Arriva in questi giorni nelle librerie un nuovo giallo targato Todaro editore. Si tratta di “Torino Nouvelle Vague” di Franco Ricciardiello, uno scrittore che stimo e con il quale ho scritto il “Manuale di scrittura di fantascienza”, uscito nel 2019 per Odoya Editore.
Protagonisti un giovane pm e un vecchio regista della Nouvelle Vague, liberamente ispirato a Jean-Luc Godard, sospettato di aver ucciso l’ex moglie dopo la Nuit Blanche, una festa dedicata alla cinematografia francese.
Il palcoscenico è Torino, una Torino ricca di atmosfere, serate di gala al Museo del Cinema, strade avvolte nella nebbia. La vittima è Sophie Alma, musa indiscussa e attrice protagonista di molti film francesi degli anni Sessanta.
L’indagine parte bene, poi si avvita su se stessa, viene ostacolata dalla stampa, ma infine giunge a una soluzione suggerita da una felice intuizione del magistrato, uomo di poche parole e all’apparenza scostante, ma provvisto della capacita di comprendere l’animo umano e le sue debolezze.
Questo romanzo è un omaggio a Jean-Luc Godard, il grande vecchio del cinema postmoderno, facilmente identificabile dietro il personaggio del regista Leclercq. I titoli dei capitoli riprendono i titoli dei film da lui diretti. E le dichiarazioni surreali del protagonista del romanzo sono in linea con i dialoghi dei personaggi creati dal celebre regista francese.

Sono molto contenta di questa uscita.
Oltre alla stima che nutro per Franco e alla considerazione che ho per Todaro, c’è anche un altro motivo di questa contentezza, legato a questi due. Forte della consapevolezza della rispettiva qualità, e consapevole anche delle affinità tra la scrittura di Franco e la raffinatezza delle proposte di Todaro, sono stata io a proporre in lettura “Torino Nouvelle Vague” a Veronica Todaro.
(Ho avuto il piacere di conoscerla duranet una presentazione milanese, ne parlai qui: Come fare una bella presentazione letteraria? Consigli da “Storia nera di un naso rosso” di Alessandro Morbidelli, Todaro editore)
L’intermediazione non è una attività che svolgo per lavoro, chi mi conosce lo sa bene, e chi non mi conosce e mi fa richieste in questo senso ottiene un gentile no.
L’intermediazione è infatti un aiuto professionale complesso, che nel mondo nel quale lavoro, quello dell’editoria piccola e indipendente, è esposto a troppe variabili per poter essere seguito con assiduità, per lo meno da me che ho sempre altre trecento cose per le mani.
Diverso è l’aiuto volontario.
Se conosco un testo, e magari mi viene in mente un editore che pure conosco e che può starci bene, perché non fare una proposta? Perché non fare un favore a una brava penna e un servizio a un’opera meritevole, mettendola in una casa che può andare bene per lei, e dare a chi legge nuove belle cose?
Mi capita di fare proposte e dare suggerimenti a vario titolo, e se la cosa si concretizza ci guadagno tanta soddisfazione, un “prezzo” più che bastante in questo caso.
Relativamente a Franco Ricciardiello e Veronica Todaro, non compio peccato di vanteria se affermo che il loro è un connubio virtuoso. Tutt’al più mi vanto di averci visto giusto Ma è il privilegio di conoscere entrambi che ha portato a questo esito quasi naturale.
Ringrazio quindi Veronica Todaro per la considerazione che mi ha accordata, e Franco per la sua amicizia, per la sua fiducia (mi ha pur sempre affidato il suo manoscritto dandomi carta bianca!), oltre che per queste bellissime parole!
Chi bazzica questo mondo sa quanto sia difficile, se si invia in giro un manoscritto inedito, arrivare persino a farsi leggere. Non è che gli editori siano malvagi, è che davvero sono sommersi da tsunami di materiale (spesso illeggibile, ammettiamolo).
Dal profilo facebook di Franco Ricciardiello
Anche se hai già pubblicato, nel momento in cui vuoi cambiare genere, o editore, è quasi d’obbligo (a meno che tu non sia uno dei Grandi Nomi) che qualcuno “consigli” il tuo inedito a un editore. E’ una sorta di primo vaglio, una scrematura che le case editrici accettano volentieri.
A me è accaduto quando ho voluto uscire dal mercato di genere, e sono approdato a Odoya / Meridiano Zero grazie a Gian Filippo Pizzo, che già era in quella scuderia. E’ successo ancora adesso con Todaro Editore. E’ una legge di mercato: se l’offerta è notevolmente superiore alla richiesta, deve esistere un criterio di selezione. Devo perciò essere grato a Giulia Abbate, con la quale ho scritto il Manuale di scrittura creativa, e con la quale condivido l’avventura di Solarpunk Italia. Se non ci fosse stata Giulia, “Torino Nouvelle Vague” sarebbe ancora un file sul mio hard disk, invece che una pila di volumi freschi di stampa che un corriere ha consegnato oggi a casa mia.
Auguri a “Torino Nouvelle Vague”, quindi, e buona lettura a chi se lo procurerà.
Inutile aggiungere che lo consiglio caldamente 🙂 Scoprirete un autore raffinato e insieme equilibrato, e un editore dal catalogo giallo pieno di suggestioni e di storie molto curate.
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