Il romance, il romanzo rosa e le scritture delle donne – La mia esperienza al Festival del Romance Italiano #FRI19

Sabato 29 giugno, poco più di una settimana fa, si è svolta a Milano la prima edizione del Festival del Romance Italiano. Un evento molto atteso, che ha avuto un ottimo successo di pubblico e tantissimi partecipanti, tra editori, blogger e circa 150 autrici, tra le quali 5 autori.

#FRI19

Il romance è l’evoluzione contemporanea di quello che una volta veniva chiamato “romanzo rosa”: è incentrato su relazioni sentimentali, mirato a suscitare emozioni in chi legge, e tradizionalmente pensato come rivolto a un pubblico femminile, anche se le cose stanno pian piano cambiando.

(Parentesi. Per questa ragione, nel post adotterò un linguaggio inclusivo, quindi considerando tutti i generi possibili. Ma darò la prevalenza al genere femminile, dato che è in netta maggioranza, e declinerò i vocaboli di conseguenza: “i lettori e le lettrici sono tante”, “le scrittrici e gli scrittori sono produttive”, etc.)

Io ho partecipato in veste di autrice, con il mio romanzo storico “La cospirazione dell’inquisitore”, ed ero in forze al tavolo di Leggereditore, sponsor dell’evento.

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Una parte del team: Deborah Begali, Silvia Casini, la boss Franca Vitali, Elisabetta Motta, Giulia Abbate ^^ e Corinne Savarese

Un anno fa non avrei mai immaginato tutto questo.

Il 22 giugno 2018 ho preso il treno e sono andata a Roma, agli uffici di Fanucci Editore: poche settimane prima mi ero iscritta a uno speed date letterario, con una decisione impulsiva e con una storia ancora a metà. Ma grazie a ciò, ho potuto proporre il mio romanzo direttamente alla direttrice editoriale Leggereditore.

Ed eccomi, esattamente un anno dopo, con il romanzo sugli scaffali delle librerie e un piede in un mondo nuovo, che non conoscevo e che mi ha accolta in modo davvero caloroso e incoraggiante.

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Per saperne di più, la pagina del romanzo con sinossi e rassegna stampa

Il mio romanzo è uscito a dicembre in ebook e come cartaceo a fine marzo: è solo da qualche mese che posso dire di fare parte del genere romance. Ancora non conosco bene questo ambiente complesso, popoloso e sfaccettato: mi ci accosto con rispetto, con un’osservazione non giudicante, come faccio quando mi trovo in una situazione nuova.

Allo stesso tempo, ho anche qualche strumento per orientarmi: mi sono laureata in editoria, non ho mai smesso di studiarla, lavoro nel mercato del libro da quasi quindici anni e ho esperienze in altri generi.
Frequento la comunità fantascientifica, lavoro con gialliste e giallisti, seguo le pubblicazioni per l’infanzia, curo antologie, affianco self publisher… insomma, l’esperienza tecnica non mi manca, e forse posso cercare di contestualizzare anche questa bella giornata del Festival Romance in una cornice più ampia, che mi permetta alcune considerazioni di interesse generale.

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Alla fiera del… romance! Il tavolo Leggereditore

Il romance, dicevo in apertura, è un genere di intrattenimento: si tratta cioè di un tipo di scrittura destinato a una fruizione immediata, che non ha ambizioni di “descrizione totale di mondi”, o di letture multilivello basate su saperi specifici, o di sperimentalismo linguistico; ed è quindi aperto a un pubblico vasto, che non ha bisogno di particolari conoscenze tecniche per godersi la lettura.
Il romance non intende far faticare la lettrice e il lettore e si propone di dare storie coinvolgenti, suggestive, avvincenti. L’emozione è il cardine di tutto, lo scopo che la narrazione romance si propone prima di ogni altro.

A volte si parla di contaminazione: il romance è uno dei generi più propensi ad accoglierne altri. Al Festival c’erano autrici di romance storici (come me), gialli e thriller, fantascientifici, paranormali e così via.

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E c’era anche un po’ di Delos Digital! Qui sono con l’autrice (anche) Delos Linda Lercari, e con il suo intrigante “Kaijin – L’ombra di cenere”, romanzo crossover ambientato nel Giappone feudale.

Di questo abbiamo parlato nel Manuale di scrittura di fantascienza, accennando alla contaminazione tra fantascienza e romance che è molto promettente.

