Se non ora, poi sarà peggio / alzare voci in Covidistan

Ora che i gatti russi sono fuori dalle gattogare, che gli atleti paralimpici russi sono fuori dalle competizioni, che i libri illustrati russi sono fuori dalle fiere del libro, ora che i corsi universitari sono occupati da logiche bombarole e chi dissente è automaticamente proputiniano-neohitleriano, ora Andrà Tutto Bene!

E quella mia dell’accesso alle biblioteche pubbliche può sembrare una battaglia piccina da poracci.

La rivendicherei lo stesso, sia chiaro: rivendico il mio essere piccina, poraccia, esiliata, disertora, eterica e pazza.

E in più, sento che tutto è connesso: per la semplice ragione che questo clima isterico esiste e agisce da due anni, e che chi dissentiva in merito alla narrazione pandemica ha GIÀ subito il trattamento riservato oggi ai Nori e alle Spinelli.

Lo ha subito nelle università, nei circoli, negli ordini, nei luoghi di lavoro, tra amici (?), persino in famiglia.
E lo subisce ancora.

Ora, se la russofobia suona ridicola e il livello della narrazione inizia a inquietare chi finora era tranquillə, umilmente dico che sarebbe il caso di non aspettare oltre e di agire e reagire in tutti i modi possibili, a meno che non vogliamo approfondire questo pericoloso solco e trovarci obbligatə a subire di peggio, e, a ogni giro di giostra (nuova guerra, nuova pandemia, nuove crisi), a perdere sempre più terreno, diritti, voce, parole, a vedere lesa la nostra stessa dignità di persone pensanti.

Agitiamoci. Organizziamoci. Istruiamoci per ciò che ci aspetta, se non noi nessuno, se non ora poi sarà peggio.

Draghi deve cadere.
I padroni li dobbiamo cacciare.
Le armi non le dobbiamo mandare né fabbricare.
I media bisogna smettere di inondarli di milioni pubblici condizionati a quanto sono “fedeli alla linea”.
La voce la dobbiamo alzare.
La cultura dobbiamo riprendercela.

La Resistenza è adesso.

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