.
Grazie a Ilaria Durigon per averlo segnalato sulla sua bacheca, permettendomi così di leggerlo tempestivamente.