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Franco Ricciardiello ne ha scritto anche in un articolo per PULP: La necessaria contaminazione del romance, dove oltre a recensire il mio romanzo ha fatto un discorso interessante sul genere storico.

Chi pensa che le storie romance evitino i temi caldi si sbaglia: sto leggendo in questi giorni “La libreria dei piccoli segreti”, di Corinne Savarese. È una storia ambientata a Fabriano, dove Savarese vive, e nel nostro centro italia ancora devastato dal terremoto, e non si tira indietro: affronta il tema in modo misurato, ma con effetti a volte strazianti.

Per molt*, comunque, l’aspetto “emozionale” è una ragione sufficiente per relegare il romance nel magma della “robaccia”, la paraletteratura o letteratura di consumo.
Eppure, questo tipo di categorizzazione, già avversata nel secolo scorso, è stata superata dagli studi accademici degli anni ’90 (che ho avuto l’onore di frequentare direttamente: sono allieva di Cadioli, Spinazzola, Braida, mi sono formata sui testi di Ferretti), e non è più utile né efficace per capire quello che succede oggi nel mondo del libro e della lettura.

Per ulteriori approfondimenti, rimando a un consiglio di lettura: “L’immaginazione divertente”, un breve saggio reperibile in biblioteca nel quale il prof. Spinazzola prende in esame generi bistrattati per ricavarne invece dei principi importanti e validi ancora oggi, il primo dei quali è: leggere tutto, leggere bene.
Leggi di più: “L’immaginazione divertente”, di Vittorio Spinazzola, recensione sul blog di Studio83 – Servizi letterari

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Altro scatto del nostro bel tavolo

Oggi, il mercato del romance ha dei numeri da capogiro e insieme allo Young Adult è praticamente uno dei traini della grande editoria. Senza contare i dati del self publishing, davvero di tutto rispetto.

Sulla base delle mie osservazioni e domande, ad esempio, mi pare di aver capito che in questo momento il romance è l’unico settore nel quale la scelta del self publishing può essere molto remunerativa per un autore e per un’autrice che decidono di intraprenderla, e anche più soddisfacente che l’essere in scuderia presso un editore.

Un fenomeno del genere dimostra che il pubblico di lettrici e lettori di romance ha una forza e una vitalità di tutto rispetto, che altri generi si sognano.

La tesi di Spinazzola è che ognuno di noi, per essere un buon lettore, deve essere in primo luogo critico.
Ovvero, deve saper giudicare se il testo mantiene le proprie promesse: un lettore di romanzi di genere, che sappia distinguere quelli scritti in modo più aderente al genere da quelli più scadenti, può essere statutariamente migliore di uno che prenda per oro colato tutta la poesia ermetica che legge senza saper distinguere e giudicare davvero.

Questa citazione dalla recensione mi pare descriva molto bene il pubblico del romance italiano: lettori e lettrici sono preparatissime, attive, attente, aggiornate, spesso specializzate su un certo tipo di sottogenere.

Il Festival del Romance ha avuto una partecipazione vera: i botteghini online sono stati presi d’assalto, poi chiusi per frenare la marea, poi aperti solo in giorni specifici per tentare di tenere i numeri sotto controllo.

Tutto esaurito, comunque, e si vedeva: la sala è stata sempre piena, c’erano file in quasi tutti gli stand, lettori e lettrici entusiaste, accompagnatori e assistenti (qui il maschile non è un caso) ugualmente motivati e interessati. Alcun* si sono portate il trolley vuoto da riempire con gli acquisti da fare, molt* avevano già prenotato i libri online prima della partenza!

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Io frequento professionalmente fiere del libro di ogni tipo dal 2004: e non ho mai visto l’entusiasmo di pubblico che c’è stato al FRI.
Parlo dei numeri e della folla, e parlo anche delle facce: chi girava tra i tavoli era al settimo cielo, si era fatta l’itinerario e la lista delle autrici e delle editrici da visitare, aveva quaderni e agende da far riempire di dediche.
Il Festival ha anche rilasciato su Amazon un librone, contenente i nomi di tutte le autrici e autori presenti, fatto apposta per gli autografi: ed erano moltissim* ad averlo.

Alcune avevano preparato regali per autrici e autori, altre ne hanno ricevuti: praticamente ogni tavolo aveva accanto ai libri anche gadget di ogni tipo.

