Domani sarà una giornata amara, seppure illuminata.
Domani è il compleanno di un’infamia.
E un po’ è anche il compleanno di chi quell’infamia l’ha rifiutata.
Non penso che queste persone, tra le quali ci sono anche io, siano necessariamente migliori di chi si è dovutə piegare al ricatto. Abbiamo fronteggiato un sopruso enorme, con una sproporzione di forze inaudita. C’è chi ha resistito perché ha potuto farlo; e c’è chi ha dovuto cedere il corpo e farsi fare qualcosa che non voleva, per “campare” sé stessə e la propria famiglia.
A loro, a voi va il mio pensiero solidale… forse sarà solo questione di tempo prima di cedere, tutte e tutti, e non parlo solo della puntura, ma di chissà cosa arriverà poi.
Siamo insieme in questo, tutte e tutti, chiunque, anche chi l’infamia l’ha sostenuta, anche chi ha applaudito le discriminazioni chiedendone di peggiori come la negazione delle cure.
A loro, a voi, carə compagnə, va pure il mio combattuto abbraccio… forse sarà solo questione di tempo prima di riconoscerci e ritrovarci accanto, senza più differenze sotto lo stesso tallone di ferro, e chi lo ha assaggiato prima sarà più capace di alleviare il dolore delle altre vittime, e farà bene se non si tirerà indietro.
Buon compleanno a tutte le italiane e a tutti gli italiani, dunque.
Buon primo anno di regime apertamente discriminatorio, di perdita di amicizie, di spaccature in famiglia, di dubbi laceranti, di cedimenti fatali, di ansie per la propria salute, di bugie contundenti, di domande senza risposta, di insulti dai camici bianchi e dai burocrati, di porte chiuse in faccia e caffè bevuti al freddo, di biblioteche “solo per verdi” e di cultura cinguettante dietro ai tornelli chiusi.
Per alcunə se non altro c’è anche una candelina dolce: questo è il primo anno di una nuova vita, l’abbiamo abbracciata a viso aperto, nell’angoscia e nel dolore, ma anche nella luce calda e confortante della verità.
Niente sarà più come prima.


Seguimi qui sul blog via feed, o su Facebook .
Sono anche (poco) su Instagram e su Linkedin.