Una bella notizia mi ha fatta pensare al nostro racconto “guerra Fredda”, pubblicato su Urania nel luglio 2019 (numero speciale Millemondi “Strani Mondi”, a cura di Franco Forte).
Come ormai saprai, scrivo fantascienza 🙂 E quando si scrive fantascienza, in particolare fantascienza speculativa e sociale, si lavora su scenari vicini, su elementi del presente, e ci si trova spesso a vedere accadere nella realtà intuizioni o “previsioni” azzardate nei propri testi.
Spesso, però, si tratta di accadimenti negativi: un classico di oggi è l’aggravamento climatico, che noi autrici e autori descriviamo nei racconti, e che poi dobbiamo vedere confermato nei fatti.
In questi casi, in moltə mettono l’accento sulla propria previsione: se da un lato questo può servire a chiedere di prendere più sul serio la fantascienza e la narrativa speculativa, i toni mi paiono spesso insistere sul “ve l’avevo detto, come sono bravo, ci avevo pensato, applausi a me”.
Ecco, fare questa cosa per le catastrofi non mi piace. Serve e ha un senso, non la critico in sé, dico solo che a me non piace e cerco di evitarla.
Se però arrivano belle notizie, tutto cambia 🙂
In questo caso, la notizia è la vittoria della Comunità Inuit alle elezioni politiche della Groenlandia.
Le elezioni in Groenlandia sono appena state vinte dai Verdi di Inuit Ataqatigiit, che si oppongono allo sfruttamento della miniera di Kvanefjeld ricca di Terre Rare, materiale strategico per gli USA e per la Cina.
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Il partito Inuit Ataqatigiit non avrà vita semplice, essendo alla difesa di una terra che fa gola alle superpotenze, ma ha ottenuto un successo significativo che fa ben sperare.
Da qualche tempo mi interesso alle lotte delle comunità native nel mondo (attraverso la voce importante di Survival International), ci ho anche scritto un racconto, Frammento n.83, che pure metteva in campo la foia trivellatrice e devastatrice di superpotenze (umane) sulla pelle e sui territori delle comunità native (di un pianeta che non era la Terra).
Ho parlato di questo racconto anche ai microfoni di Radio Popolare, lo riepilogo qui: Una notte a Radio Popolare. Fantascienza, ecologia e scrittura
Questa specifica lotta, la lotta Inuit in Groenlandia, ha spazio nel racconto “Guerra fredda”, che ho scritto insieme a Elena Di Fazio.
In “Guerra fredda” ipotizzavamo un futuro prossimo, sull’orlo di una infezione di massa dai risvolti inquietanti, in cui una missione groenlandese di ricerca deve confrontarsi anche con la frustrazione Inuit.
La temperatura sale. Il governo danese attaccò gli statuti indigeni: annunciò il ritiro delle concessioni di caccia in nome dell’ambientalismo, chiuse il fondo per le lingue native e aprì una commissione sulle borse di studio, definendole pacchia illegittima. Gli inuit reagirono con sdegno: sospesero i servizi extra e minacciarono di incrociare le braccia. Il gemellaggio internazionale con i nativi del Sudamerica aveva risvegliato in loro la forza di opporsi e combattere; ma quando, sempre in quei giorni, il governo brasiliano iniziò a sterminare gli indios, ne nacque anche un’inedita rabbia, difficile da maneggiare per un popolo che era stato sempre pacifico.
dal nostro racconto “Guerra Fredda”
Ora quindi posso vantarmi: mi vanto di NON aver indovinato una previsione, e spero che le cose restino così!
Mi auguro che gli Inuit riprendano il potere, usandolo nel modo che già prefigurano, ovvero prendendosi cura della terra e delle comunità che ci vivono.
E mi auguro che gli attacchi sempre più brutali e vigliacchi ai danni dei nativi sudamericani, in particolare quelli di Bolsonaro, cessino.
In tutto il mondo, popolazioni indigene e comunità tribali subiscono soprusi di ogni genere senza potersi difendere. Sono discriminati, minacciati, abusati, uccisi, deportati. Non sono alieni, non sono “primitivi”. Sono esseri umani. Spazzati via.
Per saperne di più, segui Survival International
Qui, un ragazzino Yanomami gioca, in una foto di Claudia Andujar.
Ho avuto l’immensa gioia di vedere la mostra delle sue foto, alla Triennale di Milano, appena qualche mese fa. Esperienza meravigliosa, intensa ed emozionante.
E ora, lasciami aggiungere una ultima considerazione, in cauda venenum.
Quando “Guerra fredda” usci, ricordo che fu accolto con arricciate di naso da un certo pubblico, perché era “troppo politico” e troppo legato all’attualità.
A cosa mai potrà servire la fantascienza se non alla politica e all’attualità, io mi domando.
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