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Il blog Opinioni librose ha distribuito questi: il ciondolo è bellissimo ma non ho ancora avuto cuore di aprire nulla, il pacchetto è troppo carino 🙂

Questa attività enorme mi pare un altro segno distintivo del Festival e del mondo romance in generale.
Grazie alle potenzialità di comunicazione odierne, le autrici e autori self e le case editrici piccolissime possono organizzare eventi di grande effetto.

Il materiale promozionale di Pitti Duchamp, autrice di historical romance
Il materiale promozionale di Pitti Duchamp, autrice di historical romance

Le lettrici e lettori non esitano a farsi coinvolgere e molto spesso diventano a loro volta produttrici di contenuti.

Proprio le blogger erano una categoria molto presente: a quanto mi pare di aver visto, praticamente tutte le lettrici e i lettori hanno una pagina di recensioni personali e collaborano con un blog più grande.

E già mi immagino a questo punto la tiritera di qualcun*: “O tempora, o mores! Tutti scrivono e nessuno leggeh!” Sbagliato. Oggi, e meno male, tant* leggono e poi ne scrivono, e bisogna starci anche se fa paura, bisogna rendersi disponibile al confronto al di là della nostra confort zone.
Per un piccolo spunto in più: Come ricevere una stroncatura e vivere felici, dal blog di Studio83.

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C’è dell’altro: i blog letterari di settore sono molto attivi, pubblicano tantissimo e sono spesso organizzati come vere e proprie testate. Oltre alle tradizionali recensioni (che sono beni di lusso introvabili in altri settori), nei blog letterari romance ci sono anteprime, segnalazioni, cover reveal, interviste, giochi a tema, giveaway, discussioni molto specializzate, collegamenti continui e costanti con altre piattaforme social… insomma, si tratta di un mondo aggiornato e attivo che è un tramite efficiente tra chi legge e chi scrive.

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Qui sono con Maika Medici, lettrice super appassionata e blogger / vlogger con A Libro Aperto

Le blogger sono tramite anche con le case editrici: queste ultime comunicano con le blogger, le informano direttamente delle uscite e spesso le citano nelle quarte di copertina.
È successo nel caso del mio libro, ad esempio: prima ancora che uscisse, Leggereditore ha inviato il testo a blogger scelte, che hanno pubblicato poi recensioni in anteprima, citate nella quarta di copertina dell’edizione stampata.

Tutto per dire che quello del romance è un ambiente più preparato, tecnico e specializzato di quanto il distratto commentatore potrebbe aspettarsi.
E la cosa, come dicevo, si è vista anche in questa prima edizione del #FRI19 e nell’atmosfera che vi si respirava.

Con la libraia Valentina Marcoli. Bellissimo ritrovarsi dopo Vercelli Fantastica!
Con la libraia Valentina Marcoli. Bellissimo ritrovarsi dopo Vercelli Fantastica!

Questo festival è stato organizzato da Lidia Ottelli, l’agenzia Kinetic Vibe e il blog Il Rumore dei Libri.
In un suo post, Lidia Ottelli ha raccontato come tutto abbia richiesto un anno di lavoro logistico, ma in realtà ben cinque anni di progetti, ricerche, tentativi, sforzi. La partnership con Kinetic, agenzia di eventi, ha sicuramente aiutato nella pratica, e però ho letto di tantissime persone che si sono impegnate ad allestire tavoli, ideare schemi e fare cose che non avevano mai fatto prima.
Non è facile mettersi in gioco in questo modo e arrivare alla fine, a cose fatte, con questi numeri!

Un aspetto che ho trovato meritorio è stato il fatto che le organizzatrici abbiano ottenuto il patrocinio del Comune di Milano. La lettura è cultura, tutto questo è un bene della società, ed è giusto che le istituzioni pubbliche se ne facciano carico e che vengano coinvolte.
(Capito, fantascienza? Quand’è che faremo anche noi così? Quando eserciteremo il nostro sacrosanto diritto di chiedere un aiuto doveroso alle istituzioni per Stranimondi, la convention più importante del genere in Italia?)

