La lettura di una intervista a Intervista a Yurii Sheliazhenko, importante attivista nonviolento ucraino, mi ha fatta pensare.
Intanto, te la propongo qui, linkata: Sheliazhenko: «La guerra era evitabile», intervista a cura di Francesca Ciarallo.
Fammi/fagli/fatti il favore di seguirlo e dare attenzione e risalto alle sue parole. Anche perché si trova in pericolo… stiamogli vicino.
Si può seguire da qui: https://www.facebook.com/ludstvo
Eccone un passo significativo.
«La propaganda fa passare questa resistenza violenta come giusta e il nostro come un popolo di eroi, ma non esiste una violenza giusta così come non esiste una guerra giusta. Il potere si basa su grandi bugie che svaniscono di fronte alla verità della realtà. Le bugie servono a dividere le persone per governarle. Solo la verità che unisce le persone, autorizza e porta la pace in modo nonviolento.»
Lo riporto e ho avuto necessità di scriverne, perché ho da poco letto cose francamente discutibili sulla nonviolenza.
Una di esse è che la nonviolenza sarebbe un modo di opporsi alla violenza. Non è proprio il modo giusto di porre la questione, ahimé!
Se proprio vogliamo imbastire una dicotomia che ci sia utile: la nonviolenza è l’opposto della e l’opposizione alla menzogna.
Magari ci tornerò su, anche in futuro. Considero importante capire la sostanza e la struttura del pensiero nonviolento, perché può essere sostanza e struttura di un modo diverso di stare insieme.
(Interessantissimo il fatto che, nei commenti del post su facebook nel quale faccio queste considerazioni, sia arrivato un trollone che con modi offensivi, aggressivi e catechizzanti pretendeva di spiegare bene, lui, cosa fosse la nonviolenza! 😂😂😂)

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