Come per ogni prima edizione, ci sono state cose che andranno sicuramente a migliorare nelle prossime: tanti dettagli tecnici che si perfezionano con l’esperienza.
Non solo sbagliando si impara, anche solo facendo si impara.
La folla c’era, ma la sala del Festival non era grandissima, e questo è un dato a favore: si può gestire più facilmente e si può avere la situazione sotto controllo anche a colpo d’occhio, cosa che in altre fiere non è possibile.

Altre cose sono state una forza e sarebbe bello restassero così.
Gli schermi con i nomi, i tavoli e le copertine erano belli e d’effetto, ottima idea!
La sicurezza e lo staff hanno fatto un lavoro enorme, non solo prima, ma anche durante: erano sempre presenti e pronti ad aiutare, e anche ben consapevoli dell’ambiente. Molte addette staff erano anche blogger o colleghe di standiste, e per questo avevano una consapevolezza ben diversa di quella che magari può avere la buttadentro ingaggiata a ore. La loro presenza facilitatrice è stata preziosa sotto ogni punto di vista: anche solo il poter vedere sempre qualcuno dello staff a portata d’occhio dà un senso di sicurezza che chiunque lavori negli eventi sa quanto vale.

Ecco lo staff, dalla pagina FB del FRI. Grazie per l'immane lavoro!
Ecco lo staff, dalla pagina FB del FRI. Grazie per l’immane lavoro!

La giornata ha visto poi anche degli eventi paralleli: gli speed date, ad esempio, aperti ad autrici selezionate che sono state contattate prima del festival e hanno avuto l’occasione di proporsi a editori come Sperling&Kupfer, Fanucci e More Stories (quest’ultimo magari meno mainstream ma fortissimo nel settore).

Forse non ho ancora detto abbastanza di quanto trovi importante l’invenzione dello speed date editoriale, una modalità nuova ma validissima per proporre scritti e avere un’occasione con editori altrimenti irraggiungibili.
Per me ha funzionato! E mi piace pensare che sia avvenuto anche perché già credevo nell’importanza di una simile occasione, e l’ho affrontata professionalmente, quasi più da editor di Giulia Abbate che da scrittrice Giulia Abbate.

Ho redatto per me la proposta editoriale professionale che compilo per i miei autori e le mie autrici, e mi sono preparata con attenzione per affrontare quei dieci minuti nel modo migliore possibile.

Ho riassunto qualche consiglio in questo post, se ti interessa: Speed date letterario/editoriale, cinque consigli per affrontarlo al meglio

Durante il FRI ci sono state anche un paio di conferenze, tenute in sale separate, che avevano argomenti tecnici, come il self publishing e la promozione sui social, e sono state condotte da autrici indipendenti di successo e da editor, agenti letterarie, promoter di grandi realtà come Kobo.

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Io ne ho seguito uno, ho preso un sacco di appunti e con il permesso delle relatrici scriverò un report con i preziosi insegnamenti e confronti che ci sono stati. Lo pubblicherò nelle prossime settimane (compatibilmente con il lavoro, le consegne, le scritture e il fatto che ho una vita ^_^)
Per essere informata sull’uscita, seguimi qui sul blog, oppure sulla mia pagina facebook, o sulla pagina facebook della mia agenzia: Studio83.

Tra tavoli di libri e letture c’erano anche presenze diverse: quelle di professionisti della grafica, ad esempio, in grado di aiutare autori e autrici indipendenti con copertine, concept, brand. Anche questo è un aspetto importante che ormai non può mancare in ambiente letterario.

Il geniale omaggio di Manuela Paric', grafica professionista e scrittrice thriller
Il geniale omaggio di Manuela Paric’, grafica professionista e scrittrice thriller

Che altro dire?

A dire il vero, di cose da dire ce ne sarebbero molte altre.

Finora ho parlato di aspetti, per così dire, tecnici: numeri, categorie, e così via.
Il FRI è stata anche l’occasione di diverse riflessioni e confronti. La pagina facebook dell’evento è stata molto attiva e il gruppo chiuso dedicato ad autrici e operatrici ha visto a sua volta alcuni scambi che sarebbe interessante analizzare.

Come dicevo in apertura, però, io sono “a bordo” da poche settimane.
E non mi pare appropriato entrare in questioni di merito, o esprimere pareri che toccano temi importanti, temi che le varie autrici sentono in modi diversi e che suscitano reazioni sentite.

Nella fantascienza, ad esempio, lo faccio: quando c’è una convention io mi segno tutto, ci penso, e se poi ritengo di avere qualcosa di utile da dire  non mi tengo un cecio in bocca, e scrivo con la mia socia dei report dettagliati senza tralasciare nessun “argomento caldo”. (Sul nostro blog di fantascienza Lezioni Sul Domani sta per uscire un report sull’ultima convention, la Italcon, dove parleremo solo di argomenti caldi!)

Ma in questa comunità sono l’ultima arrivata, e sto ancora cercando di orientarmi.
C’è una vera e propria comunità, ad esempio? Una realtà coesa? Coesa non vuol dire “sempre d’accordo”, attenzione! Tra fantascientisti ci scanniamo, ma la percezione di fare parte di qualcosa di specifico c’è, e dunque ci si confronta sui temi, sulle direzioni, su come fare a, su cosa il mondo “fuori” pensa di noi, e così via.

Questo nel romance esiste?

Esiste la consapevolezza di poter essere una forza che, qualora si raccogliesse intorno a temi specifici o si coordinasse per fare o non fare una certa cosa, potrebbe ottenere degli effetti in relazione al mercato del libro e alla comunità letteraria tutta?
Di certo, a qualsiasi punto sia il romance, questo Festival è un importante passo nel senso di una coesione e consapevolezza del settore.

Mi sono resa conto che, “da fuori”, il romance è bistrattato come e più della fantascienza. I numeri del romance sono mooolto più alti, ma resta deriso e attaccabile: semplicemente perché è un mondo di donne.

Siamo donne, e questo non va giù a molt*, specialmente nel momento in cui ci organizziamo e abbiamo successo con le nostre categorie, dandoci noi dei parametri, senza stare ad aspettare il “bollino qualità” del trombone di turno.

Non è un caso che l’unico articolo uscito su una testata nazionale che abbia parlato del FRI sia stata una presa per i fondelli a pagina intera.
Non nominerò la testata e non citerò nulla del pezzo, non intendo prestarmi a fare da altoparlante a simile spazzatura.
La malafede era chiara: sia perché era evidente che l’articolista (una donna, #chetristezza) non è stata al FRI, ha giusto ravanato qualcosa da lontano, e quindi ha scritto delle imprecisioni; sia perché ha deriso le lettrici e autrici romance in modo chiaramente strumentale, per compiacere un pubblico di lettori maschi e di destra. Queste non sono femministe, è stata la conclusione del pezzo, queste non denunciano e non fanno #meetoo, tranquilli, vogliono solo leggere i loro amorazzi e sbavare dietro a qualche pettorale… tutto ok, padroni!

Il discorso del femminismo è uno di quelli che sarei curiosa di approfondire. Oggi si parla di “rosa femministi”, alcuni molto belli, altri meri pinkwashing per fare cassa su una tendenza, che però esiste… cosa ne pensa il mondo romance?

Per ora ho trovato un po’ di tutto, cose diverse tra loro, accenni di confronti che, per il momento, è bene restino interni, per non trasformarsi in una mangiatoia succulenta per i tromboni e le trombone di cui sopra. Con le dovute cautele, comunque, la discussione costruttiva è sempre un fatto positivo per crescere, quindi continuerò a seguire con interesse pagine e questioni varie.

Per ora, chiudo con la gioia di essermi affacciata in un mondo molto bello, nel quale ho trovato sentimenti positivi.

Ho trovato la comunicazione, il riconoscimento, la gioia di vedersi di persona, lo scambio di riscontri, la collaborazione tra colleghe, la voglia di fare.

Ho trovato persone felici, con gli occhi che brillavano e valigie piene di libri.

E in questa settimana che è seguita al festival, ho letto tantissimi post e pareri con molto in comune: l’emozione, la commozione, l’entusiasmo, tantissimi tag, fotografie collettive, nuove conoscenze, amicizie, letture.
Cercale online e su google e troverai decine di post illuminati di felicità.

Questa è la dimostrazione che il FRI ha di fatto riempito un vuoto, ha creato qualcosa di cui questa comunità sentiva il bisogno. E scusate se è poco!

Grazie mille al FRI, e viva il romance italiano!

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2 commenti

  1. Ciao! Grazie di esserti ricordata di me. Articolo veramente esaustivo, concordo su tutto.

    1. Grazie a te, Manuela, è stato bello conoscerti! Restiamo in contatto 😀 Un abbraccio e buon lavoro!

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